Annozero chiude. L’”ingessatura” di Santoro, i milioni di Masi.

Creato il 19 maggio 2010 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Difficile entrare nella testa delle persone, soprattutto quando ci si rende conto che, rispetto a quello che frulla nella mente di un individuo, non esistono chiavi di lettura applicabili in modo standard. Si fa in psichiatria ma non è questo il caso. E così, cercare di capire (e di sapere) quello che si sono detti Mauro Masi e Michele Santoro è estremamente complicato se non lo si collega strettamente alla sfera della stanchezza. Per Santoro sono stati mesi durissimi, da stress continuo. Attaccato da tutte le parti fin dall’inizio della nuova serie di Annozero (i litigi in diretta con Massimo Liofredi sono nella memoria di tutti), ostacolato, offeso, sottoposto a pressioni psicologiche insopportabili, perseguitato dai pasdaran del centrodestra con dichiarazioni inquietanti in odore di intimidazione fatte perfino in Parlamento (Cicchitto-2232 ne è stato uno dei protagonisti), alla fine Michele Santoro ha ceduto: Annozero chiude a Giugno per non riprendere mai più. Prepensionato con sei anni di anticipo, Santoro scioglie il suo contratto di lavoratore dipendente della Rai con un assegno a parecchi zeri. “Mi sento ingessato in programmi come Samarcanda, Il raggio verde, Annozero. Voglio provare strade nuove”. Ha detto il conduttore dopo aver raggiunto l’accordo con un Mauro Masi che, finalmente, potrà portare lo scalpo del nemico numero uno del suo padrone su un piatto d’argento a Palazzo Chigi. Divorzio consensuale, è stato detto e, con ogni probabilità così è stato, visto che Santoro avrà con la Rai un accordo biennale da “professionista esterno” che gli consentirà di farci vedere quali saranno le vie nuove della sua tivvù. E che voglia massimizzare i profitti di questa nuova dimensione professionale ne è la prova la nomina di Lucio Presta (Antonella Clerici, Paolo Bonolis e Simona Ventura le star sotto contratto con lui) a suo manager televisivo. Finisce con una resa a suon di milioni di euro, un sogno. Marco Travaglio, come tutti gli altri collaboratori dell’anchorman, ha appreso la notizia dalle note d’agenzia, e si è lasciato andare ad un commento che la dice lunga sull’aria che tira all’interno del “gruppo Santoro: “Mi dispiace molto anzi, moltissimo”, ha detto Travaglio. E dispiace anche a noi che abbiamo atteso il giovedì per respirare un po’ d’aria diversa. Che abbiamo sottoscritto appelli in favore di Santoro e di Annozero dovunque e lanciati da chiunque. Che abbiamo pensato che non tutti i cervelli fossero andati in pappa perché, comunque, c’era una trasmissione che mostrava le cose per quelle che erano. Ci dispiace perché se l’Italia non figura agli ultimi posti del rating di Freedom House, un po’ di merito lo ha anche Annozero. E a questo punto ci dispiace esserci sobbarcati la fatica del viaggio a Bologna, pur non rimpiangendo nulla della serata trascorsa al Paladozza, ma il senso di quell’andare, andava ben al di là del trascorrere una manciata di ore con i vip dell’informazione “altra”, era il nostro modo di essere i “partigiani di una nuova Resistenza”. Prendiamo atto che pecunia non olet, lo diciamo da sempre e lo confermiamo ora. Prendiamo atto che Berlusconi ha vinto un’altra delle sue battaglie riuscendo, con i soldi, dove non ce l’aveva fatta con le minacce e le intimidazioni. Ci sorge il dubbio che qualcuno abbia voluto alzare il prezzo della resa, ma non siamo portati, per natura, a essere così perfidi. La nostra amarezza non sta nel tradimento di Santoro, quanto nella presa d’atto che questo regime durerà ancora molti anni. Sta dimostrando non solo di poter impunemente delinquere e continuare a governare, ma anche di saper stroncare qualsiasi opposizione nel modo che preferisce, pagando, meglio se con i soldi degli abbonati, e non di Mediaset, come in questo caso. Per quello che ci riguarda, il nostro rapporto con Santoro termina qui, poco propensi come siamo a solidarizzare con gli strateghi della furbizia. È stata dimostrata, ancora una volta, la nostra teoria che un paese normale non ha bisogno né di martiri né di eroi né di santi né di falsi poeti. Una società civile normale ha solo bisogno di Uomini.

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