Anomalisa (USA 2015) Regia: Charlie Kaufman, Duke Johnson Sceneggiatura: Charlie Kaufman Ispirato all'opera teatrale: Anomalisa di Charlie Kaufman Cast vocale: David Thewlis, Jennifer Jason Leigh, Tom Noonan Genere: cartone anomalo Se ti piace guarda anche: Lost in Translation, Lei, I'm Here, Se mi lasci ti cancello, Synecdoche, New York, Essere John Malkovich
In mezzo a tanti film brutti, mediocri, deludenti, o magari – cosa a volte ancora peggiore – semplicemente “carini”, “carucci” o “bellini”, come la chiamate una pellicola che pure ha le sue imperfezioni, soprattutto nella parte finale, ma che si può definire “bella”? Intendo nel senso pieno del termine, come quando vedete Alicia Vikander e vi viene da esclamare “Ah bella di mamma!”, o magari qualcosa di più esplicito. Io una pellicola del genere la chiamo un'anomalia.
In mezzo a tanti film d'animazione pieni di bambinate, persino quelli della Pixar più adulti e maturi come Inside Out, Up e Wall-E, in cui la strizzatina d'occhio disneyana al pubblico dei più piccoli non manca mai, d'altra parte devono pur sempre vendere i loro gadget, come la chiamate una pellicola che non ha nemmeno un momento del genere? Io la chiamo Anomalisa.
Anomalisa non è un film per bimbi. C'è anzi una scena piuttosto Parental Advisory Explicit Content che lo rende quasi sconsigliato del tutto ai più piccoli. Anomalisa è una pellicola d'animazione in stop-motion, proprio come Nightmare Before Christmas, Coraline e Fantastic Mr. Fox. È privo però del gusto gotico dei primi due o del tocco da comedy slapstick di una volta dell'ultimo. Rispetto ad altre pellicole d'animazione “adulte”, Anomalisa va in una direzione differente. È una pellicola indie da Sundance Festival che affronta i tema dell'alienazione, dell'essere "diversi", della malattia mentale, e delle relazioni sentimentali a metà strada tra Lost in Translation di Sofia Coppola e Lei e I'm Here di Spike Jonze. Non è allora un'anomalia trovare al timone di comando Charlie Kaufman, che ha scritto la sceneggiatura - tratta per altro da un suo spettacolo teatrale del 2005 -, e ha co-diretto la pellicola in collaborazione con l'esordiente specializzato in stop-motion Duke Johnson.
Anomalisa è Charlie Kaufman al 100%. Ci sono il tema dell'identità e una scena onirica che rimandano direttamente dalle parti di Essere John Malkovich, c'è la difficoltà di andare oltre una relazione sentimentale come in Se mi lasci ti cancello, ci sono la confusione esistenziale e i giochi di parole fin dal titolo di Synecdoche, New York. Il protagonista di Anomalisa rimanda poi a quello di tutti i suoi lavori precedenti e ancora una volta appare come un alter-ego del folle autore. L'anomalia di questo nuovo lavoro allora 'ndo sta?
Si potrebbe pensare che Anomalisa si distanzi dagli altri film da lui sceneggiati e/o diretti per l'uso dell'animazione. In parte è così. La scelta però non sorprende più di tanto, visto che Charlie Kaufman arriva da quella “scuola” che comprende gente come Spike Jonze e Michel Gondry che in alcune occasioni nei loro videoclip o cortometraggi hanno fatto uso dell'animazione, e pure di quella in stop-motion. Inoltre, è vero che il film è animato, ma lo si potrebbe immaginare tranquillamente in live action e non è che uscirebbe troppo differente. Nei panni del protagonista ad esempio vedrei bene un Bryan Cranston.
Nella parte di Lisa ci potrebbe invece stare Jennifer Jason Leigh e infatti nel film è doppiata da... Jennifer Jason Leigh.
Attenzione al doppiaggio. Non è un'anomalia, ma questo film in maniera particolare, proprio come Lei - Her di Spike Jonze, vi consiglio vivamente di guardarlo in lingua originale, visto che in Anomalia le voci ricoprono un ruolo centrale.
La vera anomalia di Anomalisa comunque non è tanto la scelta di Charlie Kaufman di affidarsi per una volta all'animazione. La vera anomalia è quella di aver realizzato un film più comunicativo, più diretto, meno complicato e ingarbugliato rispetto ai precedenti. Almeno in apparenza, perché poi in realtà anche Anomalisa finisce per essere un viaggio all'interno della mente del protagonista ricco di significati, curato nei minimi dettagli, pieno di scene memorabili e altre incasinate su cui si rimugina per giorni. È l'effetto che fa un film che non è solo “carino”, “caruccio” o “bellino”. È bello proprio. Bello di mamma!
In mezzo a tanti post di Pensieri Cannibali pieni di cavolate, battute che non fanno ridere, momenti ironici non richiesti e vignette sceme come la seguente, come lo chiamate un pezzo cannibale privo di tutte queste cose?
"Ce l'ho grosso così."
"Ma come sei volgare!"
"Veramente intendevo il mio ego, LOL."
Dite che è un'anomalia? Io dico che è semplicemente una cosa impossibile. (voto 8-/10)