senato.it – Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-01717 Condividiamo e ringraziamo la Sen. Donno per aver posto al centro di una interrogazione parlamentare la questione etichettatura, che il recente piano di settore non ha risolto, e la necessità urgente di una revisione normativa della legislazione che i consumatori e gli allevatori attendono da anni. Lo ha dichiarato Saverio De Bonis, presidente Anlac, associazione nazionale liberi allevatori di conigli, in una nota dell’associazione che da anni si batte per il bene di questo settore.
L’ interrogazione, firmata anche da Gaetti, Casaletto , Lezzi, Buccarella, Fucksia, Montevecchi, Bertorotta, Endrizzi, Bocchino, Vacciano, chiede ai Ministri delle politiche agricole alimentari e forestali e della salute se non intendano intervenire con urgenza presso le competenti istituzioni europee, in coerenza con gli impegni già assunti, per introdurre l’obbligo di etichettatura di origine anche per le carni di coniglio intero e porzionato al fine di prevenire frodi, garantire una maggior certezza giuridica a tutti gli operatori della filiera e una corretta informazione ai consumatori.
Nel documento – evidenzia l’ Anlac – si chiede al governo “di reprimere il commercio di prodotti falsamente indicati come nazionali e attivare uno specifico programma di controlli per contrastare qualsiasi fenomeno di contraffazione e di pirateria nel settore cunicolo”.
Questo spiega la Sen Donno “affinchè sia adottato un programma nazionale di monitoraggio e di controllo specifico nel settore anche attraverso test sanitari tesi a verificare la presenza di residui nel prodotto importato, da effettuarsi soprattutto presso i depositi di carni all’ingrosso, nei laboratori di sezionamento, nei magazzini frigoriferi in outsourcing e sulle navi frigo destinate al trasporto di carico refrigerato, congelato o surgelato che attraccano nei porti italiani”.
L’ interrogazione chiede poi al Governo “un effettivo controllo, sia presso le industrie di macellazione cunicola sia presso i laboratori di sezionamento, dei flussi di animali importati nonché per la trasparenza, nelle piattaforme della distribuzione organizzata, della tracciabilità della carne cunicola al fine di prevenire e reprimere frodi di natura fiscale e in un’ottica di lealtà delle transazioni”.
L’ interrogazione – conclude la nota – impegna poi l’esecutivo “ad assumere misure che scongiurino l’utilizzo, da parte di importatori italiani, della stampigliatura “made in Italy” su conigli provenienti da altri paesi europei, in assenza di processi di lavorazione o trasformazione sostanziali nei laboratori italiani”