Magazine Cultura
Pinkafé è lieto di ospitare un’autrice italiana che esordisce nell’historical fiction con "La notte del vento e delle rose" a cura di Leggereditore.
Anche se questo è il suo primo romanzo a sfondo storico, Anna Bulgaris si è imposta all’attenzione del pubblico per diversi racconti e per la pubblicazione con Lite Editions di due romanzi erotici: "Lila dei lupi d’argento" e "Gioco pericoloso".
Nel suo nuovo libro, Anna Bulgaris riesce a coniugare con vera maestria la sua vena di scrittrice sensuale con l’avventura e un periodo storico di grande interesse, ricostruendo un affresco sapiente senza mai tralasciare l’approfondimento psicologico dei personaggi.
Benvenuta Anna. Chi ha letto i tuoi romanzi erotici e chi, invece, ancora non ti conosce come autrice, sarà certamente curioso. Vuoi presentarti ai nostri lettori?
Ciao Faye, sono molto felice di essere qui con voi.
Dunque chi è Anna Bulgaris… di certo è la proiezione delle mie fantasie, un nome che identifica la parte meno concreta di me, e che mi permette di accedere a mondi lontani, viaggiare nel tempo, trasformarmi in chi desidera comprendere fin dove è disposta a spingersi per amore. Ed ecco trovata forse l’unica costante in tutto ciò che scrivo: l’amore. Non è forse ciò che muove il mondo? É un bisogno primario, è ciò che tutti vogliono. Scrivere d’amore è ciò che faccio, non importa l’ambientazione, il periodo storico, o il contesto sociale. È comunque amore. Sono una donna romantica, che ama i fiori, la natura, il respiro del mare e i libri. Adoro le cose semplici, e sono sostanzialmente un’osservatrice. Ci sono davvero poche cose che mi annoiano, la vita per me è piena di deliziose scoperte.
I lettori ti conoscono già attraverso i tuoi racconti erotici, ma in realtà è questo romanzo il tuo vero esordio letterario. Vuoi raccontarci come mai, per il tuo primo lavoro, hai scelto di confrontarti con l’historical fiction ?
La storia è un mondo affascinante, denso di avvenimenti straordinari, di uomini e donne capaci di grandi ideali, e intense passioni. Vivevano in luoghi affascinanti come i castelli, indossavano abiti da sogno, sapevano muoversi in contesti così difficili da avermi ispirato sempre una grande ammirazione. È stato quasi naturale dunque ambientare il mio primo romanzo in un’epoca lontana. Quando ancora “La notte del vento e delle rose” era solo un’idea ho partecipato a un gioco, un esperimento tra aspiranti scrittrici. Qualcuna ha scelto il periodo napoleonico come ambientazione di una serie di racconti. Io però non volevo scrivere di Napoleone, ma il periodo mi piaceva. Era un’epoca piena di cambiamenti, grandi scoperte. Anche la moda femminile aveva abbandonato i rigidi corsetti per linee più morbide, colori più decisi. La guerra tra la Francia e l’Inghilterra aveva lasciato tracce indelebili e la gente voleva ricominciare a vivere.
La notte del vento e delle rose è un grande romanzo di storia ma soprattutto d’amore. I protagonisti, Julia e Christian resteranno a lungo nella memoria dei lettori per le loro passioni e per il carattere analizzato con rara sottigliezza psicologica. Vuoi parlarci di loro?
Ho sempre pensato che l’amore da solo non basta, e che molto spesso le persone non riescono ad amarsi come dovrebbero perché non è giunto il loro momento.
Per Christian e Julia è stato così. Lei è una giovane aristocratica rinchiusa in un convento fin da bambina e poi liberata per essere data in moglie. Una consuetudine a quei tempi.
Julia ha paura di tutto e non conosce se stessa. In tutti quegli anni passati a espiare colpe che non le appartengono ha cercato unicamente di restare viva. L’amore per Christian l’ha travolta, ha invaso un’anima vuota e preso possesso di ogni fibra del suo essere. Esattamente come gli innamoramenti ossessivi dell’adolescenza, quelli che tutti abbiamo vissuto almeno una volta; tra di loro non c’erano le basi per un amore così profondo. Era solo desiderio d’amare. Era bisogno.
Christian dal canto suo è un uomo concreto, pratico, freddo. Quella giovane così diversa da tutte le dame che conosce gli è entrata sotto la pelle e ha fatto leva sul senso innato di protezione, e sul suo onore. Ma Julia sconvolge il mondo di Christian, e questo è qualcosa che un uomo come lui non può permettere.
Un avvenimento imprevisto travolgerà le loro esistenze. Da quel momento in poi, per entrambi, ogni cosa cambierà. Sarà il tempo a dare loro la possibilità di crescere, di ritrovarsi, e infine giungerà il loro momento.
Cosa ti ha portato a scegliere un periodo così poco conosciuto nella storia italiana?
Non volevo limitarmi a un’ambientazione unicamente italiana e così ho trovato un momento in cui gli interessi inglesi nella penisola Italiana erano molto forti. Nel 1799 Il regno di Napoli era sotto il controllo inglese, e così tutto ha avuto inizio.
Nelle note storiche del tuo libro precisi che hai privilegiato le testimonianze di chi ha vissuto in prima persona quelle terribili giornate che fanno da sfondo alla tua storia. Vuoi parlarci del lavoro di ricerca da te fatto sulle fonti storiche?
Credo che quando ci si accinge a scrivere di un determinato argomento lo si debba conoscere bene. La documentazione storica mi ha portato via un lungo periodo. Non volevo sapere unicamente che un dato avvenimento era accaduto presumibilmente in un certo periodo, io volevo sapere tutto. Le vicende narrate nel romanzo, la presa dei forti, l’esecuzione di Caracciolo, l’arresto di Luisa Sanfelice e della magnifica Eleonora Fonseca Pimentel sono solo alcuni aspetti di questo periodo così travagliato. È stato sconcertante scoprire che esattamente come oggi, ognuno avesse una personale opinione su ciò che accadde in quegli anni. In alcuni casi c’erano tre, quattro, alcune volte cinque date su un unico avvenimento. È stato allora che ho deciso di privilegiare chi a quei fatti aveva assistito. Per mia fortuna ho trovato due diari che ricoprivano interamente i tre mesi di feroce restaurazione borbonica trattati nel romanzo. Il fatto che appartenessero a due schieramenti opposti, inglese e napoletano, mi ha permesso di comprendere meglio dinamiche importantissime. Allo stesso modo tutto ciò che ho letto mi ha consentito di farmi un idea precisa sui personaggi storici che vivono nel romanzo, da Ferdinando IV di Borbone, re dei Lazzari, alla seducente Emma Lyon Hamilton, al suo amante Orazio Nelson. Maria Carolina è stata una scoperta, una regina apparentemente forte, in realtà distrutta dai lutti: l’uccisione della sorella Maria Antonietta di Francia, la morte dei piccoli principi, uno dei quali morto durante la fuga da Napoli.
Il tuo romanzo si sposta dall’Inghilterra all’Italia; è stato difficile passare dalle fredde atmosfere britanniche a quelle ben più calde della Repubblica Partenopea?
In realtà no. Dopo aver letto tanto di entrambi i paesi, averli visti, e studiati, avevo chiaro in mente ogni dettaglio. Io vedo quei mondi. Vedo i personaggi, essi vivono nella mia mente, e quando sento la loro voce posso scrivere di loro. Solo una volta durante la stesura del romanzo mi è capitato di conoscere un personaggio che non avevo previsto. E ne sono rimasta sconvolta. Si trattava di una fanciulla Sophie De Blessie, una creatura indimenticabile. Ecco, quando questo accade la scrittura mostra il suo aspetto più magico.
Nel libro personaggi famosi quali Orazio Nelson o Eleonora Fonseca Pimentel , si alternano a indimenticabili figure create dalla tua fantasia. Alcuni tuoi personaggi sembrano chiedere a gran voce, dalle pagine del libro, una loro storia personale. Li accontenterai? E soprattutto, accontenterai i lettori con un sequel?
Ho già cominciato a scrivere “La custode del Sator”, il libro dedicato a Drew Wakefield. Ho anche un’idea precisa su Enrico Mirabelli e una certa signora che renderà la vita di questo capitano sanfedista, molto movimentata.
Quando scrivi segui un tuo particolare processo creativo?
Navigare a vista è qualcosa che non fa per me. In genere la prima cosa che vedo sono i personaggi, loro restano nella mia mente e mi raccontano la loro vita. Poi comincio le ricerche, e solo quando ho un’idea abbastanza chiara di quello che mi aspetta, parto con la prima stesura.
Cosa ne pensi del rinnovato interesse dei lettori italiani per la fiction storica a sfondo romantico?
Viviamo in un mondo frenetico, non c’è più spazio per la contemplazione di un tramonto, per osservare un cielo pieno di stelle. Ma se ci inoltriamo nella lettura di un romanzo storico ritroviamo ciò che abbiamo perduto, viviamo attraverso chi invece questo tempo lo possiede ancora. I lettori italiani lo hanno capito.
La tua fantasia ha mai pensato di spaziare in altri generi? Cosa c’è nei progetti futuri di Anna Bulgaris?
L’amore sempre e comunque, senza limiti, e senza inibizioni. Considerando la mia passione per la storia, il fatto che la scrittura per me è materia di studio, che mi piace sperimentare in nuovi generi… direi che ci sono tante, tantissime cose.
Non possiamo che ringraziare Anna Bulgaris per la sua cortesia, la disponibilità e soprattutto l’amore con il quale ha risposto alle nostre domande.
L’amore che pervade la sua vita e che dalle pagine dei suoi romanzi illumina la fantasia.
A presto, Anna!
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