« 16 ottobre 1943è lo splendido libro di Giacomo Debenedetti che descrive il rastrellamento degli ebrei nel ghetto di Roma raccontando le piccole storie della gente comune.Una in particolare mi ha colpito: una donna cerca di salvare un bambino, dicendo di essere sua madre.Il bambino, però, inizia a piangere e a urlare così forte che i soldati capiscono, e lo portano via.Ma cosa sarebbe successo se, quel giorno, quel bambino non avesse pianto? Ho deciso che quella era la storia che volevo raccontare.Di come tutto può cambiare in un istante, di come a volte la differenza tra la vita e la morte è appesa a un filo. »
Prezzo: 416
Pagine: 16.90€
Data di Pubblicazione: 14 Gennaio 2016
L’alba color acciaio è fredda come la pioggia sottile che si deposita silenziosa tra i suoi capelli e le scivola lungo il collo. Chiara Ravello però ha smesso di farci caso nell'istante
in cui si è inoltrata nel quartiere ebraico. Ha come la sensazione che quei vicoli siano stati svuotati di vita e non rimanga che l’eco di una sofferenza muta. Quando sbuca in una piazza, Chiara vede un camion sul quale sono ammassate diverse persone. Tra di esse, nota una madre seduta accanto al figlio. Le due donne si fissano per alcuni secondi. Non si scambiano nemmeno una parola, basta quello sguardo. Chiara capisce e, all'improvviso, incurante del pericolo, inizia a gridare che quel bambino è suo nipote. Con sua grande sorpresa, i soldati fanno scendere il piccolo e mettono in moto il camion, lasciandoli soli, mano nella mano.Sono passati trent’anni dal rastrellamento del ghetto di Roma, e all’apparenza Chiara conduce un’esistenza felice. Abita in un bell'appartamento in centro, ha un lavoro che ama, è circondata da amici sinceri. Tuttavia su di lei grava il peso del rimpianto per quanto accaduto con Daniele, il bambino che ha cresciuto come se fosse suo e che poi, una volta adulto, è svanito nel nulla, spezzandole il cuore. E, quando si presenta alla sua porta una ragazza che sostiene di essere la figlia di Daniele, Chiara si rende conto che è arrivato il momento di fare i conti con gli errori commessi, con le scelte sbagliate, con i segreti taciuti troppo a lungo. Perché solo affrontando il proprio passato potrà finalmente trovare la forza di riannodare i fili di quel legame stretto una fredda mattina di ottobre del 1943..Ci sono istanti che decidono il nostro destino. Istanti in cui ci dimostriamo più forti o più deboli di quanto non immaginavamo. Eppure il romanzo di Virginia Baily ci ricorda che il vero coraggio risiede nel vivere giorno dopo giorno con le conseguenze delle nostre azioni. Perché se impariamo ad accettare il passato, il futuro sarà sempre un passo davanti a noi, prodigo di sorprese.
Virginia Baily è nata e cresciuta in Inghilterra, dove ha conseguito un dottorato in Letteratura inglese, ma ha vissuto per diverso tempo a Roma, imparando a conoscere e ad amare la lingua, la storia e la cultura del nostro Paese. Attualmente vive a Exeter, nella regione del Devon, e dirige la rivista Riptide, che seleziona e pubblica racconti dei migliori scrittori esordienti inglesi.Si è imposta all'attenzione del pubblico e della critica di tutto il mondo grazie a Una mattina di ottobre, romanzo ispirato alla vicenda del rastrellamento del ghetto di Roma.Come avrete avuto modo di scoprire leggendo queste mie pagine e curiosando tra le varie recensioni, sono particolarmente attratta da romanzi e libri biografici ambientati durante la Seconda Guerra Mondiale, narranti la storia ed il dolore di quegli anni bui dove l'antisemitismo, il pregiudizio e l'inconsistente superiorità razziale ha accecato milioni di uomini, incapaci di vedere e di ribellarsi di fronte alla pagina più oscura della nostra storia contemporanea.Ecco perchè Una Mattina Di Ottobre è entrata immediatamente nella mia wishlist del nuovo anno.E voi, Lettori, cosa ne pensate di questa anteprima?Cristina