Anno uno dell'era renziana, giorno 4 post jobsact
Creato il 28 dicembre 2014 da Funicelli
Vedremo subito se la riforma del lavoro sarà una vera rivoluzione copernicana: nel frattempo è bene registrare
e tenere a mente alcune cose.
Primo: si doveva superare il dualismo
tra protetti e non protetti.
Il dualismo rimane e se ne aggiunge un
altro: quello tra quanti sono assunti prima jobs act e post jobs act
(come dopo Cristo e prima di Cristo).
I primi sono tutelati anche per
licenziamenti che un giudice terzo ritiene illegittimo. Gli altri no:
dovranno essere loro a dimostrare che il licenziamento è nullo oltre
che per motivi discriminatori.
Secondo: NCD, proponeva ulteriori
modifiche al momento non passate. La prima, l'opzione opt out (bello
no, mascherare in termini inglesi porcate che non si ha il coraggio
di dire): la monetizzazione con un indennizzo extra anche dei
licenziamenti per cui ancora è previsto ancora il reintegro.
Toh, peones esoso: non ti accontenti
di quelle poche mensilità? Così vuoi rilanciare l'occupazione del
paese?
La seconda, la proposta di introdurre
anche il licenziamento per scarso rendimento. Che sarebbe un po' come
tornare al cottimo, al Mimì de La classe operaia va in paradiso.
In quest'anno la maggioranza dei nuovi
contratti sono stati stipulati a termine: riusciranno le norme
sull'indennizzo in sostituzione del reintegro a far cambiare idea
agli imprenditori? I grandi imprenditori dubito. I piccoli hanno
forse ben altri problemi.
Possiamo parlare della questione delle partite Iva, dei soldi per la disoccupazione che non sono sufficienti nemmeno per la crisi attuali ....
Infine, la questione dei tavoli di
crisi: il presidente del Consiglio Renzi ha twittato su Terni,
Meridiana, Termini, Taranto, spiegando ai suoi followers che se
queste crisi sono rientrate è anche merito del jobs act (e del
governo).
Primo: se il governo ha affrontato i casi Termini, di
Meridiana è perché i lavoratori sono andati dal papa, hanno
occupato le piazze e le autostrade. Secondo, le crisi sono risolte ma
solo sulla carta. A Terni nulla è scontato per i prossimi mesi, in Meridiana l'accordo prevede 1600 licenziamenti (non proprio una cosa
piacevole). A Taranto non vorremmo rivedere un altro caso Alitalia:
guadagni privati e perdite in carico al pubblico.
Se il governo intende risolvere i
problemi del lavoro in questo modo, con spot e hashtag, faccia pure.
Il tempo almeno lui, è galantuomo.
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