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Regia: David Michod
Joshua (James Frecheville), non proprio quel che si dice un ragazzo sveglio, dopo la morte della madre, si trasferisce a casa dei temibili criminali zii materni e della nonna (Jacki Weawer).
Il capo della banda a conduzione famigliare, Pope Cody (Ben Mendelson) vive nascosto perchè una squadra di poliziotti che non riesce ad incastrarlo ha deciso di farlo fuori. Quando la tensione tra la famiglia e una parte della polizia sfocia in guerra, Joshua si ritrova ad essere bersaglio.
Scena iniziale: su un divano sono seduti il giovane Joshua, completamente rapito da un quiz trasmesso alla tv, e sua madre che pare dormire profondamente.
Entrano due operatori sanitari che chiedono se è stato lui a chiamare l'ambulanza e perchè. Il giovane risponde svogliatamente che è stato lui a chiamarli e continua a guardare la tv. Poco dopo scopriamo che la mamma di Joshua è morta di overdose.
Basta questa prima folgorante sequenza, per capire che ci troviamo dinanzi a un film interessante, mentre, quello che verrà dopo ci porterà a considerare Animal Kingdom un ottimo, grande film.
Il regno animale del titolo è quello della criminalità di Melbourne dove le bestie annoverano tra le loro fila la famiglia Cody, bestie in pericolo che rischiano di essere sbranate da altre bestie.
Animal Kingdom (Premio speciale della giuria al Sundance 2010) è lo spettacolare esordio di David Michod, che dimostra di conoscere bene la materia trattata, infatti nonostante la tanta carne al fuoco, riesce ad essere sintetico e contemporaneamente a tratteggiare perfettamente le psicologie dei protagonisti.
I Cody sono animali feriti, senza scampo, destinati a morire, ma ancora capaci di sferrare colpi letali e Michod li bracca con la sua mdp, gli toglie respiro, si insinua nelle loro menti tossiche e amorali.
Nel noir del regista australiano non c'è spazio per inseguimenti spettacolari e infinite sparatorie, tutto si risolve con poche disturbanti parole e pochissime pallottole, al resto ci pensa nonna Smurf che con le sue unghie curatissime e trucco da vecchia baldracca, bacia sempre un pò troppo a lungo i propri figli, tanto da mettere i brividi e farci pensare a passate relazioni incestuose.
Più che Martin Scorsese, al sottoscritto il film richiama i lavori di Abel Ferrara e l'ultimo David Cronenberg.
Cupissimo, disturbante, torbido, malsano e ..... bellissimo!
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