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- Scritto da Erica Francesca Bruni
- Categoria principale: Le nostre recensioni
- Pubblicato: 08 Ottobre 2014
Annabelle è il prequel spin-off de L’Evocazione-The Conjuring. La bambola demoniaca era presente nelle prime sequenze del film di James Wan, qui solo nelle vesti di produttore, mentre alla regia di questo nuovo progetto troviamo John R. Leonetti (direttore della fotografia in The Conjuring).
La pellicola parla dei fatti precedenti a quelli del film di Wan e vede come protagonisti una giovane coppia felice, Mia e John Form. Mia è incinta e riceve dal marito una bellissima bambola vintage. Durante una notte terrificante essi rimangono vittime di un’ aggressione da parte di una coppia di psicopatici appartenenti ad una setta satanica. Il sangue della donna omicida scivola nell’occhio della bambola e il gioco è fatto: verrà così posseduta da un’entità terribilmente malvagia, che travolgerà e minaccerà la vita dei due coniugi.
Viene inevitabile il confronto con la setta di Charles Manson e la strage di Sharon Tate; il film non a caso è pieno di rimandi a Rosemary’s Baby di Roman Polanski.
Come da copione, non manca la componente religiosa, ma la figura del prete, ricercato disperatamente dai due coniugi ormai rassegnati e consci dell’impotenza della psicanalisi risulta inutile. Annabelle non può subire un esorcismo perché è un’entità demoniaca e di conseguenza è indistruttibile. Perciò la figura del prete (che rimanda esplicitamente al film L’esorcista) nulla può contro questa maligna presenza e l’unica via salvifica rimane quella del sacrificio umano.
Annabelle nel complesso non funziona. La struttura narrativa classica gode di un impianto formale accurato ed elegante, tuttavia, a parte qualche sequenza ad effetto, come quella dell’ascensore, siamo travolti da trovate prevedibili, sciatte e banali, prive totalmente del pathos e della tensione narrativa che ci avevano colpito in The Conjuring.
Contribuiscono alla malriuscita del film, una coppia di attori improbabili, incapaci di trasmettere una qualche emozione di terrore, fondamentale per la riuscita di una pellicola del genere. Sicuramente ci siamo trovati davanti a molto peggio, ma ovviamente non basta un certo rigore formale e alcune sequenze d’effetto per colmarne la piattezza narrativa e la quasi totale mancanza di tensione, ritmo e originalità.
Voto: 1,5/4
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