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Insomma, non si può certo dire che da Anonymous mi aspettassi chissà che cosa. Ero anzi piuttosto rassegnato e preparato al peggio: d'altronde è piuttosto facile essere prevenuti nei confronti del 'creatore' di Independence Day e Godzilla... Sarà per questo, allora, che tutto sommato il film non mi è nemmeno dispiaciuto. Certo, prendere sul serio dal punto di vista storico e letterario questo spettacolare polpettone in costume è oggettivamente impossibile, però va detto che il risultato finale non è poi così terribile: se facciamo finta di non sapere chi è stato Shakespeare e immaginiamo di assistere a una costosa fiction in salsa cinquecentesca, bisogna riconoscere che la pellicola nonostante la lunghezza (due ore e venti) regge bene il ritmo e mantiene sufficientemente alta la tensione. Di più non era lecito chiedere.
Anonymous deve il suo interesse principalmente allo spunto che è alla base del film: la teoria, intrigante ma mai provata, che William Shakespeare non fosse affatto l'autore dei suoi grandi capolavori, ma solo un misero prestanome alle dipendenze del Conte di Oxford, tale Edward De Vere, vero artefice di tutte le opere e impossibilitato ad apparire per ragioni di decoro (ai tempi il teatro era considerato un'attività disdicevole per un nobile), e tuttavia ben deciso a vederle rappresentate in scena. Insomma, il Bardo visto come il più grande impostore della storia: roba da far tremare i polsi!
Naturalmente il film di Emmerich non aggiunge alcun elemento utile a suffragare questa fantasiosa ipotesi, così come è chiaro sin dal primo momento che al regista interessa ben altro che un'accurata ricostruzione storica su un qualcosa che è poco più di 'leggenda metropolitana': la pellicola è un buon thriller storico, pieno di colpi di scena, intrighi di palazzo, molta azione e, ovviamente (come poteva mancare?) anche un bel po' di sesso. Un qualcosa a metà strada tra Il Codice Da Vinci e i racconti di Valerio Massimo Manfredi, tanto per capirci. Ma fortunatamente molto meno pretenzioso!
D'altronde non è nemmeno la prima volta che il grande drammaturgo inglese è oggetto di rivisitazioni storiche afferenti la sua produzione letteraria: già nel 1998 l'americano John Madden aveva diretto il suo Shakespeare in Love, delicata, patinatissima e accurata commedia in costume, in cui si cercava di far credere al pubblico che il 'motore' della produzione shakespeariana fosse l'amore dello scrittore verso una bella fanciulla: la 'fantomatica' Viola De Lesseps. Teoria anche questa mai dimostrata, ma che valse ben sette Oscar alla pellicola in questione.
Anonymous invece vola più basso, ma il risultato come detto è godibile. Merito anche dei due interpreti principali, i navigati Rhys Ifans e Vanessa Redgrave, che danno all'opera quel valore aggiunto tale da renderla accettabile anche agli occhi dello spettatore più esigente. E che confermano, se mai ce ne fosse bisogno, che il cinema è fatto di uomini più che di effetti speciali...
VOTO: ***
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