Ci volevano i metalli ed i patogeni dispersi con le attività chimico-biologiche per danneggiare o uccidere le colture e gli alberi, per isterilire i terreni. Si possono intuire le ripercussioni delle anomalie climatiche e meteorologiche sulla flora, le conseguenze della diffusione di spore fungine e di larve, gli effetti della contaminazione che riguarda il suolo, del dilavamento dell’humus. Le piante sono sofferenti. Stentano a compiere la fotosintesi clorofilliana e quindi a produrre, attraverso i noti processi chimici, l’ossigeno indispensabile per gli esseri viventi. L’aria è depauperata dunque di questo gas.
E’ specialmente la riduzione della luce solare ad influire in modo negativo sulla fotosintesi. Il cosiddetto “oscuramento globale” (global dimming) è un fenomeno indotto: esso trova la sua genesi nelle coperture create dagli stormi di aerei che ogni giorno incrociano nei cieli di quasi tutto il mondo. Passaggio dopo passaggio, il cielo si offusca, mentre un sole pallido ed esangue lascia la Terra senza calore, immersa in una perenne penombra. Infatti, dopo che una perturbazione si è esaurita, lasciando il posto alle schiarite, subito i velivoli chimici provvedono a riempire gli spazi di azzurro con le solite velature foriere delle nebbie di ricaduta.
Senza ossigeno, la vita sul nostro pianeta non è possibile, la vita come noi la conosciamo. Forse è proprio estirpare la vita basata sul carbonio lo scopo ultimo delle élites. La morte degli alberi, cui quasi nessuno bada - tanto ad essere importanti sono le partite di calcio e le finte diatribe politiche – pare il preannuncio della morte globale.
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