L'altra sera sono tornato a vedere gli ZZ Top in concerto, un anno dopo la mia prima esperienza live con i barbuti a Vigevano, quello che definii il mio concerto dell'anno 2010 (e da cui sono tratte le foto di questo post). Stavolta suonavano a Barcellona, nella piazzetta del Poble Espanyol: mi chiedevo come potesse essere un concerto qui, io che ricordavo questo fintissimo paesino costruito ad hoc per i turisti come piccolino e molto kitch. Quest'anno ci ha suonato Dylan, per dire, e ci è tornato il carrozzone del Primavera Sound, che proprio al Poble Espanyol aveva mosso i primi passi più di un decennio fa. In effetti non è male, devo dire: capienza giusta per concerti di questa portata, persino un suo fascino se ben illuminato, pacchiano il giusto per gente abituata a cappellacci e paillettes se pure in salsa western come i Nostri. Da "Viva Las Vegas" a "Visca el Poble Espanyol" il passo può essere breve, insomma.Stendendo un velo pietoso sul gruppo spalla, ecco dunque le mie barbe preferite a iniziare alle 22 in punto la loro lezione di blues rock texano: poche le sorprese in una scaletta che ricalca quasi esattamente quella del tour dello scorso anno e in buona parte quella del paio di DVD live pubblicati ultimamente. Ma va benissimo così: partenza a razzo con "Got me under pressure" e poi subito la doppietta "Waiting for the bus"/"Jesus just left Chicago". Dusty Hill e Frank Beard, l'unico dei tre che la barba ce l'ha nel cognome e non in faccia, scandiscono la ritmica in modo perfetto, mentre Billy Gibbons, colui che quarant'anni fa un certo Jimi Hendrix incoronò suo erede, alterna assoli da brivido a pezzi ritmici come probabilmente non ho mai visto fare da nessuno. Non importa che il brano più recente che hanno fatto risalga al '92 ("Pincushion", da "Antenna"): oscilliamo tra i Settanta ("Just got paid", "Brown sugar", "Cheap sunglasses", "I'm bad, I'm nationwide") e gli Ottanta che diedero loro il successo mondiale (la triade "Gimme all our loving", "Sharp dressed men" e "Legs" con tanto di chitarra e basso ricoperti di pelo bianco) e non potrremmo chiedere di più. Una canzone che non conosco, se è un assaggio dal tanto atteso nuovo album prodotto da re mida Rick Rubin, non promette nulla di buono, e tutto sommato anche la cover di "Hey Joe" non ci sta granchè bene. Per il sottoscritto il top della serata è stato il lentaccio "I need you tonight" con un assolo di Billy G di oltre un minuto fatto con la sola mano sinistra (recuperare video di youtube per credere): mi sarei aspettato "Blue Jean blues" ma è stato pure meglio.
Dopo l'immancabile bis di "La Grange" e "Tush" vado a casa ancora una volta soddisfatto, resistendo chissà perchè all'acquisto della maglietta. Saranno anche dinosauri fuori dal tempo, reazionari sudisti tutti immersi nella mitologia "donne e motori", ma al diavolo: di musica così non se ne fa più. Trovatemi un gruppo gggiovane che salga sul palco con questa classe, questa perizia tecnica messa al servizio delle canzoni, senza mai una nota di troppo e con questa modestia e bonaria simpatia. Chitarra, basso batteria e barbe: long live ZZ Top, gente.