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Animali da rimonta

Creato il 31 gennaio 2013 da Lucas
Dopo aver messo a cuocere le lenticchie, stasera ripensavo al resoconto di Paolo Pascucci sulla «Lettera della rimonta» che Berlusconi ha inviato ai coordinatori regionali del Pdl. 
La strategia è semplice: riunire 10 amici che ci credono e costituire un team della rimonta; ognuno di questi 10 membri del team dovrà contattare a sua volta altre 10 persone incerte e spiegare loro perché conviene votare ancora PdL. L'obiettivo è quello di costituire 20.000 team di 10 persone ognuno i quali dovranno contattare almeno 2 milioni di elettori moderati. Il Fatto la chiama catena di Sant'Antonio, e dice che segue di poco tempo il kit del candidato
Subito il pensiero è corso a una mia collega che mi faceva una capa tanta perché avviassi un'attività di vendita, che «non è una vendita, ma una filosofia di vita», ella mi diceva, ma i suoi eccitanti decolleté non sono riusciti a convincermi ad ascoltarla fino in fondo, l'ho sempre stoppata declinando; qualità dei prodotti e soldi facili conseguenti a parte, non ci riesco a convincere neanche mia madre, io, le dicevo, per favore non insistere, «eppure Luca, sapessi quanto si guadagna, c'è gente che ha smesso persino di lavorare», sì, forse, non ne dubito, ogni piramide ha una punta e una base di tanti mattoni schiacciati.
Preferisco la polvere.
Il pensiero ha poi cambiato direzione, è andato più indietro nel tempo, ai tempi in cui ho provato davvero a fare il venditore porta a porta, anche se neanche tra i venti e i venticinque avevo un eloquio da fellatio alla Maurizio Lupi. Gli oggetti della vendita non potevano essere che libri. La sede provinciale della Rizzoli cercava, infatti, dei venditori e io credevo che fosse qualcosa tipo fare il commesso in una libreria; e invece no, enciclopedie da vendere, in particolare un prodotto appena uscito rivolto ai ragazzi. In realtà non era un vero porta a porta. Noi informatori librari (andavamo in due, come gli sbirri) ci presentavamo a casa previo appuntamento, preso con il piccolo-grande inganno di iscrivere i bambini della famiglia alle selezioni dello Zecchino d'oro, manifestazione canora della quale la Rizzoli, all'epoca, era lo sponsor principale. L'iscrizione era chiaramente gratuita e non impegnava i genitori dei figli iscritti a comprare alcunché. Tuttavia ci consentiva di promuovere certi prodotti che, guarda il caso, portavamo nella nostra valigetta. Piccoli figli di puttana che cercavano di guadagnarsi il salario cercando di spacciare enciclopedie, insomma. E mi viene in mente la prima volta. Dato che io ero un pivello, dovevo essere addestrato. Il responsabile di zona chiamò apposta due famose venditrici regionali, due donne in tailleur, una bionda e una bruna, sulla quarantina entrambe, belle donne, non troppo "erotiche" nell'aspetto, dacché il principale componente della famiglia da convincere era la mamma. Io andai con la bionda, il collega mio coetaneo con la bruna. Quando, uscita dall'ufficio, la bionda in tailleur grigio si accorse che doveva salire sulla mia vecchia centoventisette verde pisello, notai in lei un ghigno di ripulsa, nonostante la macchina fosse tutta bella tirata a lucido (me la lavava mia zia a mano, con il glassex). Pochi chilometri silenziosi, poi una villetta bifamiliare, campanello, ci aspettavano. Vuole la bambina partecipare alle selezioni, eccetera, sì? Che cara, e mentre io prendevo nome e cognome, ecco la professionista estrarre dalla sua ventiquattr'ore il kit di vendita, composto da: un volume dell'enciclopedia, una videocassetta sugli animali (anche questa prima di una lunga serie), un vocabolario d'italiano e uno d'inglese. Le fu sufficiente un quarto d'ora per convincere i genitori sull'utilità dell'acquisto: 2.800.000 lire da pagare in comode rate. Bum, affare fatto, che bella bambina che avete, no grazie, non importa il caffè, l'abbiamo preso poco fa, arrivederci. Uscendo dalla casa, notai nella professionista il volto sicuro e soddisfatto di una che ha dimostrato di sapere il suo mestiere, mentre in me cresceva l'idea che quello era un mestiere di merda.
Dopo la lezione-tirocinio, l'indomani io e il collega partimmo da soli per la caccia. Scelsi io da chi iniziare. Una famiglia di piccoli imprenditori tessili che avevano laboratorio e casa nello stesso stabile. Parlai io illustrando il materiale del kit, loro m'interruppero, non avevano tempo da perdere, gli bastava solo l'enciclopedia e non le videocassette e preferirono farmi un assegno di un milione e mezzo che saldava subito il conto anziché pagare a rate. Cazzo, com'è facile, ci dicemmo, io e il collega. Ma fu solo un colpo di fortuna. Almeno per me.
Le settimane successive, infatti, riuscii a piazzare solo un'enciclopedia presso una biblioteca comunale. Non l'avessi mai fatto: il responsabile mi disse, infatti, che le biblioteche devono essere gli ultimi acquirenti, dato che, essendo pubbliche, offrono una consultazione gratuita.Decisi di abbandonare il lavoro e di farmi liquidare. Avevo guadagnato circa cinquecentomila lire. Non presi il vil denaro, ma mi comprai i primi cinque volumi della Grande Enciclopedia Filosofica della Marzorati, due dei quali dedicati al Pensiero cristiano. Cristo santo, che coglione.
Tutto questo m'è tornato in mente ascoltando Maurizio Lupi che spiega ai convenuti come funziona il kit e quale sia la strategia della rimonta. Le persone che dovranno essere contattate, dice Lupi, «sono persone indecise, sono persone che hanno dei dubbi, sono persone che volevano un contatto umano da parte nostra e che hanno sentito la televisione e la radio e hanno sentito che noi non avevamo fatto nulla in questi anni». Magari non aveste fatto nulla: avete fatto peggio di nulla, vale a dire schifo e ora volete fare la rimonta. La ri-monta. Ecco, spero vivamente che la maggioranza degli italiani non voglia nuovamente tale tipo di “contatto umano” e non sia più disposta a farsi ri-montare come Pasifae, ché questa volta il Minotauro che sortirà dalle elezioni, dopo il pelo, addenterà anche la carne.

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