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Anna Bolena: l’Infelice Regina del Melodramma

Creato il 27 gennaio 2015 da Dietrolequinte @DlqMagazine
Anna Bolena: l’Infelice Regina del Melodramma

Probabilmente la più infelice, ma allo stesso tempo intrigante delle regine è lei, Anna Bolena, la seconda e sventurata consorte del re Enrico VIII, madre della grande sovrana inglese Elisabetta I, processata e decapitata per adulterio, incesto, stregoneria e alto tradimento nonostante la sua reale innocenza. Sulla sua figura e vita, storia e leggende a volte si mescolano avvolgendola in un alone di mistero e intrigo. Sarà stato proprio per il fascino di questo soggetto che il librettista free lance Felice Romani e il compositore Gaetano Donizetti crearono il melodramma Anna Bolena, andato in scena al Teatro Massimo Bellini di Catania con la direzione di Antonio Pirolli e la regia di Marco Carniti.

Ispirandosi non solo ai fatti storici ma anche alle interpretazioni letterarie del tardo settecento (l' Henri VIII di Marie-Joseph Chénier e l' Anna Bolena di Alessandro Pepoli), Romani e Donizetti modellano un personaggio infelice e sventurato, disperato e folle, colto negli ultimi momenti della sua esistenza e con il quale il pubblico riesce tuttora ad immedesimarsi. Il repentino passaggio dall'amore all'odio, dall'essere la favorita di Enrico allo scomodo ruolo di acerrima nemica, di vecchia moglie ormai dimenticata di cui disfarsi, uccidendola, per prenderne una nuova, rendono il dramma Anna Bolena estremamente e tristemente attuale. Ci ricorda, ahimè, i diversi casi di cronaca nera ed in particolare di femminicidio in cui la donna perisce per l'odio accecato e la folle violenza di uomini indegni di questo nome.

Risulta particolarmente eccellente l'interpretazione di Rachele Stanisci nel ruolo di Anna, capace di mettere in scena le forti emozioni di rimpianto per il passato e per i trascorsi momenti di felicità accanto a Lord Riccardo Percy e di follia profetizzando sventure. Altrettanto encomiabile è la prestazione del mezzosoprano José Maria Lo Monaco che ha saputo interpretare Giovanna di Seymour, la damigella di Anna, con grande perizia e doti canore, caratterizzando il personaggio dilaniato dall'amore per Enrico e dai sensi di colpa verso Anna ("straziata dai rimorsi... ed infelice" dice Giovanna nel secondo atto). Grande maestria anche nella performance del tenore Giulio Pelligra nel ruolo di Lord Riccardo Percy, che dimostra una grande padronanza scenica oltre che una grande forza canora. Risulta come sempre eccellente la prestazione dei componenti del Coro e dell'Orchestra del Teatro Massimo Bellini diretti dal Maestro Antonio Pirolli e dall'Aiuto Maestro del Coro Gaetano Costa.

Particolarmente innovative le scelte del regista milanese Marco Carniti che rappresentano una Anna Bolena intima, una tragedia privata che lascia sullo sfondo il coro/opinione pubblica escludendolo da giochi e intrighi di corte che coinvolgono i reali protagonisti della vicenda. Innovazione ed estrema essenzialità che si riflettono di conseguenza nella scenografia ideata da Francesco Scandale, che però si rivela particolarmente scarna e minimalista, poco consona ad inscenare il dramma seppur intimistico della corte inglese, ad eccezione dei tavoli mobili che riescono a ben raffigurare il gioco del potere e il tribunale di condanna.

Inoltre, stride parecchio l'accostamento tra una scenografia così moderna ed essenziale ed i costumi di scena realizzati in pieno stile tardo cinquecentesco, dando allo spettatore un senso di spaesamento ed incongruenza. Ciò nonostante risulta molto piacevole la rappresentazione di Marco Carniti che ci regala una Anna Bolena densa di pàthos e dramma, e di scelte di regia innovative ed interessanti.

Fotografie di Giacomo Orlando per il Teatro Massimo Bellini di Catania


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