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Anne, il riscatto di una ex prostituta

Creato il 26 dicembre 2012 da Tipitosti @cinziaficco1

“Un marito? No, sto bene così. Sono stata presa in giro una volta. Basta. Non voglio essere tenuta nascosta e nemmeno essere abbandonata nelle feste. Non mi sposerò mai più. Un uomo per stare con me deve essere un vero uomo. Uno senza carattere non lo voglio. Sono troppo determinata, troppo forte e intelligente. Non ho paura di niente. So cosa voglio e dove voglio andare. E queste cose spaventano gli uomini”.

A parlare così è Anne Smith, nata in Brasile nel ’70, che per anni è stata costretta a prostituirsi, nonostante avesse studiato. “Ho fatto il magistero – afferma -  mi sono perfezionata in educazione speciale e in fotografia. Parlo quattro lingue: il francese, l’italiano, il portoghese e lo spagnolo. Ho seguito altri corsi”.

Anne, il riscatto di una ex prostituta
Di recente Anne ha pubblicato la sua autobiografia: “Memorie di una prostituta”, edizioni Sepha.

Anne, perché si è prostituita?

Ho una storia un può dura e complicata. Nella vita ci sono tanti fattori incontrollabili che ti portano su determinate strade. E’ stato uno sparo nel buio. Sono venuta in Europa, in Spagna, per lavorare come ballerina, ma, alla fine,  come tante ragazze emigrate per fare le cameriere, sono stata ingannata. Avevo 29 anni e mai avrei immaginato di vendermi. Certo, ho sempre rispettato le prostitute e adesso ancora di più. Ma avevo altri progetti. Sono arrivata in Spagna con un debito di 6 mila euro. Anche dopo averlo estinto, sono rimasta prigioniera della mafia. Esistono vari motivi che ti costringono a prostituirti. C’è, soprattutto, la pressione della mafia. Poi molte, le straniere, non riescono a liberarsi, perché non hanno i documenti. Alcune donne, con quello che guadagnano, non riescono neanche a pagare l’affitto. Ci sono donne che non hanno più nulla, che hanno perso la propria anima, e continuano a fare le prostitute, perché capiscono che uscirne è più complicato, a causa dei pregiudizi. E quella è un’altra guerra troppo dura da combattere per donne che sanno di non valere niente. Si tratta di donne che non possono essere rispettate per la dignità, allora si fanno rispettare per quello che riescono a comprare. L’ipocrisia e l’esclusione sociale, spesso, mantengono in vita la prostituzione. E, mi creda, è straziante.

A cosa allude in particolare?

Non è facile sopportare le umiliazioni dei clienti, degli sfruttatori, lo sguardo delle persone. Un pugno nello stomaco. Sei sola, totalmente sola. E la maggior parte di coloro che ti si avvicina, lo fa per avere tutto gratis. Molti uomini sono capaci di fare qualsiasi cosa per avere sesso gratuito. E sono tanto meschini che prendono in giro le prostitute, e in genere chi è in posizione di debolezza. Lo so che ci sono molte vie per non battere, ma, mi creda, è difficile liberarsi una volta entrate in quel meccanismo infernale. E’ facile giudicare quando sei seduto sul divano di casa tua comodamente.  La maggior parte di queste ragazze è alcolizzata o drogata per sopportare tutte le umiliazioni. Molte non ce la fanno e si tolgono la vita.

Si è prostituita in Italia?

Si, é stata molto dura sopportare le domande stupide e schifose dei clienti, gli sguardi che ti lanciano come se tu fossi una merda. Sguardi ironici di uomini che si considerano più forti e più belli, anche se non lo sono per niente.

Cos’altro ricorda di quel periodo?

In realtà mi ricordo benissimo di tutto. Non è semplice cancellare questi ricordi. La maggior parte di quelle che riescono ad uscire ha bisogno di un supporto psicologico. Ho lavorato due anni in Italia e cosa posso dire? Che è stato il periodo peggiore della mia vita. Ho vissuto come in una gabbia. Però, le sbarre di quella gabbia erano più resistenti di quelle di una di acciaio. Ho dovuto combattere contro il pregiudizio, la freddezza, la mancanza di umanità, l’egoismo e il menefreghismo. Mi sono scontrata con l’ipocrisia, le perversioni e i disturbi mentali di molti clienti.

Ha avuto minacce?

Nelle associazioni criminali che gestiscono in Italia la prostituzione c’è sempre un italiano, che può essere anche un poliziotto o un politico. Non mi sono mai fidata di nessuno, non ho mai parlato della mia famiglia d’origine, della mia città, neanche con le ragazze con cui lavoravo. Era quello l’unico modo per tutelarmi.

La cosa peggiore, l’episodio più disgustoso che ha dovuto sopportare?

Sono stati tanti, che potrei scrivere un altro libro. Mi è rimasto impresso il primo cliente, che spense una sigaretta sulla mia spalla, mentre ero girata. Volevo scappare, ma non potevo farlo. Quell’uomo si sentiva autorizzato a fare quello che voleva, perché aveva pagato. Quando andò via, provai a pulirmi, a togliermi di dosso l’odore di quell’uomo, strofinai la mia pelle con tutte le forze, sotto la doccia, ma quel fetore non andava via. Provai vergogna. Disgusto. Piansi per tutta la notte. Rimasi per tanti giorni in stato di shock. Un giorno mia madre, che accudiva i miei figli, mi guardò negli occhi e vide una durezza, una tristezza infinite. Non riconosceva più sua figlia, un tempo tanto dolce ed educata.

Non ha mai provato a ribellarsi?

Non ci si può ribellare. Bisogna solo essere più furbe di loro. Anche perché raramente si trova l’appoggio per ricominciare a vivere in modo dignitoso. Molte di queste ragazze non hanno studiato per niente. Se hanno la forza di denunciare, non sempre possono liberarsi e tornare nel loro Paese d’origine. Fondamentali sono: le conoscenze, il livello culturale e le leggi dello Stato. Io sono stata aiutata da una persona molto importante in Spagna. Lì, a differenza di quanto avviene in Italia, puoi denunciare i tuoi sfruttatori e fornire informazioni utili per le indagini sotto la protezione dell’anonimato. In Italia ho provato a denunciare, anche fornendo riscontri, ma gli sfruttatori continuano a delinquere. In Spagna ho aiutato alcune ragazze ad uscire dal giro della prostituzione.   

Ha due figli. Loro cosa sanno?

Sì, ho due maschi. Uno frequenta il terzo anno di ingegneria di automazione, prima chiamata robotica. Il più piccolo si è diplomato come tecnico in animazione grafica. Sono orgogliosa di loro. Almeno il mio sacrificio è servito a farli studiare. Oggi so che sono riuscita a fare di loro persone perbene. Sono stata una madre virtuale, li ho educati a distanza, ma non sono mai stata indifferente. Ho sempre parlato molto con loro, mantenendo un dialogo sincero, aperto a tutto. Per me amare significa educare: chi ama i propri figli li  prepara ad affrontare la vita.

Cosa le ha dato la forza per andare avanti?

Tre cose: l’amore per i miei figli, la fede, la sete di conoscenza. Ho seguito tante religioni e filosofie di vita. Sono giunta alla conclusione che tutte vogliono un mondo migliore. Non è importante appartenere ad un credo, ma fare del bene e vivere senza pregiudizio. Il grande Einstein diceva: ‘E’ più facile distruggere un atomo che un pregiudizio’.

Chi le è sempre stato vicino?

Nessuno. Ma se parliamo di spiriti, gli angeli. Non mi hanno mai abbandonato. Ne ho sempre avuto uno accanto a me.

Chi l’ ha delusa molto?

Chi più ho amato, quello di cui mi fidavo di più.

Quanto è stato faticoso cambiare vita? Continua a portare addosso un’etichetta che fa male?

Sì, è molto difficile cambiare vita. Sono cosciente che mai avrò una vita simile a quella di tante altre persone, perché ho fatto la prostituta e anche perché ho scritto il libro. Sì, questa etichetta fa molto male, un male che nessuno può immaginare. Cerco di dare il meglio di me, ma alle persone non interessa molto, perché vanno a vedere quello che hai fatto nel passato. Non interessa sapere cosa penso, come vivo ora. La mia vita attuale è rimasta prigioniera del passato. Le prostitute non sono viste come donne. E peggio è per quelle straniere. Una prostituta morta è un corpo senza volto. Certo, ci sono brave persone, ma ci sono anche uomini dalla doppia vita e dalla doppia morale, che la domenica vanno in Chiesa con la propria famiglia, criticando chi è nel peccato, di notte frequentano transessuali, negando la propria omosessualità. Così distruggono se stessi e le proprie famiglie. Considero quella italiana una società di falsi valori.

Anne, il riscatto di una ex prostituta

Perché?

Molte persone vivono di apparenza. Qui tu non vali per quello che sei, ma per quello che possiedi. Questa è una società maschilista e la colpa è di noi donne, che educhiamo male i nostri figli.  In Italia, spesso, se la zia dice  al proprio nipote che una donna non va bene, il ragazzo se ne libera, pur essendone innamorato. Questo è assurdo. Ci si lascia condizionare troppo da quello che pensano gli altri. Qui non ci si fida degli altri, i settentrionali parlano male dei meridionali e viceversa. Si parla tanto di crisi economica, ma vedo code lunghe per comprare l’iphone 5. Noto per strada coppie che non si parlano. C’è tanta freddezza. E poi tanti che si arrabbiano per poco. Sorridiamo raramente, non si vede gentilezza e siamo sempre più materialisti. Le adolescenti si prostituiscono in cambio di una ricarica telefonica. Io non sono a favore della prostituzione, però, il fenomeno c’è e si deve fare qualcosa.

Cosa?

Non finirà mai. Tuttavia, possiamo rendere meno rischiosa l’attività. Dobbiamo cominciare a combattere dentro casa,  dire ai nostri figli che il nostro corpo é il tempio della nostra anima, che il sesso deve essere conseguenza dell’amore e non un mezzo per sfogare i propri istinti. Una donna non ha prezzo. Non si compra un falso piacere, che dopo ti lascia un vuoto dentro.

Torniamo alla sua storia. Come ne è uscita?

E’ stato difficile, però non ce la facevo più. Ero diventata un automa.

La Chiesa in Italia l’ha aiutata?

No, la Chiesa non ha il coraggio di affrontare la verità. Se non sbaglio, non ci sono molti devoti di Maria Maddalena.

Anne, il riscatto di una ex prostituta
Ora cosa fa e dove vive?

Sono fotografa, lavoro anche come traduttrice, vivo in Umbria.

Il suo sogno?

La mia è un’utopia: un mondo migliore per tutti, più giusto. Chi mi conosce, sa quanto sia attiva sui temi sociali in molte parti del mondo: Italia, Sudan, Spagna, Brasile, Congo. Mi piace poter fare qualcosa per gli altri, mi sento bene aiutando chi ha bisogno. So che non posso sistemare tutto, però, la mia parte la faccio e la faccio con molto amore.

Dunque, non si risposerà mai più?

No, sto bene così. Sono già stata presa in giro una volta e può bastare.

Il suo libro? 

Il libro è già uscito un paio di mesi fa. Ho già regalato una copia al mio migliore amico, Claudio.

   Cinzia Ficco


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