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Anniversario di nascita di Alda Merini

Creato il 21 marzo 2016 da Fedetronconi

Alda Merini nasce il 21 marzo 1931 a Milano da famiglia di condizioni modeste. Il padre svolgeva lavoro di dipendente presso un’agenzia di assicurazioni mentre la madre era casalinga.

Alda è la seconda di tre figli, ma della sua infanzia si conosce quel poco che lei stessa scrisse in brevi note autobiografiche in occasione della seconda edizione dell’Antologia di Spagnoletti. In quest’ultima si descrive come una ragazza sensibile e dal carattere melanconico, piuttosto isolata e poco compresa dai suoi genitori ma molto brava ai corsi elementari: “… perché lo studio fu sempre una mia parte vitale”. Dopo aver terminato il ciclo elementare frequenta i tre anni di avviamento al lavoro presso un istituto milanese e cerca, senza riuscirci (per non aver superato la prova di italiano), di essere ammessa al Liceo Manzoni. Nello stesso periodo si dedica allo studio del pianoforte uno strumento da lei particolarmente amato.
Esordisce come autrice giovanissima, a soli quindici anni, sotto la guida di Spagnoletti che scoprì il suo talento artistico e che sarà il primo a pubblicarla nel 1950, nell’Antologia della poesia italiana contemporanea dal 1909 al 1949. Nel 1947 Merini incontra “le prime ombre della sua mente” e viene internata per un mese in una clinica psichiatrica. Nel periodo che va dal 1950 al 1953 la Merini frequenta per lavoro e per amicizia il poeta Salvatore Quasimodo che beneficerà di alcune poesie a lui dedicate. La sua vita privata invece subisce un’evoluzione al termine della sua difficile relazione con il famoso scrittore, traduttore e critico letterario Giorgio Manganelli, nel 1954 infatti sposa Ettore Carniti, proprietario di alcune panetterie di Milano, con il quale avrà un rapporto tormentato e burrascoso intervallato dalla nascita delle quattro figlie: Emanuela, Barbara, Flavia e Simona. Nel 1962 inizia un difficile periodo di silenzio e di isolamento, dovuto all’internamento al “Paolo Pini”, che dura fino al 1972, con alcuni ritorni in famiglia. Si alterneranno in seguito periodi di salute e malattia, probabilmente dovuti alla sindrome bipolare. Nel 1979 la Merini ritorna a scrivere, dando il via ai suoi testi più intensi sulla drammatica e sconvolgente esperienza del manicomio, testi contenuti in quello che può essere inteso come il suo capolavoro”: “La Terra Santa” con la quale vincerà nel 1993 il Premio Librex Montale.

Ma le pene della scrittrice continuano. Nel 1981 muore il marito, e la Merini, rimasta sola e ignorata dal mondo letterario, cerca inutilmente di diffondere i suoi versi, trovandosi in difficoltà economiche affitta addirittura una stanza ad un pittore e nel frattempo inizia a comunicare telefonicamente con l’anziano poeta nonché medico Michele Pierri, che in quel difficile periodo di ritorno nel mondo letterario, aveva dimostrato di apprezzare la sua poesia e che sposerà nell’ottobre del 1983 trasferendosi a Taranto. Le condizioni della poetessa peggiorano nonostante la serenità ritrovata con il secondo marito e nel luglio del 1986 sperimenta nuovamente gli orrori dell’ospedale psichiatrico. Dal 1989 agli anni seguenti diverse pubblicazioni consolidano il ritorno sulla scena letteraria della scrittrice che ritorna alla “ribalta poetica” grazie a numerosi collaborazioni con differenti editori, illustratori e fotografi del panorama italiano. Inoltre vengono musicate nel 2004 diverse poesie cantate da Milva, ma proprio nello stesso anno le sue condizioni di salute peggiorano e il 1 novembre 2009 a causa di una affezione tumorale muore all’ospedale San Paolo di Milano.

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