La lettera di Aurelio Polion alla sua famiglia
(Foto: Biblioteca Bancroft presso la Berkeley University)
La lettera è scritta in greco e riporta l'angoscia di Polion nell'apprendere le preoccupazioni della sua famiglia, per le quali il giovane stava cercando di ottenere un permesso per tornare a casa. La lettera era indirizzata a sua madre, a sua sorella ed a suo fratello. In una parte si legge: "Prego (gli dèi) notte e giorno che siate in buona salute e prima di tutto faccio voti a tutti gli dèi a vostro nome. Non smetterò di scrivervi, ma non preoccupatevi per me".
Polion afferma di aver scritto sei epistole alla sua famiglia senza riceverne alcuna risposta, adombrando la presenza di dissidi familiari. "Mentre ero in Pannonia ti ho inviato delle lettere, ma tu mi tratti come se fossi un estraneo", scrive Polion. "Otterrò il congedo dal console e tornerò da voi, in modo che tu sappia che sono tuo fratello".
La lettera è stata trovata nell'area esterna ad un tempio nella città egizia di Tebtunis, nel Fayyum, non lontano dal Nilo, più di un secolo fa, da una spedizione archeologica guidata da Bernard Grenfell ed Arthur Hunt. Recentemente Grant Adamson, un candidato al dottorato presso la Rice University, ha ricevuto l'incarico di tradurre il papiro. Per questo ha utilizzato una tecnica ad infrarossi per rendere il testo più leggibile. Adamson non è sicuro se la famiglia di Polion abbia risposto alle sue incalzanti missive o se il giovane soldato è riuscito ad avere un permesso per raggiungere i suoi familiari.
Polion visse in un periodo storico in cui i Romani controllavano l'Egitto. Il giovane faceva parte della Legio II Adiutrix, di stanza in Pannonia Inferiore (all'incirca l'odierna Ungheria). Pollion inviò la lettera appena decifrata attraverso un veterano che l'avrebbe, a sua volta, trasmessa alla sua famiglia.