Magazine Politica

Animali nel circo. Divertimento per noi, maltrattamenti e violenza per loro

Creato il 20 agosto 2011 da Lupoantonio

Quando arriva un circo nella nostra città, pensiamo subito al divertimento che può regalare a noi, ma soprattutto ai bambini. Pensiamo ai giocolieri, ai trapezisti, ai clown, ai comici, ai mimi, ai contorsionisti, agli animali. Ecco, gli animali. Sono proprio loro che ci offrono il vero spettacolo, sono la vera attrazione, con gli esercizi divertenti e buffi che suscitano la nostra simpatia.
Per noi il circo è divertimento. Ma gli animali si divertono? Cosa significa in realtà il circo per gli animali? La risposta è solo una: sofferenza!
Per gli animali il circo significa essere prigionieri a vita, significa subire continui spostamenti su automezzi, a volte inadatti, che creano loro grandi

disagi dato che avvengono in condizioni molto faticose e stressanti, significa sofferenza psicologica e fisica per i maltrattamenti e la violenza subita negli addestramenti (non è possibile costringere un animale selvatico a fare cose contro la propria natura senza usare la violenza).

Non è nella natura degli orsi ballare o di un elefante riuscire a rimanere sulle zampe posteriori sopportando il proprio peso di alcune tonnellate, e neanche per una tigre saltare attraverso un cerchio di fuoco. Per fare questi esercizi così pericolosi e innaturali sono costretti con percosse, con bastoni con punte di ferro, con la frusta, con pungoli elettrici. Non è naturale per tutti gli animali stare nelle gabbie strette e fredde o rimanere incatenati. E’ proprio la gabbia o la catena (come nel caso degli elefanti) la cosa più crudele, perchè in questo modo impazziscono di tristezza, di noia, di disperazione e di dolore. I momenti di libertà sono quelli in cui vengono costretti con violenza ad eseguire gli esercizi di addestramento. Il circo uccide la dignità e la libertà degli animali.

Gli animali sono fatti per vivere liberi nella loro terra di origine. E’ contro natura tenerli prigionieri, maltrattarli e umiliarli durante le loro esibizioni. Dietro il divertimento ci sono maltrattamenti e violenza. Per i circensi evidentemente tutto questo è naturale, non hanno un minimo di sensibilità.
La stessa Liana Orfei, in un suo libro, spiega che, per insegnare alle tigri a salire sugli sgabelli, si usano la fame e le percosse: “poi ricomincia la storia con la carne finchè la belva si rende conto che, se va sù, riceve dieci-dodici pezzettini di carne, se va giù la picchiano, e allora va sù”.

Cosa fare per impedire tutto questo? Occorre prendere coscienza della situazione del circo e proibire gli spettacoli dove sono presenti gli animali, insegnare nelle scuole ad amare e rispettare gli animali e, soprattutto insegnare ai propri figli il rispetto per chi soffre, che sia persona o animale. Ed infine, sarebbe opportuno evitare di andare a vedere spettacoli circensi dove si esibiscono gli animali.
Alcuni circhi in tutto il mondo hanno scelto di non utilizzare più gli animali. Il circo senza animali è sintomo di una società civile.


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog