Nei primi mesi del 2015 le circa 100 navi mercantili chiamate in soccorso dei migranti hanno salvato più di 12.100 persone.Il dato è emerso nel corso di un recente convegno organizzato a Roma, in occasione del Day of the seafarer 2015, giornata istituita dall’IMO.
(sostenitori.info)
In pochi mesi nel 2015 100 navi mercantili hanno soccorso oltre 12mila migranti nel Mediterraneo. Durante il convegno, organizzato dalla Fondazione Centro Studi Emigrazione (CSER) in collaborazione con Confitarma; Federazione Stella Maris; International Transport Workers’ Federation (ITF) e Centro Comunicazione Scalabriniani (UCoS), è stato approfondito il tema dei “recenti” flussi migratori nel Mediterraneo partendo da una prospettiva generalmente poco considerata, quella dell’industria del mare. In sei mesi, nel 2015, circa 100 navi mercantili hanno soccorso oltre 12mila migranti nel Mar Mediterraneo. Prendendo in considerazione le dinamiche e le problematiche che questo fenomeno crea al mondo marittimo e in particolare alla marina mercantile, sono stati affrontati i diversi aspetti di tale emergenza con particolare attenzione alle difficoltà che gli equipaggi delle navi mercantili si trovano, loro malgrado, ad affrontare quando intervengono in soccorso di migranti che rischiano la loro vita nelle acque del Mediterraneo.
L’analisi del rapporto tra la protezione dei migranti in mare e l’esigenza del contrasto ai trafficanti. Il Prof. Avv. Mario Carta, Docente di Diritto dell’UE, Unitelma Sapienza ha delineato il quadro delle norme di diritto internazionale in cui si inquadra il salvataggio in mare, ponendo in risalto il delicato rapporto esistente tra le norme dedicate alla protezione dei migranti in mare, anche in quanto richiedenti asilo e rifugiati, e le esigenze di contrasto delle attività criminali dei trafficanti fonte di ingenti ed illeciti guadagni. Per tutto il 2014 e nei primi mesi del 2015 le navi mercantili sono state chiamate sempre più spesso con gravi rischi per i loro equipaggi oltre che con rilevanti perdite economiche completamente a carico dell’armatore.
Salvare vite, come obbligo senza una precisa verifica dei rischi di contagio. L’ammiraglio Felice Angrisano, comandante generale delle Capitanerie di Porto, ha parlato di un obbligo del cuore, quell’imperativo di salvare vite quando non si ha il tempo di verificare il rischio di contagio o la validità dei documenti dei migranti, occupanti di barconi che non dovrebbero navigare, privi come sono di equipaggio e attrezzature. Ed ha evidenziato l’uso “sconsiderato” della Marina Mercantile nelle recenti operazioni di salvataggio, giunto ad essere nei salvataggi in mare, secondo i dati emersi nel convegno, perfino superiore al contributo della Guardia Costiera.
Nel 2014, su un totale di circa 170.000 migranti, circa 42.000 sono stati salvati da 254 navi mercantili, di cui 170 italiane. Il Com.te Francesco Paolo Serretiello, Ispettore ITF Italia, ha sottolineato come l’equipaggio delle navi commerciali del tutto inadeguate per il salvataggio di centinaia di persone alla volta non riceve alcuna esercitazione propedeutica a tale compito e ciò porta a situazioni di stress fisico e psicologico molto forti, per le quali è necessaria un’assistenza emotiva e un riconoscimento civile. (ANSA)