Il re è nudo, ma non è nudo: perchè come veniva mostrato nella anteprima della puntata, per tanti leghisti col mal di pancia per l'alleanza con Berlusconi (un ladrone, diceva una signora, noi leghisti siamo calati..), si trovano sempre tante persone disposte a difenderlo.
Al gazebo del PDL le persone rispondevano alle domande di Stefano Bianchi "perchè B. non avrebbe dovuto fare quella telefonata?".
"Uno è libero di fare quello che vuole a casa sua".
Il re non è nudo, perchè trova attorno a se i suoi parlamentari pronti a difenderlo: come Formigoni "chi è senza peccato scagli la prima pietra". Dovrebbe valere lo stesso per le madri che decidono di interrompere la gravidanza.
In parlamento le sue schiere l'hanno difeso dai magistrati comunisti che volevano rovesciarlo tramite via giudiziaria: la procura di Milano non è competente, perchè la telefonata è stata fatta come presidente del Consiglio, dunque si deve andare dal giudice naturale. Con tanto di autorizzazione a procedere da parte del parlamento che verrà naturalmente negata.
A cosa si arriva, pur di salvare il re. Perchè se cade lui, cade tutto.
E allora via con l'insulto ai cittadini della telefonata per salvare la nipote di Mubarak.
In una democrazia, i cittadini devono sapere, se dietro le storie di Ruby e le sue sorelle c'è qualcosa di vero o no. Se la Minetti è una ragazza modello o una tenutaria.
E, per inciso, non si può liquidare la nomina in regione con le parole "qui abbiamo delle regole precise, si lombardizzi ..". Come la mettiamo con le firme false? Con le nomine nella sanità di personaggi dalle brutte frequentazioni?
Il voto sul federalismo.
Due i temi della giornata, di cui si è parlato nella puntata: il voto negativo della commissione sul federalismo, e il voto in Parlamento sulla perquisizione dell'ufficio del ragionier Spinelli (sede del presidente del Consiglio).
Il governo ha deciso di andare avanti, emanando un decreto su cui l'ultima parola spetterà al presidente della Repubblica (come nello scudo fiscale, nella riforma Gelmini, nel lodo Alfano, nel legittimo impedimento).
Nell'opposizione si è parlato di Golpe: la realtà è che, se anche si sono rispettate le regole (che il senatore Castelli ha lungamente spiegato), si è fatto però in gesto di scarso rispetto per il parlamento, la cui commissione non ha approvato il dl sul fisco municipale. "Una situazione senza precedenti ..." il commento del presidente Fini.
Disegno di legge che stravolgerà un pezzo dello stato, portando a nuove tasse comunali, ad un buco di bilancio nelle casse dello stato, che verrà infine approvato dal governo con la sola presentazione in Parlamento.
La realtà è che ogni giorno viviamo un piccolo golpetto, con questo governo abituato a stravolgere le procedure, a fare leggi anticostituzionali, abituato a non rispondere di nulla.
Cito solo un episodio della puntata: il sottosegretario Castelli che stravolgendo il voto alla Camera (sulla perquisizione nell'ufficio di Spinelli, non sulla competenza di Milano) si rivolgeva ai ragazzi in studio "ma cosa ridacchiate che non capite un cacchio".
E l'onorevole Bernini "le intercettazioni sono uscite dal segreto istruttorio..." quando dovrebbe essere chiaro che sono uscite dalla camera, dopo la presentazione in giunta.
In studio, oltre ai citati Castelli e Bernini, Bocchino di Fli e Di Pietro dell'Idv.
Contrari a questo federalismo, contrari a questo modo di procedere, a colpi di maggioranza e decreti.
Un provvedimento che, ha spiegato Di Pietro, aumenta sperequazione e la spesa; un federalismo che serve alla Lega come bandiera. E sui toni accesi degli ultimi giorni, è stato Maroni il primo a dire o si vota questo federalismo o si va a votare.
Bocchino ha voluto sottolineare il fatto (non l'opinione) dell'aumento delle tasse locali, nonchè lo sblocco dell'addizionale Irpef da parte dei comuni per ripianare i loro debiti.
Debiti non solo dei comuni del sud (come Catania, come Roma): anche Milano ha qualche problema con i derivati, Torino con i debuti.
Barbareschi il trasformista: Bertazzoni ha intervistato l'onorevole (ex?) Barbareschi.
E' vero: in Rai ora si sta valutando il piano fiction (tra cui quelle prodotte da Barbareschi).
E' vero, Alemanno mi ha proposto la direzione del teatro Valle.
Ma la realtà è che, parole di Barbareschi, non si deve buttar via ciò che B. ha fatto di buono.
"Lei pensa che io faccia un cambio di casacca per un cda Rai?"
Si dimetterà nel futuro?
Vedremo.
Il contesto attorno al presidente.
Sicuramente del caso Ruby se ne è parlato così tanto da portare le persone alla nausea.
Ma, a tanto parlare, non sono corrisposte tante risposte.
Il presidente è ricattabile? Ci sono delle foto?
Quale è il criterio di reclutamento delle candidate del PDL?
Per quale motivo, dopo l'arresto del fidanzato della Polanko, la Minetti e B. non hanno rotto i rapporti?
Domande ancora senza risposta, mentre nella trasmissione ci si è ancora arrovellati attorno alle solite domande: è giusto pubblicare le intercettazioni? Chi deve decidere sulla competenza del processo a Berlusconi? I giudici come dice la costituzione, o il parlamento come dicono nel PDL?
E fuori, un paese dove è calato il reddito, dove ancora non c'è stata ripresa nei posti di lavoro, dove ancora sono irrisolte le questioni della Fiat, di Pomigliano e Termini Imerese. Dove la disoccupazione giovanile è al 29%. Dove è ancora senza soluzione la questione rifiuti in Campania.
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