14 GENNAIO – L’anno nuovo e la Befana, si sa, regalano sempre qualche novità interessante, soprattutto nel mondo del pallone. Il Cagliari ha aperto il suo calciomercato di gennaio 2014 con i fuochi d’artificio, anche se Capodanno è già passato da un pezzo. Radja Nainggolan, il guerriero belga – indonesiano protagonista di mille battaglie, da cinque giorni ha smesso la casacca rossobù per inseguire il “sogno americano”, che forse è anche un po’ il suo, con la divisa della Roma. La sua cessione ha lasciato a tutti l’amaro in bocca, soprattutto a coloro che credevano in una sua permanenza a vita in Sardegna per continuare a lottare insieme al suo gruppo. Ma forse la loro era solo un’illusione. I 9,5 milioni di euro – di cui tre sono subito entrati nelle casse di viale La Plaja e i restanti 6,5 si vedranno il prossimo giugno – solamente per la metà del cartellino hanno fatto gola a una società che l’estate è scorsa è riuscita nell’improba impresa di trattenere il suo gioiello più bello e che però ora ha dovuto fare i conti non tanto con le tentazioni del dio denaro, quanto con le aspirazioni di un campione desideroso di giocare in una squadra grande per diventare ancora più grande. Nato il 4 maggio del 1988 da madre belga cattolica e padre indonesiano protestante, cresciuto come mediano di centrocampo e presto adattatosi regista, mezzala o trequartista, il Ninja e l’isola, la sua Sardegna, si sono salutati con il sorriso sulle labbra, esattamente come farebbero due vecchi amici che dopo quasi quattro anni di avventure condite di 131 presenze tra Serie A e Coppa Italia e 7 gol decidono di prendere ciascuno la propria strada. Nessuna ipocrisia, niente frasi di circostanza, nessun grido “al traditore”. Nella sua lettera di pochi giorni fa alla società rossoblù ha semplicemente ringraziato tutti, dal primo all’ultimo, e altrettanto semplicemente ha chiuso: ti voglio bene, Cagliari.
Per uno che si accomiata, un altro decide di vestire la maglia dei Quattro Mori e affrontare la massima serie con l’onere di sostituire il centrocampista belga: è Adryan Oliveira Tavares, il trequartista brasiliano del Flamengo da tempo adocchiato dal patron Massimo Cellino. Eletto nel 2011 miglior giocatore del Sudamericano Under 17, torneo vinto dalla sua Selecao, il giovincello classe 1994, trequartista veloce e sgusciante, è considerato una stellina dalle grandi potenzialità. Arrivato in prestito (la trattativa si è definitivamente conclusa giovedì scorso, 9 gennaio) fissato a 4,5 milioni se esercitato al termine di questa stagione oppure a 5 milioni se esercitato al termine della prossima, Adryan avrà diciotto mesi di tempo per dare conferma di essere, come dicono gli estimatori, l’erede di Zico.
Ma non è finita qua. In questi giorni è maturato sempre più l’interesse per altri due nomi di discreta qualità. Il primo è Luiz Antonio, centrocampista del Flamengo (ex compagno di Adryan), particolarmente imponente; il secondo invece è Andrea Tabanelli del Cesena, giovane protetto di una nostra vecchia conoscenza, Pierpaolo Bisoli, e che a poco prezzo (si parla di 250 000 euro) potrebbe restituire alla mediana il suo equilibrio perduto.
Problemi che di certo non affliggono la linea difensiva. Se Lorenza Ariaudo, a sei mesi di distanza dalla scadenza del contratto che lo legava al Cagliari, ha abbracciato il progetto del Sassuolo (a Cellino andrà un indennizzo di 500 000 euro), le titubanze di Inter e Milan in Italia e del Galatasaray in Turchia – il club di Mancini è deciso per un prestito oneroso fissato a 1,5 milioni con diritto di riscatto fissato a 6,5 milioni, ma i rossoblù non sono d’accordo – e il silenzio dalla “piazza russa” potrebbero trattenere Davide Astori, dal destino molto incerto da uno po’ di mesi a questa parte. La stessa incertezza che caratterizza il caso Michael Agazzi, portiere che sarebbe dovuto partire alla volta di Firenze (da evidenziare un timido interesse da parte dell’Arsenal) e che invece ora si ritrova tra la volontà di non rinnovare il contratto e il pericolo concreto di finire fuori rosa. Il “caso Marchetti” fa molta paura, ma nel frattempo il sempreverde Avramov e il promettente Adan fanno ben sperare.
Si parla di acquisti, cessioni, grandi e piccoli talenti, ma si parla anche della questione stadio. I lavori al S.Elia sono fermi da mesi e la triste cornice di 4800 tifosi in occasione dei match contro il Napoli e Juventus (domani 12 gennaio) hanno fatto riflettere. Lo stadio vuole la sua dignità ed è per questo che dalla prossima settimana la società presenterà i documenti relativi al collaudo dei Distinti e forse potranno ripartire i lavori in Curva Sud. Dopodiché saranno necessarie una nuova convocazione della Commissione Provinciale di Vigilanza e la valutazione dei documenti, intervallate da due nuove udienze relative al noto caso Clarin Italia. L’obiettivo è riportare lo stadio a 16 000 spettatori. Ma soprattutto l’obiettivo principale del Cagliari e di tutta la truppa è continuare in questo nuovo anno a seguire gli ambiziosi progetti di prima.
Gianmarco Cossu
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