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Ansia sintomi

Creato il 28 settembre 2011 da Chiaramarina

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L’ansia è la malattia del secolo.

In un periodo storico caratterizzato da sconvolgimento politici e geologici, in una società dove il lavoro si fa sempre più precario e le crisi economiche incombono, le incertezze collettive sul futuro e lo sgretolarsi di punti di riferimento morali e religioso-filosofici che un tempo regolavano la vita personale e sociale generano un profondo e diffuso malessere che si cronicizza sempre più spesso in qualche forma d’ansia. I disturbi ansiosi sono quelli che negli ultimi anni hanno primeggiato per intensità e quantità: si calcola che circa il 30% della popolazione urbana soffrirà, almeno una volta nella propria vita, di un attacco di panico. La richiesta di medicinali per far fronte alla sintomatologia di tipo ansioso sta superando quella relativa alla maggior parte degli altri disturbi psico-fisici.

Così, quello che nasce come un sano meccanismo d’allarme di fronte ad un potenziale minaccia o pericolo che incombe su di noi, e che fino ad un certo livello rappresenta uno stimolo positivo all’azione, si sta rivelando uno dei mali del secolo che cresce a ritmo esponenziale e un disagio che può infiltrarsi nella nostra vita a vari livelli, ledendone la qualità anche quando non arriva a cristallizzarsi in una vera e propria sindrome. L’ansia nelle sue varie forme, infatti, è un meccanismo perverso che, al fine illusorio di preservare il soggetto da eventuali pericoli esterni, finisce con il limitarne il raggio d’azione, influenzando le relazioni, la vita privata e il lavoro. Mentre una giusta tensione emotiva può infatti migliorare le prestazioni, aumentando la concentrazione e incanalando le energie in vista di un risultato, un livello di ansia superiore porta a risultati opposti, in quanto produce un effetto inibitorio sull’ideazione e sull’azione e può facilmente spingere il soggetto ad evitare il confronto con la circostanza percepita come ansiogena.

La cura farmacologica per curare li sintomi dell’ansia e gli attacchi di panico si basa in genere sulla somministrazione di ansiolitici, quali le benzodiazepine, ma si sono rivelate strumenti utili, in affiancamento alle terapia allopatica, alcune forme di psicoterapia e in particolare quelle, come la terapia cognitivo-comportamentale, che prevedono un lavoro sia sulla componente cognitiva (pensieri distorti o erronei su se stessi) che su quella emozionale e fisica. Spesso, infatti, non sono tanto le oggettive situazioni esterne a far scattare il campanello d’allarme che condurrà poi in un crescendo inarrestabile allo stato d’ansia o all’attacco di panico vero e proprio, quanto una modalità disfunzionale di pensiero di fronte a quelle situazioni, che danno il via ad un corto circuito che coinvolge le emozioni (timore, paura, ansia) generando sintomi corporei e comportamenti alterati.

Fermo restando che una diagnosi corretta è appannaggio di un medico o di uno psicologo-psicoterapeuta, con il quale è opportuno concertare un adeguato percorso di cura, possiamo avvalerci anche di vari rimedi naturali che possiamo affiancare alla terapia prescritta.

I fiori di Bach rappresentano in questo senso un supporto assai valido che peraltro non interferisce, ma anzi potenzia, un’eventuale intervento farmacologico così come un trattamento psicoterapico in corso.

Vediamo quali sono i cocktail, ossia gli accostamenti di fiori di Bach usati in sinergia, utili per affrontare e superare le varie sintomatologie collegate all’ansia.

Agrimony è un ottimo ansiolitico, utile soprattutto per le persone che tendono a mascherare la propria inquietudine interiore camuffandola con un comportamento esteriore allegro e solare, ma anche a coloro che tendono a soffrire di dipendenze di vario tipo.

Se l’ansia generalizzata deriva dal sentirsi soverchiati da impegni e responsabilità, o si è oberati da molteplici compiti con la sensazioni di non riuscire a farvi fronte, situazione che si verifica sempre più di frequente a causa della vita frenetica che tendiamo a condurre, ci si può avvalere di Elm, magari in sinergia con White Chestnut se non si è in grado di rilassarsi perché il pensiero corre di continuo a quello che si dovrebbe fare.

Quando l’ansia si manifesta sotto forma di pensieri ricorrenti e ossessivi, o di comportamenti compulsivi a ripetere determinate azioni più e più volte contro la propria volontà (ad esempio verificare ripetutamente la chiusura dei rubinetti o del gas, lavarsi le mani di continuo senza effettiva necessità, fare somme di numeri telefonici e così via…) è il caso di ricorrere a White Chestnut.

Nel caso che i nostri timori e le nostre ansie siano focalizzate sull’eventualità che situazioni spiacevoli o pericolose possano capitare ai nostri cari facciamo uso di Cherry Plum in abbinamento a Chicory, mentre per un forte e prolungato spavento, o un vero e proprio attacco di panico il rimedio d’elezione è Rock Rose.

Infine è utile, soprattutto per evitare la “paura della paura” che spesso dà luogo allo scatenamento dell’attacco di panico, avere a portata di mano il Rescue Remedy, un cocktail indicato, più che per una terapia a lungo termine, per fronteggiare le emergenze fintanto che la situazione non sia tornata sotto controllo.

La posologia indicata è quella di 4 gocce di rimedio per 4 volte al giorno in via sublinguale.


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