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Anna Karenina secondo Joe Wright

Creato il 15 marzo 2013 da Siboney2046 @siboney2046

anna

Nonostante il mio grande amore per Joe Wright le mie aspettative sul suo Anna Karenina erano piuttosto scarse: non perché dubitassi delle sue, a mio parere, eccelse doti da cineasta, ma perché è mia consolidata opinione che un bel film tratto da un libro di Tolstoj sia impossibile. Le storie dei romanzi russi, ed in particolare quelli di Tolstoj, per quanto non sempre incontrino il mio gusto, incarnano un tale livello di complessità narrativa che renderle in una pellicola senza farle sembrare scialbe o banali mi sembra impossibile (a tal proposito, se avete qualche dubbio, provate a guardare il terribile Anna Karenina di Bernard Rose del 1997 con Sophie Marceau: un orrore!). Questo libro, come Guerra e Pace, non raccontano solo vicende umane ma contengono serissime ed interessanti riflessioni storiche, politiche, filosofiche e sociali che, purtroppo ma inevitabilmente, devono essere sacrificate per essere riprodotti cinematograficamente: il rischio diventa quindi di trasformare la storia di Anna in quella di una banale desperate housewife. Per questo ero dubbiosa sulla fatica ultima di Joe Wright e sulla sua capacità di creare anche in questo caso un grande film.

Ebbene, anche stavolta Joe ce l’ha fatta! Per me questo giovane regista che ha all’attivo ancora poche pellicole ma molti capolavori ha saputo reinterpretare una storia così nota e difficile in una modalità completamente inattesa regalando speranza a tutti coloro che si approcciano ad un grande classico della letteratura per farne un film. Quello che ho visto è stata una vera e propria dichiarazione d’amore all’arte in ogni sua forma: alla letteratura per il tema scelto; al cinema, per il mezzo espressivo; al teatro, per l’espediente narrativo; alla pittura, per il gusto visivo; alla danza, per le continue coreografie; all’alta moda, per l’impegno nella realizzazione di indimenticabili costumi (che sono valsi un Oscar alla pellicola grazie alla costumista Jacqueline Durran che ricorderete per l’indimenticabile abito verde di Espiazione).

L’ineguagliabile gusto estetico di Wright è riuscito a creare qualcosa di sperimentale ma al contempo classico come poche opere cinematografiche: cosa c’è di più classico del teatro?! Ebbene, ho trovato letteralmente geniale la scelta di rappresentare tutte le scene ‘al chiuso’ come il susseguirsi di un’opera teatrale: la continuità delle vicende, con lunghissime sequenze che si compenetrano l’una nell’altra mi ha lasciato mozzafiato e stordita per quanto belle. Il cinema diventa teatro e di conseguenza i movimenti, le pose, le azioni degli attori diventano esagerate, studiate ma vengono realizzate con un’inattesa naturalezza, come se l’opera prendesse vita: non siamo più davanti ad uno schermo ma davanti ad un palcoscenico!

anna karenina as theatre

Le scene in esterna invece sono dei quadri, dei dipinti impressionisti in cui i colori della natura occupano la maggior parte della scena e le figure umane sono solo elementi accessori nella bellezza vibrante del colore e dello spirito della natura.

anna karenina impressionism

Il ben noto gusto scenografico di Wright per le scene esplode in tutta la sua bellezza richiamando in tributo, almeno per la mia sensibilità, alcuni noti modelli, primo fra tutti il Marie Antoinette di Sofia Coppola.

anna karenina as sofia coppola


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Marie Antoinette by Sofia Coppola

E non è l’unico illustre tributo che leggo, ma io respiro il Moulin Rouge! (pellicola a me molto cara) di Baz Luhrmann in gran parte del film, specialmente per alcune sequenze coreografiche, nevrotiche e folli all’inizio e durante i balli realizzate tuttavia con maggiore delicatezza, come il tema richiede.

anna karenina ball

Ho trovato stupenda la scelta del cast, a partire da un grandissimo Jude Law nei difficili panni di Karenin che veste alla perfezione dando ancora una volta prova, sebbene non ce ne fosse bisogno, della sua elevata statura d’attore, perfetto in ogni ruolo; un altrettanto indimenticabile Matthew Macfadyen che smesse la veste dell’indimenticabile Mr Darcy, diventa il divertentissimo e squinternato Stiva Oblonskij, fratello combina-guai di Anna. Su Keira Knightley c’è ben poco da dire: Joe Wright taglia i ruoli su di lei, riuscendo sempre nell’impresa di farla diventare la stella incontrastata del palco. Nutro qualche dubbio solo sul Conte Vronskij di Aaron Johnson (già visto ne Le belve) che non mi ha convinto al 100%: forse mi aspettavo qualcosa di più virile, ma non posso negare di aver trovato molto intensa la sua interpretazione in alcuni passi.

anna karenina mirror

Grazie al film sono riuscita a recuperare un po’ di stima in questo personaggio, questa Anna Karenina con cui non sono riuscita a sentire una vera empatia durante la lettura del libro: la mia impressione era di una donna instabile, capricciosa ed egoista, ma rivedendola, questa volta ‘in carne ed ossa’ ho scoperto una fragilità umana nuova, quella della moglie devota che però non ama il suo consorte ed è invece travolta da un’incontenibile passione per un altro e che per questo perde completamente la testa, dimenticando i suoi doveri ed i suoi obblighi morali e sociali. Come biasimare un personaggio dall’umanità così marcata? Come condannarlo per qualcosa di così vicino alle eventualità che a tutti noi potrebbero inconsapevolmente accadere? Come non simpatizzare vedendolo emarginato, giudicato, condannato fino all’atto più estremo che si possa scegliere?

annakarenina emarginata

Io non riesco a bollarla come donna perduta e riesco a capirla per le sue scelte difficili ma sentite, quasi folli ma comprensibili. E la voglio ricordare così, mentre danza con il suo grande amore, dimentica di tutto ciò che la circonda e felice. Voglio ricordarla come Joe Wright l’ha magistralmente dipinta.

«Tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo»
(Lev Tolstoj, Anna Karenina, 1877)

anna karenina vronsky

Avete visto questo film? Cosa ne pensate?


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