Stasera alle 21.10 Canale 5 ripropone la struggente storia d’amore di Tolstoj in versione cinematografica: in prima tv va infatti in onda Anna Karenina, film drammatico del 2012 diretto da Joe Wright e tratto dall’omonimo romanzo russo. Il regista con Anna Karenina chiude la sua speciale trilogia “in costume”, iniziata con Orgoglio e pregiudizio e Espiazione. Keira Knightley veste i panni della protagonista nella Russia zarista di fine diciannovesimo secolo, una donna intrappolata in un matrimonio senza amore con l’ufficiale governativo Alexei Karenin (Jude Law), dal quale ha avuto anche un figlio. Conosciuto per caso il giovane tenutario Vronsky (Aaron Johnson), Anna Karenina si rende conto di provare per la prima volta l’ebbrezza del vero amore e, decidendo di sfidare le convenzioni dell’alta società, abbandona la sua famiglia per inseguire la passione per il giovane ufficiale.
Di trasposizioni cinematografiche del leggendario romanzo di Tolstoj, pubblicato tra il 1875 e il 1877, ce ne sono state tantissime, sin dall’epoca del cinema muto. Le più celebri sono quelle con Greta Garbo (due Anna Karenina per lei: quello di Edmund Goulding del 1927 e quello di Clarence Brown del 1935) e con Vivien Leigh (per la regia di Julien Duvivier, nel 1948). Questo ennesimo adattamento di Joe Wright, scritto da Tom Stoppard e uscito nel 2012 è sicuramente più contemporaneo, ricco di trovate sceniche spettacolari e sfarzosi costumi per cui la Durran ha meritato un Oscar. Tutto è ambientato in un teatro, dove avviene il balletto dei personaggi e l’agile meccanismo dei cambi di scena e location e in effetti questa trovata di Stoppard e Wright ha senso e funziona proprio per la natura letteraria del testo.
Dal punto di vista tecnico, Anna Karenina non è però per nulla “teatro filmato”, anzi, il tono è pop e anche un po’ kitsch e ricorda il Baz Luhrmann di Romeo and Juliet e Moulin Rouge, la messa in scena è pomposa e Wright usa tutte le potenzialità del mezzo cinematografico per ammaliare lo spettatore. Ad esempio, molti cambi di scenografia avvengono “in diretta”, attraverso piano-sequenza studiati minuziosamente, tra masse di persone che si spostano e musicisti che suonano dal vivo. Accompagnano lo “spettacolo” le musiche di Dario Marianelli.
Alla lunga tutta questo sfarzo estetico può forse stancare e il giochetto mostrare i suoi limiti, ma il film resta sicuramente un’operazione interessante e di grande fascino.
Ecco il trailer: