Ricordate la più antica scarpa di pelle, rinvenuta in Armenia e risalente a oltre 5.500 anni fa? Pare che gli abitanti che popolarono la caverna nei pressi del villaggio di Areni non siano stati soltanto i primi calzolai della storia, ma anche i primi produttori di vino.
All'interno della grotta, infatti, sono state trovate presse per l'uva, vasi di fermentazione e contenitori per il vino, coppe, acini, semi e buccia d'uva. "E' la prova più antica e più affidabile di produzione di vino" dice l'archeologo Gregory Areshian, della University of California di Los Angeles. "Per la prima volta, abbiamo un quadro archeologico completo di una produzione di vino databile a 6.100 anni fa".
Nel settembre 2010 il team di archeologi, guidato da Areshian e dall'archeologo armeno Boris Gasparyan, ha scoperto una tinozza profonda circa 60 centimetri sepolta vicina ad un catino d'argilla lungo circa un metro. Questi indizi suggerirebbero che gli antichi armeni producessero vino pigiandolo con i piedi: il succo risultante dalla pigiatura dell'uva si sarebbe raccolto all'interno della tinozza, e poi lasciato fermentare.
Il vino venia poi versato e sigillato in giare custodite all'interno della caverna, un ambiente che pare ideale per la conservazione.
Per verificare che la tinozza, il catino e le giare fossero stati effettivamente utilizzati come strumenti per la produzione e la conservazione del vino, il team di archeologi ha iniziato con le analisi chimiche dei cocci (datati tra i 4.100 e i 4.000 anni prima di Cristo).
Le analisi hanno mostrato tracce di malvidina, il pigmento responsabile anche della colorazione rossa del vino. "La malvidina è il miglior indicatore chimico che conosciamo della presenza di vino" spiega Areshian. E' stato rilevato anche acido tartarico, un acido presente nell'uva e che, combinato con la presenza di malvidina, fa escludere il fatto che i contenitori potessero aver ospitato altri frutti locali, come i melograni.
Patrick E. McGovern, archeologo biomolecolare del Museo dell'Università della Pennsylvania ed esperto di vino antico, ha definito la scoperta "importante ed unica, perchè indica una produzione di vino su larga scala, che implica che l'uva fosse già stata addomesticata".
McGovern ha già scoperto, nelle regioni settentrionali dell'Iran, tracce di vino (ma non della produzione della bevanda) che risalirebbero a circa 7.000 anni fa, circa 1000 anni prima rispetto alla grotta in Armenia. Ma l'analisi del DNA di diverse varietà di uva farebbe risalire proprio all'Armenia e alla Georgia la zona di origine della viticoltura.
Bere vino era probabilmente parte di una cerimonia rituale. "Sono state identificate venti sepolture nei pressi dell'installazione per la pigiatura del vino. C'era un cimitero, e la produzione del vino all'interno della caverna era legata a questo aspetto rituale" sostiene Areshian. A sostenere la sua ipotesi ci sarebbero anche diverse coppe ritrovate all'interno e attorno alle tombe.
Earliest Known Winery Found in Armenian Cave