Chi mi conosce sa che porto come argomento della tesina di maturità i disturbi alimentari e, oltre a documentarmi attraverso fonti "certe", leggo libri che ne trattano l'argomento (vi avevo già parlato di "Sono bruttissima" e "Wintergirls" qualche mese fa).
Anteprima
▪ Autore: Martita Fardin
▪ Editore: Elliot edizioni
▪ Pagine: 117
▪ Prezzo: 12.50 euro (cartaceo)
▪ Anno: 2009
▪ Trama: Valentina, detta Vale, ha diciotto anni e vive in una villa vista lago con sua madre, suo padre e una tata filippina. Figlia della borghesia comasca, ha in apparenza tutto: ottimi voti a scuola, bellezza, benessere, un blog di successo frequentato da migliaia di ragazze, ma c'è qualcosa che non và. Il dolore vero, la gioia vera, sembrano scivolarle addosso come acqua di rubinetto. Così come il cibo, il poco cibo che manda giù, le casca dall'esofago al water senza trattenersi un attimo. In poco tempo il suo corpo diventa scarnificato, uno scheletro ricoperto da pochi millimetri di pelle, simile a quello di Cristo, a cui lei vuole assomigliare. Suo padre, un imprenditore tessile posseduto e travolto dal lavoro, sua madre, con il brillantino al naso e il suo umore oscillante, e anche uno psiconutrizionista, cercano di aiutarla, ma Vale schiva tutto e tutti e s'incammina sul martirio dell'autodistruzione lenta e feroce. Neppure la sua nuova amica Marika e l'amore per un ragazzo austriaco malato di un tumore al seno, Markus, forse riusciranno a salvarla.
Recensione
Quod me nutrit me destruit. Quello che mi nutre mi distrugge.
Il romanzo parla di questa Valentina, diciotto anni, che soffre di anoressia. 38 kg, 1.70 metro di altezza. Lo stile dell'autrice è scorrevole, Martita sa scrivere e a tratti è anche pura poesia. Però la storia non decolla.
In 100 pagine ha trattato di anoressia, senza farlo secondo me in modo ottimale, di cancro, droga e altri temi importanti. Tutti ingredienti buttati lì, per farci un minestrone.
Durante la lettura non ho provato nessuna emozione, i personaggi erano piatti, Valentina non mi ha espresso nulla.
E' terribile dare un parere negativo su un libro, ma purtroppo questa storia non ha proprio nulla di cui valga la pena di essere letta. Ci sono così tanti romanzi meritevoli sull'argomento, che questo -ahimè- ve lo sconsiglio. Pensavo che valeANA ne valesse la pena, ma ho capito che non basta scrivere bene e trattare un argomento delicato per far sì che il libro sia davvero valido.
Personalmente mi aspettavo di più, avendo letto -e continuando a leggere- libri sull'argomento pensavo che questo potesse stare sullo stesso livello. Ma mi sbagliato.
Gli eventi e i personaggi rendono la trama inverosimile. Peccato...
VALUTAZIONE:
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