Anonymous attacca i siti della Polizia

Creato il 05 dicembre 2014 da Paolo Dolci @capn3m0

Nuovo attacco da parte di Anonymous contro i siti della Polizia e dei Sindacati

Gli hacker che, da diverso tempo sono conosciuti col nome collettivo di Anonymous, e di cui abbiamo parlato più volte in questi articoli, hanno deciso di colpire nuovamente! Questa volta le vittime dei loro attacchi sono i siti della Polizia di Stato, di quella della Polizia Penitenziaria e di alcuni sindacati di Polizia come il Seppe.

Tutto questo per un semplice motivo: essere solidali coi familiari delle vittime che hanno perso la vita a causa della violenza gratuita messa in pratica da parte dei tutori della legge.

Il caso Cucchi: la causa che ha scatenato l’attacco di Anonymous.

Sono passate solo tre settimane da quando il caso Cucchi è stato archiviato ed i poliziotti, accusati di percosse e maltrattamento nei confronti del geometra, sono stati tutti assolti.
Cucchi venne processato ed arrestato con l’accusa di spaccio di hashish, e subito venne rinchiuso nel carcere di Regina Coeli, da quel momento in poi, il corpo di Cucchi subì un lungo ed incredibile declino, che lo portò a pesare, nel giorno della sua morte avvenuta il ventidue ottobre del 2009, solo trentasette chili.

La scelta del Tribunale di assolvere i poliziotti, che secondo alcuni testimoni avrebbero ripetutamente tormentato Cucchi, riempendolo di botte, ha mandato su tutte le furie il gruppo di hacker Anonymous, il quale ha deciso di agire immediatamente, senza perdere troppo tempo.

Ciò che ha fatto Anonymous è stato un gesto eclatante: gli hacker infatti hanno violato alcuni dei siti della Polizia di Stato e di quella Penitenziaria, nonché di alcuni sindacati, ed hanno resi pubblici i dati privati non solo degli accusati, ma anche di tantissimi altri agenti

Oltre al nome e cognome infatti, i dati resi pubblici sono stati gli indirizzi mail, numeri di telefono, via delle loro dimore e tanti altri: Anonymous dunque ha voluto condividere col resto del web tutti i dati riservati senza alcuna censura.

Tre giorni prima della sentenza, ovvero il 19 novembre di quest’anno, il sindacato della Polizia Penitenziaria, ovvero il Sappe, sapendo che l’attacco sarebbe stato pressoché inevitabile, ha deciso di scrivere una lettera aperta agli Anonymous, nella quale si spiegava che gli imputati erano completamente innocenti, e che erano loro le reali vittime della discriminazione e accuse da parte delle persone e della stampa.

Purtroppo però, questa lettera non è servita a placcare l’ira e l’attacco da parte di Anonymous, il quale è appartenuto all’operazione definita Operation Green Rights, che aveva come tematica la protesta nei confronti dei metodi violenti e ingiustificati da parte delle forze dell’ordine europee, ed il continuo non far nulla da parte dei vari Governi europei.

Anonymous Italia, dopo l’attacco ai danni dei siti delle forze dell’ordine, ha voluto sottolineare che, nel corso di questi ultimi dieci anni, sono stati oltre mille i casi delle morti nelle carceri e quelle dovute dalla violenza senza motivazione messa in pratica da parte delle forze dell’ordine.

Il gruppo di hacker ha voluto anche sottolineare che Cucchi è uno solo degli ultimi casi di violenza “autorizzata e protetta”, visto che anche i casi Giuliani e Aldrovani appartengono a questa categoria di delitti legali, così come li definisce Anonymous.

Nel messaggio poi rilasciato dagli hacker, viene chiesto in maniera esplicita che ci siano dei controlli maggiori all’interno delle carceri, e che ogni singolo momento venga registrato con delle telecamere, aggiungendo inoltre che i vari video devono essere sempre conservati, affinché si possano effettuare controlli inaspettati, per poter verificare come i poliziotti penitenziari si comportano durante il loro turno.

I video ovviamente saranno utilizzati come prova nel caso in cui accadano fatti simili come quelli accaduti a Cucchi.

Di parere completamente contrario invece il segretario del Sappe, Donato Capece, che ha definito l’attacco subito come inutile e soprattutto ingiustificato, e abbastanza scontato.

Capece ha sottolineato che stranamente Anonymous non ha parlato del giusto modo di comportarsi da parte delle guardie penitenziarie, che evitano che i carcerati possano suicidarsi oppure possano compiere atti di violenza nei confronti degli altri detenuti.

Il segretario ha concluso le sue parole sottolineando che lui ed il suo sindacato, così come tutti i poliziotti italiani, non devono temere nulla, visto che la trasparenza e la correttezza sono sempre state messe in pratica, specificando inoltre che essere attaccati da Anonymous può capitare se la si pensa in maniera differente rispetto al loro punto di vista.

Una nuova battaglia dunque che nasce da un attacco dunque che ha fatto tremare le forze dell’ordine e che ricorda che Anonymous è ancora presente e osserva quelle che possono essere definite come ingiustizie contro l’umanità, e che stavolta ha come tematica la violenza delle forze dell’ordine e la mancata giustizia da parte dei Governi di tutta Europa.

Da tutt’altra parte invece, vi è la sicurezza di chi protegge i poliziotti penitenziari e non, come Capece, che sostiene che comportarsi in questo modo serve a ben poco, e che in Italia la giustizia e la correttezza sono sempre presenti e sotto gli occhi di chiunque.

Chi dei due vincerà questa nuova battaglia, e chi dei due è dalla parte del giusto?


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