Magazine Cinema
The Spooky Bunch (1980)
The Story of Woo Viet (1981)
Boat People (1982)
Love in a Fallen City (1984)
The Romance of Book and Sword (1987)
Princess Fragrance (1987)
Starry Is the Night (1988)
Song of Exile (1990)
Swordsman (1990) (uncredited)
My American Grandson (1990)
Zodiac Killer (1991)
Boy and His Hero (1993)
Summer Snow (1994)
The Stunt Woman (1996)
Eighteen Springs (1997)
As Time Goes By (1997)
Ordinary Heroes (1998)
Visible Secret (2001)
July Rhapsody (2002)
Jade Goddess of Mercy (2003)
The Postmodern Life of My Aunt (2006)
The Way We Are (2008)
Night and Fog (2009)
All About Love (2010)
A Simple Life (桃姐) (2011) - 4/5
Hui (1947) è una regista di Hong Kong attiva al cinema già dal 1979 (assieme a quella schiera di registi, Tsui Hark in primis, emersi nella città nel decenio '80, che ha fatto parlare di New Wave Hongkong-ese), ma poco conosciuta in occidente. Ha lanciato l'attore Andy Lau nel suo Boat People (1982) ed è tornata a collaborare con lui per A Simple Life (2011).
-A Simple Life
Cina (Hong Kong) 2011 - commedia - 118min.
Storia vera. Hong Kong. L'amah (= donna di servizio) Chung Chun-tao, detta Tao (Deanie Ip), al servizio della famiglia Lee da 60 anni, è colta da malore. Soccorsa da Roger (Andy Lau), produttore cinematografico residente ad Hong Kong ed attuale membro della famiglia a beneficiare dei servigi dell'anziana, Tao si licenzia, impiegando i risparmi di una vita per pagarsi un posto in una casa di accoglienza per anziani, scomparendo in silenzio e tranquillità senza dar peso ai suoi datori di lavoro. Roger non la abbandona, ed anzi col passare del tempo si rende sempre più conto dell'importanza che la donna ha ricoperto nella sua vita. Man mano le condizioni di salute di tao peggiorano.
Coppa Volpi a Deanie Ip per la miglior interpretazione femminile, a Venezia 2011.
La figura dell'amah è (o era) diffusa in Cina: una collaboratrice domestica che vive con (e lavora tutta la vita per) una sola famiglia. Roger Lee è un vero produttore, ed ha co-finanziato il film che è diretto da una regista da noi poco nota, ma attiva nel cinema già dal 1979.
Il cast è una compagine conosciuta in Oriente, e non solo: la Ip è un volto noto della cinematografia hongkong-ese, mentre Andy Lau ha preso parte a molte pellicole note (As Tears Go By e Days of Being Wild di Wong Kar-wai, La foresta dei pugnali volanti di Zhang Yimou, il recente Detective Dee e il mistero della fiamma fantasma di Tsui Hark, il quale compare in un cameo in questo film).
Commedia dai risvolti drammatici, A Simple Life condensa la vocazione alla verosimiglianza di stampo neorealista, il “fascino discreto” e tutto orientale per il vedo-non vedo delle emozioni umane, esibite e trattenute dai/nei personaggi, una sensibilità estremamente femminile, incanalata in uno sguardo registico “materno” nei confronti del protagonista: è come se l'occhio della telecamera fosse l'occhio di Tao che guarda Roger. Ann Hui riesce insomma a trasmettere l'affetto provato dall' amah nei confronti del suo padrone, e viceversa, aumentando di intensità con lo scorrere dei minuti. Quando la vicenda si focalizza su Tao e la sua vita nell'ospizio, la tristezza pervade la visione: pur nella sua dignità, questo parcheggio temporaneo per moribondi fa riflettere sulla cinica spietatezza con cui condanniamo silenziosamente alla semi-clausura i soggetti non più utili alla società perché non più produttivi.
Ma il tono della pellicola non scivola mai nel dramma più ostentato, e qui sta l'elemento che più ho apprezzato: la lietezza del vivere fino alla fine una vita semplice ma votata ai propri compiti; una lavoratrice indefessa ma anche una donna amorevole; ritrovati rapporti umani che aboliscono le sudditanze lavoratore-padrone. Il film non è una sineddoche di una visione più ampia: non vuol essere il sogno di un ribaltamento di prospettive sociali o altro. Semplicemente è un racconto biografico che fa riflettere senza il bisogno di didascalismi.
Un esercizio di moderazione stilistica e recitativa di notevole livello, supportato da un apparato tecnico efficace (solo l'accompagnamento pianistico può risultare alle volte stucchevole; difetto minore, comunque).
Da vedere.
Voto: 4/5
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