Anger di Isabel Abedi

Creato il 23 marzo 2013 da Nasreen @SognandoLeggend

Isabel Abedi 

Isabel Abedi è nata nel 1967 e ha lavorato in pubblicità per tredici anni. Nel frattempo ha cominciato a pubblicare i libri per ragazzi che l’hanno resa celebre. Con il romanzo Whisper è stata segnalata in Germania per il Juvenile Book Award del 2006 e con Anger è entrata nella bestseller list dello Spiegel. Vive ad Amburgo con la famiglia.

Sito: http://www.isabel-abedi.com/


Titolo: Anger
Autore: Isabel Abedi (Traduttore: Anna Carbone)
Serie: //
Edito da: Corbaccio (Collana: Narratori Corbaccio)
Prezzo: 16,40 € 
Genere:  Thriller,
Pagine: 214 p.
Voto
  

Trama: Ce l’hanno fatta: tre settimane su un’isola deserta al largo di Rio de Janeiro, dove telecamere nascoste li riprenderanno ventiquattr’ore al giorno; saranno attori di un film dalla trama imprevedibile. Sono dodici ragazzi e ognuno di loro ha un motivo particolare per partecipare, sogni da coltivare e segreti da custodire. L’isola è un paradiso, ma il ruolo che i ragazzi scoprono di dover ricoprire è inquietante: undici vittime e un assassino…È solo un gioco, nessuno morirà per davvero, eppure quando Joker viene trovato sfracellato sugli scogli capiscono che il film dei loro sogni si è trasformato in un horror…

Recensione
di Debora

Dodici ragazzi, un’isola deserta, un gioco, una sfida mortale.

Devo ammettere che le parole che troviamo sulla copertina sono quelle che più mi hanno messo sulla difensiva nei confronti di questo nuovo romanzo. La prima cosa che mi è venuta in mente è stato paragonarlo al famosissimo Hunger Games di Susan Collins: le parole gioco e sfida mortale mi portavano direttamente li. L’isola deserta poi, soprattutto una volta scoperto che si trattava di una specie di reality show, l’ho associata subito all’Isola Dei Famosi. Infine, quando mi accorgo che nell’incipit alcuni dei protagonisti del libro sono su un aereo..terrore! Avevo paura che da un momento all’altro ci trovassimo di fronte ad un disastro aereo  del tipo Lost. Quindi diciamo che la mia testa partiva proprio malissimo! Ma fortunatamente uno dei grandi pregi, ammettiamolo , è il liberarmi da tutti i pregiudizi e cercare di leggere il libro completamente a mente vuota, lasciandomi trasportare dalle emozioni. Vi ricordo che inoltre spesso leggo un libro senza neppure leggere la trama quindi mi sono avventurata completamente all’oscuro di tutto!

Veniamo quindi ai protagonisti. La protagonista principale è senz’altro Vera, che è anche la narratrice di questa storia, il personaggio scelto come portavoce delle vicende. Questa ragazza sembra una persona molto riflessiva, un’attenta osservatrice della natura e degli altri isolani. Ognuno di loro può portare tre oggetti sull’isola e lei sceglie una candela, un’accendino e una foto di una certa Esperanca. Il lettore si incuriosisce e si chiede chi potrà mai essere questa misteriosa figura: qualcun’altro che arriverà sull’isola forse? Non vi posso svelare il mistero ma credo che questo sia uno dei punti deboli della storia, una forzatura messa li dall’autrice per farci amare di più la figura di Vera e per allungare un po’ il brodo. I primi compagni di avventura che incontra Vera sono Elfe e Solo. Le parole che usa quando vede Solo per la prima volta solo sono queste:

E fu così che lo vidi per la prima volta. Era seduto tre file dietro di noi

Non mi sembra questa una scelta molto azzeccata per l’autrice, in quanto già il lettore si immagina quello che potrebbe succedere tra Vera e Solo e capisce che questo ragazzo, di carattere molto solitario come dice il suo stesso nome, probabilmente assumerà un ruolo centrale nella storia. Elfe, al contrario della nostra protagonista principale, sembra una ragazza molto sveglia, ma soprattutto molto logorroica. Quando appare lei nella storia, lo stile dell’autrice pare adattarsi alla sua parlantina e utilizza quindi molti più dialoghi, proprio per sottolineare che Elfe non si ferma proprio mai.

Inevitabile poi associare Neader, un’altro personaggio maschile del romanzo, con il sudore. L’autrice ce lo ricorda un po’ troppo spesso; c’è sempre qualcosa che gli suda a questo ragazzo, che schifo! Ma Neader non è solo questo, non preoccupatevi.
Ci sono molti altri personaggi naturalmente e quelli che tralascio non sono meno importanti nella vicenda, ma rischierei di togliervi il piacere di farvi le vostre ipotesi su ognuno di loro.

Isabel Abedi sembra voler dare molta importanza alle caratteristiche fisiche dei personaggi, si sofferma spesso sui dettagli, anche del viso. Non so quanto questo sia necessario ai fini della storia, ma l’ho trovato piacevole, anche se a qualcuno potrebbe risultare un po’ ripetitiva.

Ho trovato davvero gradevole lo stile di questa autrice, che si sofferma a descrivere minuziosamente i dettagli naturali dell’isola che si trova al largo di Rio de Janeiro e ci fa cogliere odori, sapori e colori. La bellezza del luogo naturale in cui si trovano i dodici ragazzi sicuramente vi salterà all’occhio. Poi naturalmente il suo stile è molto narrativo, utilizza frasi a volte anche molto lunghe e i dialoghi diretti solo quando strettamente necessario.

Non manca la suspance; si perché una volta che il gioco dell’isola entra nel vivo e i personaggi si studiano a vicenda, facendo ipotesi su chi sia l’assassino e chi riuscirà a salvarsi, tutto diventa più interessante. I sospetti si fanno strada in ognuno di loro, nessuno può fidarsi di nessuno, ognuno è da solo e anche il lettore non comprende bene chi sia in realtà il vero antagonista.

Nonostante i punti deboli che ho trovato, non posso non consigliare questo libro che, anche per la brevità, ho divorato in una sola giornata.

Autore articolo: Debora

Lavoratrice (naturalmente precaria) nelle scuole materne, 27enne, che adora i bambini, i cani e naturalmente i libri e la lettura. Debora ama viaggiare ma data la precarietà preferisce farlo attraverso i libri.


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