L’insufficienza venosa cronica cerebrospinale (CCSVI) è associata alla sclerosi multipla.
L’obiettivo di uno studio, coordinato da Paolo Zamboni dell’Università di Ferrara, è stato quello di valutare se l’angioplastica percutanea transluminale (PTA) delle lesioni rilevate mediante tecnica eco-doppler (duplex) a livello della vena giugulare interna e/o della vena azygos, fosse una procedura sicura, e se ci fosse evidenza che il trattamento riducesse l’attività di malattia nei pazienti con sclerosi multipla.
Lo studio caso-controllo ha riguardato 15 pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente. Otto pazienti sono stati sottoposti a PTA in aggiunta alla terapia medica (gruppo di trattamento immediato, ITG), mentre 7 hanno ricevuto il trattamento con PTA dopo 6 mesi di sola terapia medica (gruppo di trattamento ritardato, DTG).
Non si sono verificati eventi avversi. A 1 anno, il tasso di restenosi è stato pari al 27%.
Nel complesso, l’angioplastica transluminale percutanea ha prodotto un significativo miglioramento nel punteggio funzionale rispetto al basale ( p
La percentuale annualizzata di recidiva è stata pari allo 0.12% nel gruppo ITG (intervento immediato) contro lo 0.66% nel gruppo DTG (intervento ritardato) (p=NS).
La risonanza magnetica (MRI) ha mostrato una tendenza verso un minor numero di lesioni in T2 nel gruppo ad intervento immediato (p=0.081), corrispondente ad una diminuzione del 10% nel gruppo ITG a fronte di un aumento del 23% nel gruppo di intervento ritardato, nei primi 6 mesi dello studio.
Lo studio ha confermato ulteriormente la sicurezza dell’angioplastica transluminale percutanea nei pazienti con sclerosi multipla e con insufficienza venosa cronica cerebrospinale.
I risultati, nonostante il significativo tasso di restenosi, sono incoraggianti.
Zamboni P et al, Eur J Vasc Endovasc. Surg 2011;
Fonte:
http://www.sclerosionline.net/index.php?view=18849