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Anna Karenina (1997) – Bernard Rose

Creato il 03 marzo 2014 da Maxscorda @MaxScorda

3 marzo 2014 Lascia un commento

Anna Karenina (1997)
Iniziamo con questo film una retrospettiva sulle trasposizioni cinematografiche del celebre romanzo di Lev Tolstoj. Si dira’ "perche’ Anna Karenina"?
Confesso una passione smodata per il libro, seconda soltanto a "Guerra e pace". Entrambi monumentali ed entrambi impossibili da portare in altri contesti che non riguardino la carta stampata e anche qui, bisognerebbe imparare il russo soltanto per il piacere di leggerli in lingua originale. Malgrado cio’ ed in fondo proprio la loro inarrivabilita’ stimola la voglia di scoprire come sia possibile comprimerli nello stretto recinto dei 35 millimetri. Con "Anna Karenina" poi, il gioco e’ paradossalmente piu’ difficile, perche’ se il respiro di "Guerra e pace" mette immediatamente di fronte all’arduo anzi impossibile lavoro da svolgersi, la sintesi qui e’ talmente elementare – lei abbandona la famiglia per il bellissimo lui pagandone le conseguenze – spinge per tentare altre forme di traduzione.
Cosi’ e’ stato evidentemente se tante e tante versioni si susseguono sin dal 1911, anno del primo film e hanno visto cimentarsi grandi attrici come la Garbo, la Leigh sino ad arrivare alla recente incarnazione della Knightley. 
Parimenti inutile ogni mio riassunto dove mille altre contesti gia’ lo fanno con maggior precisione.
Il giudizio che mi resta puo’ solo essere in levare, ragionare su come si siano limitati i danni e sfruttato quanto di meglio estro, tempo e mezzi hanno permesso ai registi e alla produzione tutta.
Questa recente versione diretta da Bernard Rose, regista molto affezionato a Tolstoj, vede  Sophie Marceau e Sean Bean nei panni dei due protagonisti principali, Anna Arkad’evna e il conte Vronskij, scelta direi azzeccata piu’ per il fascino innegabile di entrambi che altro. Due attori discreti, anche se Bean e’ al suo meglio, che incarnano il giusto grado di passione e tragedia che permea la vicenda.
Bravo Alfred Molina che ben interpreta Levin, dando volto e ragione a quella borghesia "illuminata" che da li a poco aprira’ le porte a Lenin per poi in seguito essere spazzata via dalla ferocia stalinista.
Cio’ che non ho approvato e mai approvero’ sono i cambi troppo marcati del testo. Se i compromessi sono inevitabili e i tagli necessari, trasformare la Karenina in una drogata paranoide per accelerarne la fine, potrebbe in apparenza sembrare un artifizio necessario ma resto dell’idea che o si trova un modo per rendere al meglio il personaggio o non lo si piega soltanto perche’ e’ impossibile riassumere la storia e altre versioni lo dimostrano.
E’ un peccato perche’ tolta la parte finale, la vicenda scorre bene e col giusto grado di attenzione al soggetto
Il mio giudizio non puo’ essere percio’ positivo ma tolto questo restano i gusti e i diversi accenti che ognuno di noi avrebbe usato per raccontare una storia impossibile da raccontare, solo da leggere.

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