Anno: 2012
Durata: 83’
Distribuzione: Istituto Luce Cinecittà
Genere: Documentario
Nazionalità’: Italia
Regia: R. Sejko
Uscita: 25 Novembre 2012
“And the sun will respect every face on the deck”
When the ship comes in – Bob Dylan
Quasi in corrispondenza del centenario dell’Indipendenza dell’Albania dall’Impero Ottomano (28 Novembre 1912), verrà proiettato ufficialmente il 25 Novembre Anija, il documentario del regista e giornalista albanese classe ’68, fuggito dal suo paese nel corso del grande esodo del 1991 per stabilirsi a Roma. Laureato in Lingue e Letterature Straniere alla Facoltà di Storia e Filologia dell’Università di Tirana, Roland Sejko lavora dal 1995 nel campo cinematografico ed è stato anche, per molti anni, direttore di Bota Shqiptare, l’unico periodico albanese pubblicato in Italia.
Dopo il debutto nel 2008 come sceneggiatore e regista con il documentario Albania il paese di fronte prodotto e distribuito dall’Istituto Luce, Sejko ritorna con un secondo lavoro, sempre di carattere documentaristico, incentrato sui tre grandi esodi degli albanesi, quelli del 1991 e quello del 1997, focalizzando l’attenzione soprattutto sulla partenza della nave e provando, come scrive nelle note di regia, «a scorporare “la folla” dell’esodo sulle navi, dando un volto alle persone che la componevano, attraverso le loro testimonianze». In 83 minuti di montaggio di materiale televisivo e cinematografico in parte inedito, raccolto negli archivi italiani, albanesi, francesi e inglesi e sulle note di una colonna sonora che merita di essere citata (B. Dylan: When the ship comes in, B. Smetana: Ma Vlast, Moldau, J. Offenbach: Barcarole da Les Contes d’Hoffman, C. Porumbescu: Rapsodia Romana, G. Fauré: Pavane, G. Puccini: Coro a Bocca Chiusa da Madama Butterfly, J. Strass: An der shönen blauen Donau, C. Saint-Saëns: Danse Macabre, Op.40), Sejko ci mostra, attraverso immagini di repertorio epiche, il volto di un’Albania arretrata e immiserita dall’organizzazione economica della dittatura di Hoxha e da decenni di isolamento dal resto dell’Europa. Oltre a questo, però, egli si concentra sulla narrazione delle storie dei singoli protagonisti del fantasmagorico flusso migratorio che ha solcato le acque dell’Adriatico alla volta delle sponde italiane e, attraverso la realizzazione di interviste ad alcune delle persone che comparivano, irriconoscibili e anonime nella folla in fuga, nelle fotografie diffuse dai media nel corso degli anni, dona allo spettatore la ricchezza di storie di migrazione uniche e irripetibili e restituisce a ciascuna di esse la profondità che le è propria e la dignità.
Presentato in concorso al Torino Film Festival 2012, Anija si inscrive, insieme ai documentari di grande valore politico e culturale di Andrea Segre, nell’alveo dei prodotti cinematografici più dignitosi e di respiro più internazionale di cui l’Italia si dovrebbe fregiare potendo attraversare una volta tanto a testa alta lo scenario culturale internazionale.
Manuela Materdomini