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Anomalisa - Recensione

Creato il 25 febbraio 2016 da Lightman

Venezia 72

Charlie Kaufman torna finalmente alla regia con una pellicola di rara e inconsueta bellezza, realizzata a Passo uno raccontando la storia di due solitudini che, placidamente, si incontrano.

Anomalisa - Recensione Anomalisa - Recensione

Marco Lucio Papaleo inizia a giocherellare sulle tastiere degli home computer nei primissimi anni '80. Da allora, la crossmedialità è la sua passione e sondarne tutti i suoi aspetti è la sua missione. Adora il dialogo costruttivo, vivisezionare le opere derivate e le buone storie. E' molto network e poco social, ma è immancabilmente su Facebook e Google+.

A volte, ci si può sentire soli e tristi anche essendo uomini di successo: lo sa bene Michael Stone, uomo di mezz'età autore di un noto manuale sul costumer care, che torna a Cincinnati dopo dieci anni per tenere una conferenza sul tema. Conferenza alla quale non ha alcuna voglia di partecipare, sentendosi umanamente insoddisfatto dalla sua vita, che ritiene grigia e vuota, nonostante agi, sicurezza economica, una famiglia ormai avviata con tanto di prole. La sera prima del grande impegno Michael tenta di riavvicinare una vecchia fidanzata, con risultati disastrosi: e proprio nel momento più buio ecco che il nostro incontra Lisa, una giovane donna che gli fornirà il brivido di cui sentiva disperatamente bisogno. Per lui è una visione unica, una novità, un colpo di fulmine, un'anomalia nella sua vita ordinaria e abitudinaria: un'Anomalisa. È l'inizio di un corto circuito emozionale che lo spingerà a mettere in prospettiva tutto quello che credeva di conoscere della sua vita e delle sue sicurezze...

Anomalisa - Recensione

Una voce fuori dal coro

Charlie Kaufman strikes back. Lo sceneggiatore Premio Oscar per Se mi lasci ti cancello (o, meglio, Eternal Sunshine of the Spotless Mind) e autore anche di altri celebri e originalissime pellicole come Essere John Malkovich, Il ladro di orchidee e Confessioni di una mente pericolosa torna al cinema, e questa volta da regista, dopo le traversie distributive di Synecdoche, New York. Tenendo fede alla sua fama di "voce fuori dal coro" si presenta in Concorso a Venezia con un'opera effettivamente anomala, sia per metodi che per tecniche realizzative. Anomalisa ha visto la sua nascita e crescita concettuale tramite Kickstarter (ed è stato uno dei primi film ad essere finanziato tramite la piattaforma di crowdfounding) e si presenta come una delle pellicole in animazione stop-motion dalla trama più matura mai viste. Anche il film, a sua volta, parla di una "voce fuori dal coro", ovvero quella di Lisa, unica voce che suona diversa, melodiosa, interessante alle orecchie di Michael: difatti, con un espediente straniante ma di grande effetto, durante tutti i 90 minuti di durata, sono solo tre le voci che andremo a sentire, nonostante i numerosi personaggi che incontreremo. Quella di Michael (dal tono british, scostante e scocciato di David Thewlis, che si accende solo mentre parla alla co-protagonista femminile), quella di Lisa ( Jennifer Jason Leigh) e infine quella, maschile e atona, di Tom Noonan, che interpreta ogni altro essere umano presente in scena, che sia uomo, donna o bambino. Anomalisa ricorda, per certi versi, Lost in translation di Sofia Coppola, ma è ben più kafkiano nell'intreccio e nel punto di vista: difficilmente consolatorio, è un film che racconta della solitudine in mezzo alla moltitudine, delle piccole e grandi bugie che ci raccontiamo, delle illusioni di cui a volte viviamo e delle piccole meschinità che contraddistinguono spesso l'animo umano.

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