La mia mente è così alterata…
sono allucinata
sono strafatta
Sballo psicosomatico
effervescenza fluorescente
paranoia insostanziale
languidezza sensuale
shakerato di algida indifferenza con bollente passione
…miscela fatale per morire d’amore
Alcuni frammenti di un angelo lunatico, o meglio Angelunatica.
Angela Barbato, classe ‘87, è un giovanissimo talento nato nella provincia veronese e trapiantato nell’urbe vicentina. O forse è lei, piuttosto, ad aver trapiantato la sua fertile passione artistica su un pianeta lunare, notturno, comunque tutto suo, che SushIT vorrebbe darvi la possibilità di conoscere meglio? Non c’è modo migliore che lasciare spazio alle sue parole, per calarci nel vivo di un universo costellato di estremi tracciati su carta.
Un talento precoce, approfittiamone per “accedere all’interiorità di un’artista”: raccontaci un pò di te bambina, di cosa ti piaceva disegnare, di quel che provavi e crescendo hai approfondito nella tua attitudine emozionale alla pittura..
Sono stata educata a sviluppare la mia creatività e la mia sensibilità estetica fin dall’infanzia, quando mia madre mi ha insegnato la tecnica degli acquerelli.
Il disegno è sempre stata la mia passione più forte; per ore interminabili disegnavo febbrilmente estraniandomi da ciò che mi circondava, completamente immersa nel mio mondo. I miei soggetti prediletti erano le persone e, soprattutto, gli animali. Avevo un’autentica ossessione per i cavalli, in seguito per i felini e per i cani. Da piccola amavo ritagliare le figure da me disegnate, ottenendo silhouette in carta.
L’interesse per diverse tecniche grafiche, dall’incisione al disegno, passando per il fumetto, un diverso modo di approcciarsi all’arte che permette di…
Più un artista sperimenta e conosce le tecniche artistiche, più possibilità espressive si aprono. Il talento, la sensibilità e l’attitudine artistica devono essere presenti a priori nell’artista, non si acquisiscono attraverso la conoscenza e la bravura tecnica, arte non è artigianato. Ma se un artista ha già potenzialmente in sé le capacità, più tecniche artistiche egli impara e sperimenta, più la sua creatività può emergere ed esprimersi liberamente.
Grazie alle scuole ho imparato e affinato diverse tecniche e media artistici e questo è stato un notevole arricchimento per la mia personalità d’artista.
La tua attitudine è spiccatamente ritrattistica, specie per quanto riguarda i personaggi famosi: come ce la spiegheresti?
Ho uno spiccato spirito d’osservazione, un’intensa memoria visiva, un profondo senso critico ed estetico. I volti, l’aspetto fisico, i look e il modo di presentarsi delle persone mi colpiscono e si imprimono in maniera forte nella mia mente, sono molto attenta e analitica nell’osservare gli altri.
Per quanto riguarda i ritratti di personaggi famosi mi interessa scavare nel meccanismo che rende l’immagine di un divo un’icona mass mediatica. In questo lavoro è presente una forte influenza che proviene dal mio amore nei confronti di Andy Warhol.
Il mondo odierno, con le sue infinite contraddizioni, entra prepotente anche, forse soprattutto, nel campo artistico, che avverte il bisogno di far sentire la sua voce. Anche tu, individualmente e in quanto artista, ti sei sentita toccata da determinati fatti che passano dalla politica per riguardare più profondamente la sfera dei diritti umani fondamentali; vuoi presentarceli e commentarceli personalmente?
Credo che ogni persona sensibile sviluppi una coscienza che le fa sentire responsabile anche in minima parte di ciò che accade nel mondo. Per quanto mi riguarda, credo di avere il dovere di parlare del mondo e di ciò che accade, di pormi e porre domande e provocazioni attraverso l’arte. Penso che gli artisti, avendo le capacità di esprimersi attraverso linguaggi che parlano direttamente alla parte psichica dell’uomo, e non fisica, abbiano una possibilità efficacissima di affrontare e riflettere su determinati argomenti.
L’arte che ragiona, rappresenta e parla di se stessa è già stata fatta, fa parte del passato. Da un pò di tempo essa deve rivolgersi al mondo esterno, abbandonando quell’autoreferenzialità che la caratterizzava soprattutto nei periodi di crisi del pensiero artistico.
Molto affascinante il tuo studio dedicato alle silhouette, oggetto anche della tua tesi di laurea, con particolare attenzione alla tua serie di opere che vedono protagonisti inquietanti personaggi Disney in pose suicide. Come nasce questo interesse e questo progetto in particolare?
Dopo aver intrapreso varie strade stilistiche e contenutistiche, sono giunta alla conclusione che la mia pittura esigeva una purificazione. Avevo bisogno di tornare all’essenziale, spogliando la mia arte prediligendo un minimalismo essenziale ed elegante, come le silhouette. All’inizio, inoltre, l’uso delle silhouette mi permetteva di rappresentare contenuti socialmente scottanti, e difficili, in modo sobrio e discreto, ma al tempo stesso incisivo. La silhouette cela e, al tempo stesso, mostra in una figura monocromatica, accattivante e seducente.
La gallery di silhouette dei personaggi Disney re e regine di un mazzo di carte è un’operazione ironica e spiazzante che scardina i valori di felicità e spensieratezza tipicamente associati a Paperino, Topolino & co., punto di riferimento collettivo di distrazione culturale. I personaggi Disney sono caricature di noi stessi destabilizzanti, inquietanti e ironiche, vittime del sistema iperviolento e impazzito, sovrano della contemporaneità.
L’ispirazione dell’arte delle silhouette, proviene dalle installazioni dell’artista contemporanea Kara Walker. Ho incontrato la sua arte alla Tate Modern di Londra, dove le silhouette grottesche e oniriche dell’arista prendevano vita sulle pareti.
Kara Walker mi ha fornito lo spunto di partenza per la mia produzione artistica che, nel corso del tempo, ho evoluto autonomamente seguendo la mia ricerca e sviluppando il mio stile personale.
Si possono cogliere parallelismi nei temi e nei soggetti affrontati nei miei lavori e in quelli della Walker dove si stagliano silhouette scioccanti e ironiche, grottesche e satiriche, feroci e folli, dove si narra di razzismo, violenza, ingiustizie, vergogna, colpa, delirio, ironia e satira.
Il tuo ideale è anche quello di un’ “arte totale”, che si snoda fra attività di diverso genere, coniugando pittura, teatro e non solo: tanti veicoli per favorire un unico bisogno di esprimersi e sfruttare così ogni propria possibilità?
Mi sento figlia del credo della rivoluzione artistica avvenuta a partire degli anni ‘60, secondo cui l’arte deve uscire dai propri limiti coinvolgendo più linguaggi in un’unione di più arti. In Italia c’è una forte limitazione e chiusura mentale che vede ogni arte come ben distinta e rinchiusa nel proprio campo di competenza. Se un artista è versato in diverse discipline, più sa sfruttarle e mescolarle insieme, più è un artista totale.
Sogni per il futuro di una giovanissima artista e consigli ad altri talenti emergenti…
Sogni: molti! Innanzitutto riuscire ad andare avanti con i miei lavori artistici in tutti campi: pittura, teatro, passione per la moda e i costumi di scena. Tarsferirmi all’estero, ma riuscire a risvegliare l’interesse per l’arte anche in Italia.
Consigli: non perdere il senso critico ed estetico, non uccidere la fantasia e non soffocare la creatività, non diventare schiavi del sistema economico che svilisce l’arte ad un lavoro in serie appartenente ad un sistema dove capeggiano indiscusse solo star idolatrate.