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Another me, una sola sansa non era abbastanza?

Creato il 12 aprile 2015 da Cannibal Kid
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ANOTHER ME, UNA SOLA SANSA NON ERA ABBASTANZA?Another Me (UK, Spagna 2013) Regia: Isabel Coixet Sceneggiatura: Isabel Coixet Tratto dal romanzo: Another Me di Cathy MacPhail Cast: Sophie Turner, Rhys Ifans, Claire Forlani, Jonathan Rhys Meyers, Gregg Sulkin, Geraldine Chaplin, Ivana Baquero, Leonor Watling, Charlotte Vega Genere: sdoppiato Se ti piace guarda anche: The Double, Enemy, Il cigno nero
Game of Thrones è una serie piena di ottimi personaggi. Soprattutto i primi tempi, poi quel gran bastardo dell'autore George R. R. Martin si è divertito a fare fuori molti dei migliori uno dopo l'altro. Un po' come in The Walking Dead. Appena un personaggio diventa promettente, ecco che su di lui cala La morte nera. Il trono di spade - Game of Thrones, che ritorna su HBO con la quinta stagione questa sera, è una serie piena di ottimi personaggi, dicevo. Tra questi NON rientra Sansa. La lagnosissima Sansa Stark. Sansa di lei la serie probabilmente sarebbe meglio, ma purtroppo ce la dobbiamo tenere. Se come personaggio l'ho sempre trovata insopportabile, anche l'attrice che la interpreta, Sophie Turner, non mi ha mai convinto del tutto. Sono anzi convinto che abbassi il livello di recitazione rispetto a ottimi attori come Emilia Clarke e Peter Dinklage di diverse spanne, anche se mai quante Kit Harington, il pessimo Jon Snow che non sa niente. Sophie Turner però è giovane, quello in Game of Thrones è il suo primissimo ruolo, e nel video di “Oblivion” dei Bastille non se la cava poi nient'affatto male.

Ero quindi piuttosto curioso di vederla alla prova in una pellicola tutta “sua”, da protagonista assoluta. L'occasione è arrivata con il thriller Another Me. A me lei non è mai piaciuta molto nemmeno fisicamente, però quando ho visto la locandina della pellicola ho esclamato: “Maremma, la maiala!” (battuta degna di un film di Paolo Ruffini, lo so, lo so).
ANOTHER ME, UNA SOLA SANSA NON ERA ABBASTANZA?
Locandina a parte, Another Me non fa esclamare per alcun altro motivo. Al massimo fa sbadigliare. Si tratta di un thrillerino davvero anonimo, interpretato sansa convinzione da Sophie Turner e parecchio derivativo. Sembra di assistere a una copia brutta, ma brutta brutta brutta, de Il cigno nero. Pure qui viene affrontato il tema del doppio, solo in maniera molto meno efficace rispetto al film di Darren Aronofsky ai tempi in cui firmava grandi pellicole e non stava a prendere la pioggia insieme a quel menagramo di Noè. Così come perde anche il confronto con The Double ed Enemy, altre due pellicole recenti incentrate sullo stesso identico argomento.
ANOTHER ME, UNA SOLA SANSA NON ERA ABBASTANZA?
Sorprende trovare alla regia di questa insipida co-produzione anglo-spagnola Isabel Coixet, regista iberica di cui ammetto di non aver mai visto alcun film, ma di cui avevo sentito parlare bene a proposito di La mia vita senza me e La vita segreta delle parole. Una doppietta di film con protagonista Sarah Polley che dovrebbe – non avendole viste il condizionale è d'obbligo – avere in comune con questo nuovo Another Me il tema a lei caro della scomparsa, della sparizione. Al di là della presenza di questo argomento, affrontato in maniera parecchio superficiale, è davvero difficile scorgere dei segni autoriali all'interno di un filmetto come Another Me che pare buono, al massimo, per una prima serata a bassa tensione di Rai 2, o per una visione in seconda serata tra il sonno e la veglia di Italia 1.

ANOTHER ME, UNA SOLA SANSA NON ERA ABBASTANZA?

"Certo che so' proprio figa in 'sto film!"


Per quanto io sia appassionato della tematica del doppio, sebbene ormai stia diventando troppo abusata e stia cominciando a stufarmi, e per quanto io di solito in questo genere di thriller adolescenziali ci sguazzi alla grande, Another Me è un film che non regala soddisfazioni, manco dalla colonna sonora o da un personaggio secondario. Niente di niente. La storiella romantica tra la Turner e il belloccio Gregg Sulkin, il tipo che si fa Karma e pure l'amica nella lesbo teen serie Faking It, è inserita così, a casaccio, giusto per proporre due limoni tra i protagonisti.
ANOTHER ME, UNA SOLA SANSA NON ERA ABBASTANZA?

I personaggi dei genitori sono poi del tutto penosi. Il padre è un derelitto vivente che spia la gente dalla finestra, in pratica una versione scema del protagonista de La finestra sul cortile di Hitchcock. La madre è invece la più grande idiota nella storia dell'umanità: tradisce il marito moribondo con Jonathan Rhys Meyers, e fin lì niente da dire, ma decide di farlo dove? In macchina sotto casa. Con tutti i posti del mondo, proprio lì.
Va beh gente, dai. Sbaracchiamo tutto. Passi la sospensione dell'incredulità, però a una cosa così non si può davvero credere. Andare in un motel no, eh? E Jonathan Rhys Meyers una casa non ce l'ha? Devono per forza trombare in auto come due adolescenti sotto lo sguardo di quel guardone di marito e di quella guardona della figlia? Sono disposto a credere che Sophie Turner abbia ATTENZIONE SPOILER! una gemella fantasma stalker FINE SPOILER ma questo no, è davvero troppo.
Another Me è un film che fa acqua da tutte le parti, per non parlare di un finale che fa cascare le braccia e pure la palle. Non si può nemmeno addossare troppo la colpa a Sophie Turner la quale, lungi dall'essere anche solo lontanamente convincente, non è nemmeno tra le cose peggiori del film e anzi almeno a livello fisico convince parecchio. Anche tutto il resto del cast recita male, pure Claire Forlani che negli anni '90 sembrava una promessa (mai mantenuta) del cinema, e perfino Jonathan Rhys Meyers, un tipo che io proprio non capisco. Fossi in lui la smetterei di girare filmacci come Shadowhunters, Shelter - Identità paranormali e questo, o seriacce come Dracula, e di professione starei a fare soltanto il figo 24 ore su 24.

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"Come siamo caduti così in basso, come?"


Interpreti svogliati a parte, il difetto principale di Another Me è una sceneggiatura scritta coi piedi. Tanto che ti chiedi: ma sarà più colpa della regista e autrice dell'adattamento Isabel Coixet o dell'autrice del romanzo omonimo da cui è tratto, tale Cathy MacPhail, che non ho letto ma che mi immagino come un Harmony young adult dalle vaghe tinte mystery? Questa domanda è destinata a rimanere sansa risposta. E lo so, lo so, anche le battute e i giochi di parole di questo post sono stati scritti coi piedi. (voto 4/10)

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