Poiché siamo ancora agli inizi dell'anno, per quanto già da 19 giorni, mi sembra giusto avviare una nuova rubrica, con un hashtag tutto particolare: L'Amanita. Si tratta delle impressioni di un'altra lettrice furiosa, e talvolta un po' velenosa, che risponde al nome di Marzia, che è già molto presente in questo blog, fin dagli inizi. Se non ci fosse lei, mancherebbe un bel pezzo di questo blog. Continuiamo così una tradizione che avviammo 30 anni fa (anno più, anno meno), quando entrambe scoprimmo il Furore d'aver libri, che ci spingeva a trascorrere parecchi dei nostri pomeriggi insieme a scorrazzare per librerie e a scambiarci pareri su libri, personaggi e autori. Lascio la parola direttamente a Marzia, che ha appena finito di leggere Red Carpet di Giorgia Penzo:
Immaginate lo gnomo entusiasta di fronte alla copertina: una bella rosa dal colore delicato, che sanguina… bello! Giro il libro e leggo: “In un presente alternativo, il vampirismo è una risorsa su cui investire. Lo sa bene Elizabeth Scott, giovane e arrivista responsabile delle negoziazioni della Immortality Awaits Corporation, l’unica società al mondo in grado di rendere reale il più grande sogno dell’uomo: vivere per sempre. Elizabeth è il legale personale del presidente della Immortality Awaits, Ryan J. Constant, uno dei pochissimi vampiri pluricentenari in grado di trasmettere il virus dell’immortalità attraverso il proprio sangue.” BIIIIP! (censura) Sì, la mia seconda esternazione è stata una parolaccia. Seguita da un costernato: “Nooo, altri vampiri!” Digressione. Per tre mesi di fila – mi accompagnano in libreria circa una volta al mese – ho manipolato Twilight: l’ho girato, rigirato, sfogliato, annusato furtivamente cercando di non dare troppo nell’occhio, girato ancora…e poi ci ho rinunciato. Il libro non mi parlava. Questi vampiri di ultima generazione non mi attirano. Soprattutto le caricature sdolcinate e “sberluccicanti” o i fusti da spiaggia con canini, brrrrrr. Dicevo? Red Carpet, già. È un prestito. Non è tanto spesso. È di carta. Insomma, Marzia, prova: e che sarà mai? Hai avuto il fegato di leggere fino alla fine la tipa che ha riciclato i troll (può essere Switched di Amanda Hocking, ma non sono sicura dell’esattezza dell’informazione) e perfino H. Killough-Walden (ho perso le parole e perfino le parolacce…). Udite, udite! Non sarà il romanzo del secolo, probabilmente ci sarà un seguito (e questo è causa di allergia), ma mi sono divertita. È molto ironico: secondo me Giorgia Penzo ha creato i suoi personaggi e ha giocato con loro quasi con affetto. Il risultato è gradevole. Leggerò il seguito? Volentieri!
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