L’animazione di Kaufman racchiude le domande esistenziali
Charlie Kaufman delizia il pubblico con la sua seconda regia; stavolta è l’animazione a farsi strumento di comprensione del percorso d’indagine dello sceneggiatore statunitense. Un viaggio che, se dapprima, veniva impresso nelle sceneggiature di film come Essere John Malkovic e Se mi lasci ti cancello, successivamente ha trovato terreno fertile nel suo esordio dietro la macchina da presa (Syneddoche, New York) e in quest’ultimo suo prodotto in step-motion: Anomalisa.
Michael Stone è un famoso motivatore e giunge a Cincinnati per partecipare a una conferenza. Dopo aver raggiunto l’Hotel Fregoli, Michael tenta di riallacciare i rapporti con una vecchia fiamma, si ubriaca, confonde un negozio di giocattoli erotici con uno per bambini e infine viene attratto da una voce cristallina tra i corridoi dell’albergo. Dopo aver bussato a una dozzina di porte, Michael trova colei che lo ha colpito così distintamente: è Lisa.
Chi siamo? Cosa vogliamo dalla nostra vita? Chi ci sta attorno? Queste sono le domande che sono alla base di Anomalisa, un prodotto profondo e illuminante, che utilizza lo stratagemma del sonoro e della voce per tentare disperatamente di rispondervi. Difatti Kaufman mette in scena un gioco a due di mirabile bellezza, una storia d’amore che si staglia come un’anomalia all’interno di un universo appiattito da un’unica voce che caratterizza indifferentemente uomini e donne. Ed è attraverso questa trovata che il regista permette allo spettatore di comprendere il suo interesse nell’indagare all’interno di un mondo privo di stimoli ed emozioni.
Presentato a Venezia 72, Anomalisa cattura lo spettatore e lo trascina all’interno di una vorticosa spirale di vibrante significato, ponendo al centro della vicenda un motivatore famoso per le sue conferenze sull’importanza della soddisfazione del cliente. Un personaggio vuoto e malinconico, che cerca disperatamente un senso all’interno della sua vita e una direzione nel suo vagare così ordinario e privo di sussulti.
Kaufman, in collaborazione con Duke Johnson, realizza un prodotto che cela il significato e lascia al pubblico le risposte alle domande precedentemente citate. Sottolineando l’impossibilità di trovare il significato al vivere di tutti i giorni, Anomalisa si rivolge costantemente allo spettatore seduto in sala, a cui chiede di ascoltare e di dare importanza alle parole e ai suoni.
Anomalisa è un prodotto di una complessità inimmaginabile; una pellicola che si differenzia profondamente dal resto della massa e si fa portatrice dell’importanza di non diventare un numero qualsiasi all’interno di un calderone gigantesco. Perché il rischio è quello di diventare un ordinario e cacofonico “nulla”, proprio come la voce indifferenziata che disturba la comunicazione e appiattisce il tutto.
Uscita al cinema: 25 febbraio 2016
Voto: ****