Se per Lerner «la tv non ha più la capacità di essere avanti rispetto al dibattito nel Paese», Guglielmi, che la tv ammette di guardarla pochissimo, denuncia quello che ritiene «il periodo di crisi culturale più grande degli ultimi decenni, ma non soltanto nella televisione». Una crisi, per l'ex direttore di Rai 3, che «è una conseguenza della crisi morale, politica, e di ideali del Paese». L'analisi di Guglielmi sulla Rai di oggi non è tenera: «una Rai - ha detto - che è stata distrutta in questi ultimi 20 anni, senza novità, e invenzione», anche se ha riconosciuto che l'attuale cda dell'azienda «è migliore di quello precedente».
Ha preso le difese della tv pubblica Luisa Todini, secondo la quale la Rai, pur dovendo fare i conti con problemi di bilancio, non è mai venuta meno alla sua responsabilità di servizio pubblico. Vianello ha ammesso una «crisi di creatività con cui fare i conti, ma questo è anche un momento buono per sperimentare».