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Annita Garibaldi racconta il suo avo Ricciotti

Creato il 16 aprile 2013 da Appnetwork

Per gli appassionati della storia del Risorgimento ed in particolare di Giuseppe Garibaldi suggeriamo il libro di Annita Garibaldi Jallet “Ricciotti il Garibaldi irredento” Paolo Sorba Editore. Testo altamente interessante, accurato nell’informazione, lineare, gradevole nella lettura, ma soprattutto denso di storie ed intense emozioni.

Emerge la figura di Ricciotti Garibaldi, il più garibaldino dei Garibaldi per lo spirito inquieto, l’ardore del combattere per la libertà dei popoli e la voglia di sentirsi figlio di quel padre che il destino gli ha tenuto lontano proprio negli anni adolescenziali e col quale cerca di trovare quel rapporto che non sentirà mai appagante.

L’autrice segue il viaggio della vita del suo avo con affettuoso distacco, con celata tenerezza lo accompagna fin da bambino orfano di madre, assiste all’incidente che lo renderà monomato ed al suo trasferimento in Inghilterra. Il rientro a Caprera è un cambiamento totale: la limitatezza del territorio, la diversità del paesaggio naturalistico, la non conoscenza della lingua ed il confronto col fratello Menotti lo fanno sentire inadeguato ma Ricciotti si manifesta il più guerriero e battagliero dei figli del capo delle camicie rosse. Non ancora ventenne partecipa alla campagna garibaldina del Trentino e di là in aiuto ai vari popoli. E’ valoroso, fedele alle sue idee repubblicane. Capeggia un’insurrezione a Filadefia in Calabria. Attratto da Marx, conosce Engels , ma i suoi ideali repubblicani non si realizzano, falliscono anche i tentativi nell’inserimento nel mondo del lavoro. Pur vivendo nella miseria, nello sconforto riesce a trovare sempre la forza di girare pagina.

Gli è utile la vicinanza di Costanza, moglie inglese così dissimile per provenienza, educazione e credo religioso, lo segue e al momento riesce ad essere contadina e soprattutto crocerossina. I figli educati ai valori garibaldini seguiranno le sue orme e con loro si conclude l’epopea garibaldina.

L’opera riabilita la figura di Ricciotti Garibaldi dalle ombre delle maldicenze e la presenta nella sua interezza, capace di sublimi azioni e nello stesso tempo vera nelle debolezze e nei continui errori. La lettura coinvolge come un romanzo ed invoglia a visitare il museo e l’archivio di Riofreddo per sentire quello spirito di una famiglia speciale che per il resto dei tempi aleggerà nell’aria.



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