Sarà una delle danzatrici più in vista della coreografia che saluterà il mondiale 2014. Si corona così un sogno per la ballerina dal sangue un po’ aquilano. Laureata all’Università di danza di Rio “Ufrj” e prima ballerina nel 1998 del teatro municipale di “Salvador De Bahia”, Anna Laura si è trasferita all’Aquila nel 2006. «Lavorava per un centro culturale del nord italia», ricorda Pecilli, oggi direttore dell’hotel Campo Imperatore, «e decise di venire da queste parti per vedere la neve per la prima volta. Ci siamo conosciuti una vigilia di Natale proprio sul Gran Sasso. Di fatto, questo luogo ha rappresentato per noi sin da subito un punto di riferimento, sin da spingerci a prendere in gestione l’hotel in un momento in cui si temeva che la struttura sarebbe caduta in abbandono». Gli impegni lavorativi non hanno impedito alla giovane donna di coltivare la sua passione, a partire dal samba. Poi è arrivata la selezione per le coreografie iridate. «Ho partecipato quasi per gioco», spiega Anna Laura, raggiunta telefonicamente a Rio.
«Ma subito mi sono resa conto che sarebbe stata dura. Ci trovavamo in brasile con mio marito. I casting sono durati oltre un mese a cui poi ha fatto seguito la preparazione per la cerimonia. Sono felicissima di esserci, di ballare nel leggendario Maracana. Certo, il mio cuore avrebbe preferito una bella finale Italia-Brasile, ma quest’anno non è aria».
Shakira si esibirà nel brano “La la la (Brazil 2014)” e sarà in compagnia di Carlos Santana. Il brano della colombiana ha avuto un grande successo. È al suo terzo Mondiale, (“chiuse” anche Germania 2006 e Sudafrica 2010, di cui cantò anche l’hit ufficiale, il celebre ‘Waka Wakà. «Il calcio ha cambiato la mia vita, in modo molto positivo», ha sottolineato l’artista colombiana nei giorni scorsi. «È la mia terza finale, è un grande onore, ma non dimenticherò mai il 2010, quando grazie al Mondiale ho incontrato l’amore della mia vita. Se non fosse stato per quella Coppa, ora mio figlio Milan non esisterebbe. Essere qui per me ha un significato enorme, per le mie ragioni personali e per tutto ciò che il calcio rappresenta, per le speranze che regala alla gente e perché fa crescere il patriottismo in ognuno di noi. Grazie al calcio sorgono in noi molti dei migliori sentimenti. Il Brasile? Lo sento molto vicino a me, è un Paese che amo profondamente».
di Fabio Iuliano – fonte il Centro