La credevamo solo una comica, una brava comica, e invece è molto altro; è anche una brava scrittrice, che nei sui libri parla di dolore, infanzia, felicità, sentimenti mai sopiti, tragedia, ricordi e molto molto ancora.
Una piacevolissima sorpresa.
Ci sono molti modi di combattere la sofferenza; ci sono molti modi di sentirsi vivi ed ancorati alla gioia.
Marchesini ci ha appena ampiamente dimostrato il suo.
Non è nemmeno il suo primo tentativo ben riuscito; prima di questo secondo libro aveva già pubblicato con successo Il terrazzino dei gerani timidi, edito Rizzoli.
Ce lo raccontò nel suo passato appuntamento A che tempo che fa
Compie questa delicata operazione espressiva con l’intelligenza e la carica intellettuale tipica degli scrittori di lungo percorso, insieme al suo parlato inequivocabile, inimitabile ed irripetibile, lei che ha calcato le scene teatrali imitando tutti e facendoci ridere a crepapelle.
Anna ride, Anna racconta, Anna si concede dopo mesi e mesi interi di isolamento e solitudine totale dedicati alla scrittura, e poi Anna interrompe preoccupata il suo interlocutore, appena egli dovesse dire troppo della sua creatura, che invece deve restare celata perchè il lettore la scoprirà da sè solo leggendola.
Sembra un’eterna bambina sprofondata nella poltrona davanti al pubblico e davanti ai continui sorrisi compiaciuti che l’amico Fazio continuamente le rivolge.
Che meraviglia ragazzi scoprire che ci sono così incantevoli doni che ci circondano in ogni dove, senza che nemmeno noi se ne abbia a saperlo…
Ma poi arriva quella scatola magica che si chiama televisione dove una volta entrati si diventa automaticamente parte della storia; se ci vai per raccontare cose serie con la leggerezza di questa donna, buchi lo schermo; se ci vai solo per fare la tua comparsa, qualunque essa fosse, peccato, avrai buttato via la tua grande occasione.
Grazie Anna che dopo averci fatto ridere ci fai anche riflettere e sorridere.
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