Buoni propositi per l’anno nuovo. Negli ultimi anni il mio proposito unico è stato di non scrivere buoni propositi per l’anno entrante. Scrivere si, perché dal 1993 fino a circa tre o quattro anni fa il 1° Gennaio è sempre stato un appuntamento fisso con il mio fedele diario e la lista di buone promesse per i dodici mesi che sarebbero seguiti. Devo ammetterlo, molto non è cambiato da quando ho smesso il malsano vizio dei propositi, se non il fatto che ho rinunciato a metterli nero su bianco (in qualche modo, ciò rende il fallimento meno fallimento). Al di là di questo, ogni 31 Dicembre, più meno verso le 6 di sera, puntualmente mi ritrovo a pensare “Vediamo, cosa posso fare per questo nuovo anno?“
Un mucchietto di vecchi diari
C’è stata quella volta in cui mi promisi di comprare casa, eppure sto ancora pagando un affitto. C’è stata quell’altra volta in cui giurai di riprendere gli studi. Ho cominciato a studiare i depliant di tutte le università di Londra, il che è già un passo avanti. E poi c’è stata quell’altra volta in cui dissi che avrei finalmente portato a termine il mio libro (questo proposito mi segue dal 1993, cioè da quando ho cominciato con i propositi). Se è vero che verba volant, scripta manent, cosa succederà ai pensieri? Forse semplicemente rimangono, ma ci possiamo permettere di modificarli, come le opzioni “editabili” sul profilo di Facebook, o come lo scrivere un libro che poi diventa scrivere un simil-blog.
Visto che il 2013 è iniziato da appena meno di 48 ore e lo voglio iniziare con una buona dose di ottimismo e positività, ci terrei a ricordare anche quella volta in cui mi promisi di lasciare il mio posto di lavoro in Vodafone, quella volta in cui mi promisi di lasciare il mio nido familiare ed andare a vivere da solo, quella volta in cui mi promisi di prendere un visto di lavoro per gli USA (che poi per condizioni avverse non ho mai usato, ok, ma il visto ce l’ho!) e quella volta in cui mi promisi di parlare con i miei. Tutte cose che ho fatto.
Il 1° gennaio del 1993 scrivevo:
- Andare meglio a scuola
– Ricordarmi di pulire la gabbia del criceto
– Essere più buono in famiglia
- Fare più ginnastica e fare jogging almeno una volta al mese
– Tenere più in ordine la mia stanza
– Allenarmi di più ad andare sullo skate-board
– Essere più tenace
– Essere più auto sufficiente
– Essere più sveglio
– Preoccuparmi un po’ di più per la costruzione dell’aereo
- Cercare di essere veramente quello che voglio essere
A distanza di 19 anni, posso dire che almeno 6 di questi buoni propositi sono stati rispettati: pedalo per circa 18 km quasi tutti i giorni (che è un po’ di più del fare jogging una volta al mese). Il mio mini appartamento di Londra è sempre in ordine e lindo (tranne per le finestre, quelle non le posso pulire, ma è comunque di più di una stanza sola!) Non so andare sullo skate-board ma negli anni ho imparato ad andare discretamente bene sui rollerblade, abbastanza per percorrere senza cadere la stessa distanza che percorro in bicicletta ogni mattina. Sicuramente sono più sveglio e tenace (non che fossi stupido a 13 anni! Non so perché lo scrissi o cosa intendessi, va a ricordarti…) Cercare di essere veramente quello che sono. Anche questo raggiunto in pieno, ed è forse quello che mi rende più soddisfatto.
Devo ancora fare i conti con il proposito del riprendere gli studi, quindi considero il primo punto non raggiunto. Il criceto morì quello stesso anno, me ne accorsi quando il povero cadaverino era ormai un fossile con dei ciuffi di pelo attaccati. Forse avrei davvero dovuto pulirla più spesso quella gabbia. Essere più buono in famiglia. Complicato questo. Anche se vivo solo da diversi anni ormai e sono sopravvissuto (finora) a Londra, non posso dire con estrema sicurezza di essere del tutto auto-sufficiente. Per quanto riguarda l’aereo sono pronto a prendermi le mie responsabilità con mio cugino con il quale condividevo questo atavico e Leonardiano sogno di spiccare il volo e costruire un aereo. Scusa Alessio, sicuramente non ho messo abbastanza impegno nell’impresa.
Il 2012 ha incontrato il 2013 con me in mezzo esattamente allo stesso modo, pensando ai buoni propositi e a quanto potrei impiegare a dimenticarmene. Ho chiuso il 31 guardando Tutti Insieme Appassionatamente con William, a cui ha seguito una cena italiana da Donna Margherita, poi a casa per aspettare la mezzanotte guardando ben 5 episodi della quinta stagione di Lost (William non lo ha mai visto e ciò è inammissibile. Conto di terminare la seria per la fine del mese). Il 1° ho tenuto fede all’immancabile appuntamento natalizio con lei, l’unica, la sola: Mary Poppins. Dopo una tale overdose di sano ottimismo, positività e buonismo Disneyano cantatomi dalla Andrews, cosa posso aspettarmi dal 2013? Vediamo.
Amici. Ad aprile la mia amica di una vita Natalia farà ritorno a Roma, il che mi lascerà a Londra con William a farmi da famiglia su questo lato della manica e una manciata di buoni compagni di lavoro. Il proposito è di essere più bravo nel mantenere le vecchie amicizie, senza permettere alla lontananza e alla stupidità di rovinarle, e mettere un po’ più di impegno nel coltivarne di nuove.
Antonio, Natalia e me
Scrivere. Continuare a farlo, che sia il mio blogghino, che sia il mio diario o che siano storie stupide che poi salverò su documenti Word protetti da password che verrà dimenticata, non ha importanza. Continuare a scrivere, qualcosa di buono e fruttifero potrebbe uscirne fuori.
Viaggiare. Fare tante foto e poi condividerle con chi non è potuto venire con me, per far viaggiare anche loro. Comincerò con un weekend (sicuramente piovoso e freddo) ad Edimburgo a febbraio e forse gli States un’altra volta a maggio.
Tempo. Sfruttare al meglio quello che mi è concesso. Sarà sicuramente il primo proposito a non essere rispettato.
E poi si, diamo voce anche allo scout che continua a vivere in me: impegnarmi per “lasciare il mondo un po’ migliore di come l’ho trovato“.
Buon anno.