«SOMETIMES I FEEL RIDICULOUS BUT IT'S IN A GOOD WAY».
Da Bari a Tokyo, con furore: direttrice di Vogue Japan e amante della moda a tal punto da esibirne l'eccesso e diventare icona di stile o del trash, a seconda dei gusti.
Questa è Anna dello Russo, proprietaria di due appartamenti attigui in zona Corso Como a Milano, uno per sè e uno per l'archivio-magazzino-museo dei suoi vestiti (che indossa una ed una sola volta) e le sue scarpe (più di quattromila paia), colei che non esce mai di casa senza aver indossato qualcosa di luccicante e che ci rientra sfregandosi i piedi in uno zerbino Chanel.
Per uno strano meccanismo della psiche, accade che il TRASH assuma il potere di generare ammirazione anziché sdegno: i fans di Anna sono tantissimi e non ce li ritroviamo solo sui binari della ferrovia in pose da prediciottesimo.
Sembra un'eresia poter dire che Anna, con un curriculum pluri-stellato nel settore della moda innalzato alla Vogue-potenza, che indossa abiti dei più importanti stilisti del mondo e che possiede scarpe e accessori tra i più desiderati, sia TRASH. Eppure... se Anna Dello Russo fosse una pietanza sarebbe un TRIONFO DI FRUTTA: sapete quei piatti in cui il cibo è abbondante, rigoglioso e pieno di colore al limite del tamarro? Eppure è frutta, la più fresca, la più prelibata... quella che peraltro lei si mette in testa.
Anna indossa i capi più alla moda noncurante di come le stiano,se essi valorizzino o meno la sua figura piuttosto che i suoi difetti.Qui sopra ci dà la conferma che i cappotti oversize rosa marshmallow non sono per gli umani.
Sulla destra possiamo scorgere un sacerdote in missione per la sua redenzione.
Smutandata is good.
Due rari momenti casual della vita quotidiana di Annina nostra.
Un'imperdibile puntata de I menù di Benedetta in cui Anna ammira l'ampiezza della cucina della Parodie le suggerisce di adibirla a guardaroba, per fare cosa migliore.
«Ho un fidanzato, ma non vive con me perché non c'è spazio per i suoi vestiti».