«Una trama magistrale, dall’impianto perfetto.»
Guardian
Riflettori su Il pittore che visse due volte (Nimrod’s Shadow, 2010), l’esordio letterario italiano di Chris Paling, autore britannico che — dopo aver lavorato alla BBC sia per radio che teatro — dal 1995 è divenuto uno stimato romanziere. Newton Compton decide di darci l’opportunità di apprezzare il suo lavoro, lasciando che la nostra lettura venga attratta dall’atmosfera enigmatica del suo nuovo romanzo.
Un thriller d’altri tempi che sa associare il profumo antico di un’ambientazione da sempre amata dai lettori, alla contemporaneità ritmica che il thriller oggi richiede.
Londra, primo Novecento. Reilly è un giovane pittore in cerca del successo. Vive in una misera soffitta di Soho, stracolma di quadri rimasti invenduti, e ha come unica compagnia un fedele Jack Russel di nome Nimrod. Inaspettatamente qualcosa inizia a muoversi: un critico d’arte, il più influente sulla scena londinese, nota il suo talento. Proprio quando per il giovane pittore stanno per spalancarsi le porte della celebrità, il critico viene ritrovato morto in un canale, gli occhi orribilmente strappati. Tutti gli indizi sembrano portare a Reilly, che viene accusato di omicidio e condannato a morte. È passato un secolo e la terribile vicenda è del tutto dimenticata, quando una giovane segretaria, Samantha, si ritrova ad ammirare un quadro di Reilly in una galleria d’arte di Soho. C’è qualcosa in quel quadro che la colpisce: un particolare in grado di dimostrare l’innocenza di Reilly e far luce sull’identità del vero assassino.
Arte, ironia e suspance per addentrarci in quella strana rete di sentimenti che dà vita alla natura umana. Non perdiamo dunque tempo nel voler percorrere il labirintico intreccio di una storia che ha già conquistato molti Paesi nel mondo, e che si presenta adesso al pubblico italiano per lasciare che anch’esso possa sciogliere i nodi del mistero che l’avvolge.
«Una storia a metà tra il giallo e la spy story, con una trama semplicemente perfetta.» The Independent