STANZA N. 1 TROVAMI di Emma Mars
IL 29 Agosto in libreria
ARRIVA LA RISPOSTA FRANCESE ALLE CINQUANTA SFUMATURE. MOLTO PIÙ DI UNA TRILOGIA EROTICA: OGNI “STANZA” È UN GRANDE ROMANZO IN CUI, PER LA PRIMA VOLTA, L’EROTICO SI SVILUPPA IN UNA TRAMA FATTA DI MISTERO, INSIEME A UNA SAGA FAMIGLIARE.
STANZA N. 1 TROVAMI di Emma Mars Pagine 488 Euro 14,90Sperling & Kupferdal 29 agosto Parigi. Elle, 23 anni, ha deciso: il gioco, divertente ed eccitante, di fare la escort, sta per finire. Questa sarà la sua ultima notte di lavoro. Ormai sta per sposarsi con David, un uomo ricchissimo e affascinante.Poco importa se anche lui è stato un suo cliente: l’amore, poi, ha avuto lameglio. Ma durante quest’ultima notte accade qualcosa: l’uomo con cui Elle si incontra, in un hotel dove ogni stanza ha il nome di una cortigiana del passato, non è un semplice sconosciuto. È l’uomo più sexy che la ragazza abbia mai conosciuto, ed è il fratello del suo futuro marito. Elle se ne accorge troppo tardi.Da quel momento, Elle comincerà a ricevere dei messaggi da quest’uomo che contengono una sorta di comandamenti sessuali. E comincia una sottomissione – e una rieducazione sessuale – i cui passi si compiranno nelle lussuose e magnifiche stanze dell’hotel…Non solo: Elle scoprirà che nel passato di David e Louis si nasconde un segreto: una donna, Aurore, che è stata la moglie di David ed è morta suicida. E a cui Elle assomiglia terribilmente. TITOLO-SENSAZIONE DELLA FIERA DI FRANCOFORTE 2012, LA TRILOGIA DELLE STANZE È IN CORSO DI PUBBLICAZIONE IN 10 PAESI. STANZA N.2 - SVELAMI STANZA N. 3 - SCOPRIMI
SARANNO PUBBLICATI IN AUTUNNO.Il Book trailer :Per voi un piccolo estratto !
1Parigi, primi di giugno 2010, una camera d’albergoa metà pomeriggioNon sono mai stata una di quelle donne convinte che le camere d’albergosiano tutte uguali, un puro e semplice spazio privo di stile epersonalità. Una gelida e anonima galleria, adatta solo per riposarsie arrivare al giorno dopo. Forse quelle donne vi hanno solo passatola notte, fra un treno e l’altro o un aereo e l’altro, sfinite per il viaggio.Invece, per apprezzarne la particolarità e l’unicità, una camerad’albergo va frequentata di giorno, quando il resto dell’hotel è vuoto,o quasi. Bisogna entrare in sintonia con quelle stanze, comunicarecon esse attraverso i sensi, l’uno dopo l’altro, in modo da distinguere
le tracce di chi, prima di noi, lì dentro può aver riso, pianto, amato,goduto. In albergo, l’ho imparato negli ultimi mesi, ricevi in base aquello che dai. Se non fai che sprofondare nel sonno, nella noia o nellamalinconia, non riesci a cogliervi che il riflesso della tua tristezza odella tua indolenza. E ne esci, ahimè, identico a te stesso.Se invece ascolti attentamente quello che una stanza d’albergoha da dire, allora ne trai mille storie, mille aneddoti, mille sospiri emuori dalla voglia di aggiungerci i tuoi. A volte i più curiosi si sentonoposseduti dai segni di chi è stato lì prima di loro. Un profumo rimastosulle tende o sul letto. Una macchiolina superstite. La velatura diuno specchio che disegna un’ombra, quasi un profilo. Sono dettagliche ti entrano dentro, ti pervadono, ti stimolano a vivere la storia cheaspetta anche te.Ed è esattamente quanto mi accingo a fare in questo momento,2nuda, i polsi legati al letto: scrivere le nuove pagine di un raccontoiniziato molto prima di oggi, molto prima di me.Come la maggior parte delle camere dell’Hôtel des Charmes,la Joséphine dispone di un immenso specchio sul soffitto. Così,aspettando che si cominci a fare sul serio, mi prendo tutto il piaceredi contemplarmi. Io, Annabelle Lorand in Barlet, quasi ventiquattroanni, sposata quest’anno, pronta a darmi senza riserve all’uomo chesi sta preparando nella stanza da bagno attigua. Chi sarà? Di lui nonso ancora niente. L’unica certezza è che non è mio marito. Se fossemio marito, saremmo qui? In tutta franchezza, saremmo arrivati aquesto punto?Mi faccio chiamare Elle. Da sempre e in ogni circostanza. Certo,Belle sarebbe pesante da portare, ma credetemi, Elle è peggio. Elle,«lei», come se io da sola fossi la summa di tutte le donne. Comese concentrassi in me tutte le loro grazie, incarnassi tutti i desideri,fondessi in me tutte le fantasie, i metalli grezzi di cui sono fatti gliuomini.Quando finalmente la porta del bagno cigola, emetto dei gridolinidi sorpresa. Brevi. Forse un po’ troppo acuti. Avevo finito per credereche la sua presenza fosse solo un sogno. Lo sconosciuto si ferma,esita ad avvicinarsi. Immagino la sua mano stretta sulla maniglia, ilfiato sospeso.«Signora? Signora Barlet, è tutto come desidera?»Non è la sua voce. Viene dal corridoio. In modo discreto si preoccupanoper me. Ci tengono che rimanga soddisfatta. La signora è unahabituée. Da queste parti la signora è una privilegiata. Il mio uomoha dato disposizioni precise. E lui è il tipo che qui viene ascoltato,ascoltato ed esaudito.«Sì, signor Jacques… non si preoccupi, va tutto bene.»Non mi coccolavano così la prima volta che ho alloggiato in questacamera, un anno fa. E non ero neanche così sicura di me. Questigrandi specchi mi restituivano tutta un’altra immagine. Avevo già lestesse forme come fardello, le stesse rotondità come promessa. Ma neignoravo il potere, e ancora di più l’utilizzo. Non godevo dell’altro,e ancora meno di essere me stessa.3Cosa ti fa godere, Elle? Cos’è che mi fa godere, eh? E che iosola conosco? Cos’è veramente in grado di farmi sciogliere findentro le viscere? Di farmi bagnare senza neppure toccarmi,al solo pensiero? Il corpo di un uomo nudo? Il suo odore?Vedere un sesso anonimo, in erezione per me? Contro di me?Dentro di me…(Appunto del 5/6/2010, scritto di mio pugno)No, un anno fa non sapevo che ogni camera è un crogiolo d’amorein cui ogni donna resta in incubazione imparando finalmente a esserese stessa. Non ero schiava come lo sono adesso e, tuttavia, ero prigioniera,molto più di oggi. Non ingannatevi, oggi sono io la padrona,e non solo dell’uomo che trepida dietro la porta. Il mio abbandonoè totale, eppure non sono mai stata in grado di controllare il corsodegli eventi come ora.Un anno fa non ero ancora Elle. Ero tutte le donne tranne lei, quellache dovevo ancora far nascere…