Prezzo: 18.00€ Pagine: 264
Editore: Frassinelli
Uscita: 1 Marzo 2016
Alessandra, al contrario, è una giovane maestra esuberante. Fa parte di quella folta schiera di donne che, all'inizio del Novecento, si spinse nei paesini più sperduti a insegnare l'alfabeto. Un lavoro da pioniere. Difficile, faticoso. Reso ancor più duro dalla diffidenza verso quelle giovani donne che lasciavano il rifugio della famiglia per avventurarsi, da sole, in un territorio estraneo.
Anche Alessandra è sola, per la prima volta nella sua vita. Ma le piace insegnare e sfida con coraggio i pregiudizi e le contraddizioni di una società divisa tra idee antiche e prospettive nuove.
Nuovo è pure il mestiere di Adelmo, che cerca di farsi strada nel mondo appena nato del giornalismo moderno. Una sfida esaltante per un giovanotto ambizioso e di talento.
E le occasioni non mancano, in questa Italia ancora tutta da inventare. Una nazione che ostenta, a Milano, la prima Esposizione Internazionale e, nel frattempo, si dissangua con le grandi migrazioni verso le Americhe. Anche il padre di Teresa è emigrato e di lui non si sa più nulla. La madre invece è morta da poco, in circostanze non chiare, ed è forse l'improvvisa solitudine affettiva a spingere Teresa verso Alessandra, quando la maestra affitta una stanza nella casa dove la bambina abita assieme al nonno.
Siamo nelle Marche, in una delle zone più povere della penisola. La maestra e la bambina sono nate qui. Una ad Ancona, l'altra a Montemarciano. Un piccolo paese sconosciuto, che di lì a poco tuttavia conquisterà, insieme alla vicina Senigallia, le prime pagine dei quotidiani nazionali. Il nuovo secolo infatti è arrivato anche nella provincia italiana e, assieme alle automobili e all'elettricità, porta sogni strani. Come il suffragio universale. Esteso alle donne, addirittura.
Così accade che dieci maestre, proprio a Senigallia e a Montemarciano, decidano di chiedere l'iscrizione alle liste elettorali.
È il 1906 e il fatto suscita scandalo e stupore in tutta Italia. Tanto più che un giudice di Ancona, presidente della locale Corte di Appello, dà ragione alle maestre e consente la loro iscrizione nelle liste elettorali. Il giudice si chiama Lodovico Mortara. E' un grande costituzionalista e più tardi diventerà ministro della giustizia, prima di essere 'congedato' dal regime fascista (ha il 'difetto' di essere ebreo).
Le vicende di Teresa, di Alessandra e del giornalista Adelmo s'intrecciano con le vittorie e le sconfitte delle dieci maestre che, grazie al 'giudice-coraggio', divennero le prime 'elettrici' d'Italia e d'Europa, anche se per breve tempo. Un episodio storico ingiustamente dimenticato. Perché la battaglia iniziata dalle dieci maestre e da Lodovico Mortara segna l'inizio della nostra (ancora oggi difficile) modernità.
Pagine: 336 Prezzo: 19,50€
Editore: Frassinelli
Uscita: 22 Marzo 2016
Roman Markin amava l'arte, l'aveva studiata, sognava di diventare un pittore, ma nella Russia staliniana, più che pittori, servivano "restauratori di immagini", persone specializzate a modificare quadri e fotografie per cancellare personaggi caduti in disgrazia e considerati traditori dal regime sovietico, o per aggiungere i nuovi capi del partito. Una volta che si mette mano alle immagini poi è difficile resistere alla tentazione di salvare o aggiungere volti e particolari impercettibili perché restino tracce, anche se quasi invisibili, di chi abbiamo amato, di chi è stato, e di quello che è stato.
Così Roman, nel suo ufficio di Leningrado, da un lato rifiuta - anche se nemmeno lui sa bene perché, forse solo per amore della bellezza - di cancellare interamente la figura aggraziata di una ballerina invisa al regime, dall'altro inserisce il volto del perduto fratello Vaska ovunque, nelle fotografie ufficiali, nei quadri del realismo socialista, persino su un paesaggio bucolico ceceno dipinto nel XIX secolo dal celebre artista Zacharov.
Ed è seguendo negli anni il destino di quel quadro, e del paesaggio che rappresenta, che si snoda questa storia, fatta di tante storie e di tanti destini, intrecciati tra loro, al di lá del tempo e dello spazio. Dal quadro spariranno delle figure, e altre ne appariranno, come se il dipinto volesse in qualche modo seguire la storia tragica del luogo che rappresenta. Il risultato è un romanzo per certi aspetti indescrivibile, arioso e struggente, profondo e luminoso, pieno di umanità e di vita.
Se La fragile costellazione della vita ha rivelato al mondo letterario un talento sorprendente, La confessione di Roman Markin consacra senza dubbio Anthony Marra tra i massimi romanzieri contemporanei.