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Antichrist

Creato il 12 aprile 2015 da Fabio Buccolini

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Questo è l’unico film horror diretto finora da Lars Von Trier, ma definirlo horror mi sembra eccessivo, vista la particolare fattura della pellicola; è un film straordinario anche solo per il fatto di essere stato girato praticamente con due soli attori, che sono Willem Dafoe e Charlotte Gainsbourg.
A discapito del titolo comunque, “Antichrist”, che potrebbe far pensare a un film sulle possessioni demoniache, ci troviamo di fronte più ad un thriller simbolico e psicologico, ma a cui il titolo fa un importante riferimento; è stato girato in un momento molto particolare della vita del regista, in cui era affetto da una forte depressione, e dice di aver riversato qui tutto il suo malessere; c’è anche chi lo ha definito un porno-horror, dovuto a un paio di scene di sesso esplicito mostrate senza alcuna censura.
In effetti il film inizia con uno slow motion in bianco e nero accompagnato dalla musica di Georg Friedrich Händel, “Lascia ch’io pianga”, e ritrae un coppia (Willem Dafoe e Charlotte Gainsbourg) mentre sta avendo un rapporto sessuale, e il figlio piccolo si sporge dalla finestra, mentre fuori nevica, e cade di sotto.

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Credetemi, se non lo avete ancora visto, questa è una scena dalla violenza psicologica incredibile, la musica struggente accompagna un evento tragico terribile (esempi classici che fanno riferimento a questo particolare tipo di tecnica sono “Arancia Meccanica” o “Cannibal Holocaust”), in perfetto contrasto, e il bianco e nero unito al fatto che l’intera scena è girata in slow motion caricano ancora di più l’atmosfera “malata”, che è un preludio a quello che dobbiamo aspettarci di vedere per tutto il resto della pellicola, è tutto cupo, dark, nero, solo nel finale riappare la luce.
Qui viene mostrata anche una vera penetrazione, e anche questo dovrebbe denotare il fatto che Lars Von Trier non vuole censure, ma un film autentico; in realtà comunque le scene hard in questione sono solo un paio, e realizzate da professionisti del porno, poiché entrambi gli attori si erano rifiutati di girare delle vere sequenze pornografiche, un po’ come è successo per “Idioti”, altro film di Lars Von Trier.
Questa pellicola è stata attaccata per le scene suddette, ma passano davvero in secondo piano, durano tre secondi ognuna, e vista l’atmosfera malata del film non ci si fa neanche caso, a meno che non si è proprio bigotti.

L’intera vicenda si divide in quattro capitoli:
– Pena (la scena iniziale che ho descritto sopra)
– Dolore
– Disperazione
– I tre mendicanti
Lui è uno psicoterapeuta, e cerca di far superare il terribile trauma della morte del figlio a sua moglie, portandola in una capanna nel bosco di Eden, e trascorrendo così un periodo da soli in compagnia della natura.
Piano piano, col tempo, lei rivelerà a lui la sua paura più grande: il diavolo.
Il mondo è un inferno, e tutti coloro che lo abitano sono demoni, ai quali lei non fa eccezione, come mostra il proseguimento degli eventi, poiché non solo aveva visto il figlio sporgersi dalla finestra e lasciando che cadesse, ma l’estate passata lo aveva ripetutamente maltrattato (la scena delle scarpe al contrario colpisce come un pugno allo stomaco) unicamente per il gusto di farlo, ed è proprio da questo che è scaturita la sua voglia di suicidarsi, dalla coscienza della sua natura malvagia.

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Importanti sono anche le tre figure di animali che ricorrono per tutto il film e che simboleggiano il male, come nella tesi di laurea che lei sta scrivendo, riguardante la stregoneria: un cervo, un corvo e una volpe, così come importante è l’immagine dell’albero nero con le “mani dei dannati” che sporgono dal suo tronco.
Tutto da ricondurre al finale del film: Willem Dafoe è costretto a uccidere la moglie per difendersi, che come già detto, per sua stessa natura è malvagia, e cercherà di ferirlo e di ucciderlo; poi, una volta uccisa, se ne va via dalla capanna nel bosco, lasciando le tre figure del Male (cervo, corvo e volpe), e cammina, fino al mattino, e quando arriva l’alba vede una moltitudine di persone che vanno nella sua direzione, accompagnate sempre dalla musica di Georg Friedrich Händel; qui culmina il significato del titolo e del film: il Male è dentro tutti, dentro ognuno di noi senza distinzione alcuna, nessuna eccezione (“Il mio nome è Legione, perché noi siamo tanti”).
Il fatto stesso che il nome dei nostri due protagonisti non venga mai detto testimonia questo fatto, tutti uguali, i nomi non hanno alcuna importanza.
L’unico difetto comunque che spezza parzialmente la serietà e la tragicità della pellicola, è al termine del secondo capitolo (Dolore), in cui la Volpe fissa Willem Dafoe, e poi con una voce gutturale esclama: “Il Caos regna”; ecco, nel tentativo di dare più effetto horror alla pellicola ha finito per girare una scena quasi comica, che fa solo ridere, in perfetta antitesi con il resto del film.
Grandi punti a favore sono invece le straordinarie interpretazioni di Willem Dafoe e soprattutto di Charlotte Gainsbourg, che è stata premiata a Cannes per la migliore interpretazione, e la classe cristallina di un regista che si può definire paranoico, maniacale, scontroso con tutti gli attori con cui lavora e affetto da tutte le fobie del mondo, ma che dietro la macchina da presa rimane uno dei migliori registi nella storia del cinema.

EDOARDO ROMANELLA



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