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Anime dilaniate (Pt.1)

Creato il 20 settembre 2015 da Theobsidianmirror
Anime dilaniate (Pt.1)Sylvia C. stava ancora parlando, descriveva i luoghi dove viveva i suoi incubi, lo faceva dolcemente e ineluttabilmente. Barbara fece un respiro profondo e la interruppe. “Va bene. Molto, molto, bene. Adesso, voglio che ti concentri su te stessa in quei luoghi. Chi sei? Hai un nome?" Sylvia esitò. “Cass… Cassilda.” Qualcosa nelle profondità inesplorate della sua anima si era rigirata come un coltello nella carne. Cassilda. Una confusa rete di relazioni, di vaghe parentele, di intere dinastie, iniziarono a prendere forma dentro di lei. Avrebbe voluto ricacciare indietro quei pensieri ma le esigenze della sua professione prevedevamo il contrario.“Raccontami della tua famiglia, Cassilda. Dimmi di…” Barbara esitò, abbassando lo sguardo. “Dimmi degli Aldones. È un nome che conosci? È una famiglia?". L’espressione di Sylvia si indurì. “Sì”.“Qual è la sua relazione con te?".“Cugino e usurpatore. Traditore. Poiché era un uomo, aveva invocato per sé il diritto alla successione ma non è sopravvissuto abbastanza per profanare il trono di nostro padre.”. Un sorriso inquietante saettò attraverso il volto della ragazza. “Come premio per la sua ambizione, gli ho inviato il segno giallo”.Già altre volte, in questa serie di articoli, ci siamo posti la questione di quale sia la reale natura del segno giallo. In un paio di post eravamo arrivati a distinguere due facce dell’elemento: da una parte esso si direbbe essere il simbolo che identifica la dinastia reale a cui la nostra mitologia fa riferimento, dall’altra sarebbe una porta in grado di mettere in comunicazione questo mondo con un mondo alternativo di terrore e di follia. C’è un terzo aspetto che però forse non abbiamo ancora approfondito: il segno giallo sembrerebbe anche essere un messaggero di morte.
Lo si è d'altra parte già intuito leggendo "Il riparatore di reputazioni": chiunque riceva il segno giallo è destinato a una morte precoce. Probabilmente ciò avviene in virtù di una sorta di controllo mentale che il mittente ottiene nei confronti del prescelto. Il brano riportato in apertura ne è solo un esempio. Una giovane donna, di cui conosciamo solo il nome e l’iniziale del cognome, è sottoposta a cure psichiatriche da parte di tale dottor Monte Spielman e della sua collega Barbara Post. La ragazza è soggetta a certi misteriosi incubi interpretati da Spielman come frutto di una violenta schizofrenia paranoide, caratterizzata da sdoppiamento della personalità e da un singolare fenomeno di agorafobia particolarmente accentuato nelle ore dopo il tramonto. Il racconto da cui è tratto il suddetto brano si intitola “Tattered Souls” (letteralmente “anime sbrindellate”, anche se in questa sede ho preferito utilizzare il termine "dilaniate"), scritto da Ann K. Schwader nel 2003 e incluso nell’opera “Strange Stars and Alien Shadows” edita dalla scomparsa Lindisfarne Press. Tenete a mente il nome di Ann K. Schwader, perché ci capiterà di parlarne nuovamente in futuro. Per il momento credo basti sapere che si tratta di una scrittrice e poetessa americana specializzata nel genere dark, horror, fantasy e sci-fi, finalista del Bram Stoker Award nel 2010 e presente in numerose raccolte Chaosium quali “The Nyarlathotep cycle” e “The Innsmouth cycle”, entrambe chiaramente di ispirazione lovecraftiana.
Anime dilaniate (Pt.1)Cosa c'è di particolarmente interessante in questo racconto? Innanzitutto, come abbiamo detto, scopriamo un nuovo aspetto del Segno Giallo che non conoscevamo, in secondo luogo riusciamo a fare qualche ulteriore passo avanti tra i personaggi de "Il riparatore di Reputazioni" di Robert W. Chambers e il loro ruolo all'interno della cosiddetta "Dinastia Imperiale d'America", la quale, mi sento di azzardare, pare non essere altro che la materializzazione terrestre di un'altra ben più terribile dinastia, quella del fantomatico Re in Giallo.
In questo “Tattered Souls” facciamo la conoscenza, come dicevamo, di una certa Sylvia C., la quale sembra da subito avere parecchio a che fare con le vicende di nostro interesse. Il medico che l'aveva in cura, Monte Spielman, aveva tentato di dare una spiegazione agli incubi ricorrenti della giovane attraverso un'indagine nel suo passato, alla ricerca di qualche trauma legato verosimilmente alla sua infanzia. Su una grande lavagna appesa alla parete il medico aveva iniziato a scrivere alcune parole e soppesare, al contempo, la reazione della paziente, una parola nuova ad ogni successiva seduta: ZIA, ZIO, MADRE, PADRE.... fu proprio il giorno in cui toccò alla parola PADRE che la ragazza ebbe una reazione inaspettata: prese il gesso giallo e, rapidamente, si mise a disegnare un simbolo, quasi uno scarabocchio, sulla lavagna. Un simbolo dal significato oscuro, ma che era in qualche modo collegato con l'ultima parola scritta sulla lavagna. Il dottor Spielman decise di proseguire il test in quella stessa direzione, prese il gessetto e scrisse CUGINO. Gli avvenimenti precipitarono: Sylvia afferrò uno straccio e tentò di cancellare freneticamente quest'ultima parola prima di venire bloccata e chiudere, per reazione, ogni nuovo tentativo di percorrere tale strada. Per caso il pensiero di qualcuno di voi è già corso ai cugini Louis e Hildred Castaigne citati ne "Il riparatore di reputazioni"? Se è così, allora siete già sulla buona strada.
Su richiesta di Spielman la dottoressa Barbara Post si inserisce, suo malgrado, nella vicenda per tentare una seduta di regressione ipnotica sulla giovane. Quest'ultima, ben disposta nei confronti della nuova arrivata, si presta favorevolmente all'esperimento, manifestando il proprio desiderio di superare i propri incubi notturni.
"Di quali incubi stiamo parlando?" chiese alla paziente. "Temi forse che i trattamenti psichiatrici possano indurti nuovi incubi?". "Qualsiasi cosa facciano, temo possano fermarli prima che ne comprenda il significato. Ultimamente ho iniziato a prendere nota, al mio risveglio, del contenuto dei miei incubi su di un piccolo quadernetto, ma temo che come idea non abbia funzionato un granché. Tutto ciò che mi rimaneva era una strana sensazione di terrore. La gente muore nei miei sogni, dottoressa Post, la gente muore e io non posso farci nulla... anzi, recito addirittura una parte decisiva nella scena delle loro morti.". "Quale parte? Puoi descrivermi esattamente il tuo ruolo?". Sylvia scosse la testa. "No, ed è per questo che intendo sottopormi a regressione ipnotica. Forse quegli eventi non sono successi solo nei miei sogni... li percepisco, come dire, in qualche modo familiari." Dopo un momento di esitazione Sylvia proseguì: "E anche lei, dottoressa, mi è in qualche modo familiare". 
Ecco quindi che di nuovo viene a realizzarsi un binomio già visto. Qualcosa di sinistro, di imperscrutabile, di indistinto, ancora una volta funge da legame tra un medico psichiatra e un personaggio che sembra avere qualcosa a che fare con la mitologia in giallo.
Ma chi è infine Sylvia C.? Una schizofrenica paranoide oppure... Oppure c'è dell'altro? La sindrome da sdoppiamento di personalità diagnosticata da Monte Spielman era da ritenersi esatta oppure in quel lato nascosto della sua mente esistono interi mondi, forse mai calpestati da piedi umani? E che dire di quel segno giallo tracciato sulla lavagna? Si tratta forse di un messaggio proveniente dalla perduta città di Carcosa? E sarà quel segno a costringere una sera Monte Spielman ad infilarsi la federa di un cuscino sulla testa (The Pallid Mask?) prima di stringersi una corda attorno al collo e togliersi la vita?
CONTINUA

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