Isabel Abedi
Isabel Abedi è nata nel 1967 e ha lavorato in pubblicità per tredici anni. Nel frattempo ha cominciato a pubblicare i libri per ragazzi che l’hanno resa celebre. Con il romanzo Whisper è stata segnalata in Germania per il Juvenile Book Award del 2006 e con Anger è entrata nella bestseller list dello Spiegel. Vive ad Amburgo con la famiglia.
Sito: http://www.isabel-abedi.com/
Autore: Isabel Abedi (Traduttore: Anna Carbone)
Serie: //
Edito da: Corbaccio (Collana: Narratori Corbaccio)
Prezzo: 16,40 €
Genere: Thriller,
Pagine: 214 p.
Voto:
Trama: Ce l’hanno fatta: tre settimane su un’isola deserta al largo di Rio de Janeiro, dove telecamere nascoste li riprenderanno ventiquattr’ore al giorno; saranno attori di un film dalla trama imprevedibile. Sono dodici ragazzi e ognuno di loro ha un motivo particolare per partecipare, sogni da coltivare e segreti da custodire. L’isola è un paradiso, ma il ruolo che i ragazzi scoprono di dover ricoprire è inquietante: undici vittime e un assassino…È solo un gioco, nessuno morirà per davvero, eppure quando Joker viene trovato sfracellato sugli scogli capiscono che il film dei loro sogni si è trasformato in un horror…
Recensione
di Debora
Dodici ragazzi, un’isola deserta, un gioco, una sfida mortale.
Veniamo quindi ai protagonisti. La protagonista principale è senz’altro Vera, che è anche la narratrice di questa storia, il personaggio scelto come portavoce delle vicende. Questa ragazza sembra una persona molto riflessiva, un’attenta osservatrice della natura e degli altri isolani. Ognuno di loro può portare tre oggetti sull’isola e lei sceglie una candela, un’accendino e una foto di una certa Esperanca. Il lettore si incuriosisce e si chiede chi potrà mai essere questa misteriosa figura: qualcun’altro che arriverà sull’isola forse? Non vi posso svelare il mistero ma credo che questo sia uno dei punti deboli della storia, una forzatura messa li dall’autrice per farci amare di più la figura di Vera e per allungare un po’ il brodo. I primi compagni di avventura che incontra Vera sono Elfe e Solo. Le parole che usa quando vede Solo per la prima volta solo sono queste:
E fu così che lo vidi per la prima volta. Era seduto tre file dietro di noi
Inevitabile poi associare Neader, un’altro personaggio maschile del romanzo, con il sudore. L’autrice ce lo ricorda un po’ troppo spesso; c’è sempre qualcosa che gli suda a questo ragazzo, che schifo! Ma Neader non è solo questo, non preoccupatevi.
Ci sono molti altri personaggi naturalmente e quelli che tralascio non sono meno importanti nella vicenda, ma rischierei di togliervi il piacere di farvi le vostre ipotesi su ognuno di loro.
Isabel Abedi sembra voler dare molta importanza alle caratteristiche fisiche dei personaggi, si sofferma spesso sui dettagli, anche del viso. Non so quanto questo sia necessario ai fini della storia, ma l’ho trovato piacevole, anche se a qualcuno potrebbe risultare un po’ ripetitiva.
Ho trovato davvero gradevole lo stile di questa autrice, che si sofferma a descrivere minuziosamente i dettagli naturali dell’isola che si trova al largo di Rio de Janeiro e ci fa cogliere odori, sapori e colori. La bellezza del luogo naturale in cui si trovano i dodici ragazzi sicuramente vi salterà all’occhio. Poi naturalmente il suo stile è molto narrativo, utilizza frasi a volte anche molto lunghe e i dialoghi diretti solo quando strettamente necessario.
Non manca la suspance; si perché una volta che il gioco dell’isola entra nel vivo e i personaggi si studiano a vicenda, facendo ipotesi su chi sia l’assassino e chi riuscirà a salvarsi, tutto diventa più interessante. I sospetti si fanno strada in ognuno di loro, nessuno può fidarsi di nessuno, ognuno è da solo e anche il lettore non comprende bene chi sia in realtà il vero antagonista.
Nonostante i punti deboli che ho trovato, non posso non consigliare questo libro che, anche per la brevità, ho divorato in una sola giornata.
Autore articolo: Debora
Lavoratrice (naturalmente precaria) nelle scuole materne, 27enne, che adora i bambini, i cani e naturalmente i libri e la lettura. Debora ama viaggiare ma data la precarietà preferisce farlo attraverso i libri.