(id.)
di Mike Cahill (USA, 2011)
con Brit Marling, William Maphoter
VOTO: ****
Un altro mondo è possibile. E tutti hanno il diritto di ricominciare, di meritarsi una seconda possibilità. Chi ha paragonato Another Earth a Melancholia di Lars Von Trier probabilmente non ha visto uno (o nessuno) dei due film. Se nella dolente partitura del regista danese si parlava infatti della fine del mondo come catarsi della malvagità umana, in questa sorprendente opera prima del documentarista americano Mike Cahill il pianeta 'doppio' viene visto come un'alternativa possibile a un presente poco edificante. C'è, insomma, un messaggio di speranza e nello stesso tempo uno stimolo a rifare i conti con la propria vita, ad eludere una realtà che vorremmo tanto essere diversa.
Ma andiamo con ordine. Another Earth è la storia di Rhoda Williams, brillante studentessa di astrofisica che vede concludersi tragicamente una notte di baldoria tra amici: durante il rientro a casa la ragazza nota una stella nel cielo più brillante di altre, che cattura la sua attenzione e la fa andare a sbattere dritta contro un'altra macchina, ferendo gravemente il conducente e uccidendogli sul colpo il figlio e la moglie incinta. Da quell'istante Rhoda perde tutto: speranze, sogni, affetti, la propria libertà. Rinchiusa in carcere per quattro anni, ne uscirà per ricominciare dal gradino più basso della scala sociale, nonchè per andare a cercare l'uomo a cui ha distrutto la vita. Lo troverà, ma non avrà il coraggio di dichiararsi a lui...
Nel frattempo l'astro luminoso visto quella tragica sera è stato scoperto e identificato: si tratta di un pianeta 'gemello' al nostro, dove ognuno di noi potrebbe avere il suo 'doppione', un esatto duplicato che vive un'esistenza magari totalmente diversa... Another Earth è un film di fantascienza che in realtà ha ben poco di irreale: è evidente, infatti, che il pianeta 'doppio' è lo specchio delle nostre paure, un non-luogo in cui ci piacerebbe vivere serenamente e lontani dalle complessità del mondo. E dove, verosimilmente, vorremmo essere persone migliori di quello che siamo. Il film di Cahill è un invito ad accettarsi, a scavare dentro le nostre coscienze e liberarsi dalle fobie che ci fanno perdere di vista l'essenza vera della condizione umana. E questo, consentitecelo, non può non ricondurci ad un titolo che - guardacaso - è anche il titolo di questo blog. Citazione doverosa, insomma.
Another Earth è una pellicola profondamente umana e intimista, che ogni spettatore è giusto faccia sua e ci legga quello che 'sente' dentro di sè, indipendentemente dalle nostre interpretazioni. Noi ci limitiamo a rimarcarne la bellezza visiva e la bravura degli attori protagonisti, con una menzione speciale per la splendida Brit Marling (anche sceneggiatrice) di cui sentiremo senz'altro molto parlare. Fantascienza 'filosofica', dice qualcuno, che prosegue un filone di quel cinema indipendente che mostra una vitalità inusitata negli ultimi tempi: pensiamo, solo per fare degli esempi, a Moon, Non lasciarmi, Sunshine... opere che meriterebbero spazio e attenzione da parte soprattutto degli addetti ai lavori, a cui spetta il coraggio di 'credere' in questi film. E invece, a tutt'oggi, Another Earth viene proiettato in TRE-schermi-TRE in tutt'Italia. Vergogna!