Oggi vorrei presentarvi Il dilemma dell’onnivoro, un libro che ho adocchiato qualche giorno fa in una libreria Giunti al Punto e che credo meriti davvero di essere letto.
Pubblicato da Adelphi nel 2009, lo possiamo trovare oggi in una veste nuova, con una copertina inquietante ma allo stesso tempo eloquente, a cura della Giunti Y.
Siamo consapevoli di quello che mangiamo? Siamo sicuri che il cibo sulle nostre tavole non contenga sostanze dannose per il nostro organismo? Lo so, meglio non pensare a certe cose, ma forse, invece, sarebbe meglio cominciare a farci qualche domanda, e non solo sul cibo. Quanto sappiamo degli ingredienti che compongono i cosmetici o i prodotti per la cura della persona che usiamo ogni giorno?, per esempio. Sperando di avervi instillato qualche dubbio, ecco qui la trama del libro:
Michael Pollan decide di improvvisarsi «detective del cibo» per conoscere l’evoluzione e i segreti nascosti dietro quello che si mangia, dal seme al frutto, dalla storia del «cibo con una faccia» alla carne lavorata e anatomicamente irriconoscibile.
Inizia così una ricerca che lo porta a conoscere varie realtà, dalla produzione industriale a quella dei produttori diretti. Fast food, supermercati, fabbriche, macelli e piccole fattorie diventeranno il terreno della sua instancabile marcia verso la consapevolezza.
In questo viaggio pieno di scoperte ma anche di incertezze, Pollan dovrà affrontare molte esperienze che lo metteranno a dura prova, dovrà combattere e accettare compromessi, dovrà forzare la sua indole e imparare a cacciare e a uccidere per nutrirsi. Alla fine però ritroverà la strada di un rapporto diverso con madre natura e sarà in grado di scegliere come comprare, cucinare e mangiare.
La sua ricerca si conclude con un menù a quattro portate dove finalmente quello che c’è nel piatto non è più un dilemma ma la storia appena raccontata.