Annata a rischio per l’olio. La Tognazza a favore dei consumatori

Da Latognazza
Il maltempo che ha lasciato a casa gli italiani ha anche colpito con temporali, bombe d’acqua e grandine le coltivazioni agricole spesso prossime alla raccolta rovinando il lavoro di un intero anno. Si  tratta dell’ennesima dimostrazione di come i cambiamenti climatici stiano entrando sempre di più nella vita quotidiana della popolazione, stravolgendo abitudini e incidendo sull’economia. Questa escalation di fenomeni estremi riguarda purtroppo sempre più spesso, anche il nostro Paese. Gli effetti si fanno sentire anche sulla produzione dell’OLIO. Quest’anno il clima anomalo, con il mix di pioggia e umidità nel periodo sbagliato, ha, infatti, anticipato e moltiplicato la presenza di malattie funginee, come la mosca olearia (normalmente attesa nei mesi di settembre e ottobre) gettando nel panico gli agricoltori e compromettendo l’intera produzione. L’olivo, infatti,  teme molte malattie (funghi, batteri) e parassiti (insetti).  Tra quelle che arrecano più danni alle colture di olivo riscontriamo: l’occhio di pavone o ciclonio, la Gleosporium olivarum o lebbra delle olive e la rogna dell’ulivo. Tra i parassiti che attaccano gli olivi: la mosca dell’olivo (dacus oleae), la cocciniglia mezzo grano di pepe (seissetia olea) e cocciniglia cotonosa (filippa, lichtensia viburni), la tripide dell’olivo (liothripis oleae), la tignola e tignola verde margaronia. La mosca olearia è un temibilissimo parassita che depone le uova nelle olive. Le larve si accrescono nella polpa provocando marciumi e disseccamenti. L’occhio di pavone o ciclonio (spilocaea pleaginea) è un fungo che attacca le foglie e i frutti provocandone la caduta precoce. La Mosca dell’olivo è uno tra i principali vettori della Rogna dell’olivo. La rogna o tubercolosi dell’olivo di origine batterica che produce delle formazioni cancerose, grandi quanto una noce, sui rami che presentano ferite causate dalla grandine o dalla bacchiatura. Gli attacchi precoci della mosca quindi comportano un grave rischio su resa e qualità, come purtroppo è avvenuto quest’anno. L’esito peggiore oltre al calo di produzione, sta nell’aumento dei prezzi: un anno fa l’olio nuovo costava 6 o 7 euro per un litro, oggi si parte dagli 8 per arrivare fino a 11 euro. I prezzi degli oli nazionali mostrano rialzi non solo all’origine ma anche sui mercati all’ingrosso. A questo si aggiunge il rischio di importazioni sconsiderate dall’estero di oli a basso prezzo ma di scarsa qualità. In questo contesto il mercato europeo dell’olio di oliva rischia di essere invaso dalle produzioni provenienti dal Nord Africa e dal Medio Oriente che non rispondono di certo ai medesimi standard qualitativi e di sicurezza alimentare obbligatori in Italia.  I consumatori devono prestare molta attenzione all’etichetta che, nascosta spesso sul retro della bottiglia e tempestata di scritte molto poco leggibili, deve riportare la dicitura “ottenuto da miscela di oli comunitari o extracomunitari”, se non siamo di fronte ad olio italiano al 100%. Alla luce di questa situazione noi della Tognazza cercheremo di tenervi informati su tutte le novità sull’olio, dedicando sul nostro blog il mese di novembre a questo argomento. Nonostante il rialzo necessario e improvviso,  cercheremo  di mantenere alti i nostri standard qualitativi senza aumentare i costi, faremo il possibile per continuare a mantenere stabile il prezzo del nostro olio extravergine.  Nessun aumento per il Brematurato e forse uno sconto sull’Olivastro, questo perché siamo dell’avviso che bisogna incentivare i consumi di qualità, spesso è meglio comprare poco ma buono. E noi ve ne diamo la possibilità.   Visita lo shop e scopri l’olio Tognazza.

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